video suggerito
video suggerito

La storia di Mattia: “Sono un biohacker, ho cinque chip nel mio corpo e li uso per fare tutto”

Mattia Coffetti ha 35 anni, vive a Bergamo ed è un esperto di sicurezza informatica. Dal 2019 ha cominciato a farsi impiantare una serie di chip per svolgere diverse operazioni: una di queste è pagare con il Pos.
Intervista a Mattia Coffetti
Esperto di sicurezza informatica e biohacker
A cura di Valerio Berra
3.311 CONDIVISIONI
Immagine

Tra i neon di Night City i Cyberpunk sono persone disposte a sacrificare parti del loro corpo per potenziarlo. Si riempiono di impianti robotici: diventano sempre più forti, più veloci, più intelligenti. Tutto fino a che il loro corpo riesce a sopportare i livelli di cromo. Mattia Coffetti non vive nella Night City della serie Cyberpunk: Edgerunners (tratta dal videogame Cyberpunk 2077). Ha 35 anni, vive a Brescia, si occupa di sicurezza informatica e del cyber festival No Hat. Mattia però è un biohacker.

Dal 2019 ha cominciato un percorso per installare una serie di chip sottocutanei. Sono oggetti minuscoli, lunghi giusto qualche millimetro. Dentro hanno le stesse tecnologie che troviamo nella nostra carta di credito o tra i circuiti del smartwatch. Ci sono piccoli chip che contengono informazioni e si attivano quando vengono sollecitati. Al momento Mattia ne ha cinque, uno lo usa anche per pagare con il Pos.

Cosa c’è sotto la tua pelle?

Ho dei chip, anche se è un modo molto generico di chiamarli. Alcuni sono tag NFC o RFID, due tecnologie che si trovano tranquillamente in commercio. Uno è un chip con le stesse funzioni di quelli inseriti dentro le carte di credito. Ho anche due impianti semplicemente estetici. Uno è un led e l’altro un magnete: è un po’ come fossero dei piercing.

Dove te li sei impiantati?

Tre sulla mano sinistra e due sulla mano destra?

Come mai tutti sulle mani?

La ragione è solo pratica. Io seguo la scena biohacker da tempo e in tutti i blog che ho letto consigliano le mani per impiantare i chip. In particolare l’incavo fra pollice e indice il posto meno pericoloso dove farli. C’è solo della pelle e si è lontani da qualsiasi organo.

Perché hai deciso di fare il primo?

Era il 2019. Nasce tutto dalla filosofia dietro il biohacking. Ho iniziato a leggere i blog che parlano di questi argomenti e a capire come farli miei. I chip sono un passo molto semplice, ma aiutano a migliorare il nostro corpo.

Proviamo a dare una definizione di biohacking.

Per biohacking intendo tutto quello che può migliorare la nostra condizione fisica. Si tratta di una serie di pratiche che affrontano tantissimi aspetti. Non parliamo solo di tecnologia: si va dalla dieta alla routine di allenamento. È  collegato al concetto di transumanesimo: usare la tecnologia in simbiosi con il corpo per potenziare la nostra specie.

Come fai ad impiantarti questi chip?

Ormai è abbastanza semplice. Si comprano da siti specializzati, si inseriscono le informazioni che ci interessano, ad esempio quelle della carta di credito, e poi esistono dei negozi convenzionati che possono fare l’operazione. Si tratta soprattutto di studi di piercing, Il procedimento alla fine non è tanto diverso.

Quanto costano?

Per ogni impianto andiamo daigli 80 ai 100 euro.

Se ci sono dei negozi convenzionati però vuol dire che c’è un mercato.

In Italia non molto. Ci sono Paesi come Svezia e Norvegia dove usare i chip è più normale. In Italia è una pratica ancora poco diffusa. Quando è uscita la mia storia molte persone hanno cominciato a chiedermi informazioni.

Immagino che ci sia qualche controindicazione a livello medico.

Dipende dai chip. Io ho chip che sono ricoperti da un vetro biomedico, usato anche per altre operazioni. Nello specifico il chip per pagare è ricoperto da una resina compatibile con un impianto sottocutaneo. Certo, sono tutti ottimizzati per rimanere a lungo nel nostro corpo.

Non devono mai essere sostituiti?

Teoricamente no, almeno a livello medico. A livello tecnico invece qualcosa va cambiato: quelli per pagare ad esempio seguono il ciclo normale di una carta di credito e quindi ogni tanto vanno sostituiti.

Suoni sempre al Metal Detecor?

No. È una domanda che mi fanno tutti. Il metallo è troppo poco perché possa suonare. Credo che il problema sarebbe più per il magnete che ho impiantato. Forse dovrei toglierlo prima di una risonanza magnetica.

Cosa possono fare i modelli più avanzati?

Sempre più cose. Sto vedendo chip che si possono addirittura programmare da soli. Adesso li sto valutando per il prossimo impianto.

3.311 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views