La storia di Marco, da mille giorni in live sui social: “Non voglio più spegnere la telecamera”
Il 20 luglio del 2020 Marco Puntoriere ha acceso la sua webcam. Ha aperto Twitch, ha avviato la diretta e ha cominciato a riprendersi. Dopo 1.000 giorni è ancora lì. 1.018 per l’esattezza. Noto al web come Cedduzzo, questo streamer ha superato il record della maratona più lunga mai registrata sulla piattaforma. Non c'è nessun riconoscimento ufficiale, ma non esistono casi simili. Almeno in Italia. È un Truman Show via streaming. Giorno e notte. Sette giorni su sette. Praticamente una manciata di edizioni del Grande Fratello Vip. Marco ha 26 anni e vive a Reggio Calabria. Da più di tre anni tutte le sue giornate ruotano attorno alle dirette. Ha iniziato su Twitch nell’anno del boom in Italia, quando con il primo lockdown migliaia di utenti hanno cominciato a seguire questa piattaforma, dedicata ai video trasmessi dal vivo. Ed è rimasto lì anche adesso, nonostante Twitch stia perdendo di interesse fra gli utenti. Amazon (proprietaria della piattaforma) ha cominciato anche a licenziare i dipendenti.
L’inizio della maratona più lunga di Twitch
“Non vengo da una famiglia benestante. Mia madre è andata via di casa quando avevo 18 anni, è partita per il Canada. Mio padre ogni tanto lavorava, io mi arrangiavo. Eravamo pieni di bollette da pagare”. È così che Marco comincia a raccontarsi a Fanpage.it. Nei primi mesi del 2020 aveva già cominciato a fare dirette su Twitch, anche se allora sulla piattaforma giravano soprattutto contenuti legati al gaming. “Mi sono dato un primo obiettivo: 48 ore. Poi le cose sono andate avanti da sole e sono arrivato a 100 giorni”.
Le maratone sono uno dei format più classici su Twitch. In pratica più donazioni vengono fatte più aumentano le ore che uno streamer resta in live. Dopo i primi 100 giorni in cui gli utenti hanno continuato a donare per vederlo davanti a una telecamera, Marco ha scelto che quello sarebbe diventato il suo habitat:
“Quello che faccio vedere su Twitch è la mia vita. Mi alzo, faccio le pulizie, cucino, pulisco casa e vado in palestra. Sto facendo anche un percorso di dimagrimento. Poi c’è la parte dei videogiochi con le persone della comunity. Alla fine è la vita di un ragazzo normale, solo che io lo faccio in diretta. A parte questa routine in tutto questo tempo ho imparato a fare un po’ di cose, a partire dalla cucina. Prima di iniziare le live non sapevo nemmeno fare un uovo sbattuto, ora cucino ottime pizze”.
Una vita senza privacy
Abbiamo seguito per qualche giorno le live di Marco. In effetti è vero, la telecamera è sempre accesa. Anche se non sempre su di lui. A volte mette l’audio in muto, altre lascia partire una serie di clip tratte da live vecchie a volte lascia altre immagini. “Di solito mi porto in giro la telecamera. I miei amici lo capiscono e se proprio devono dirmi qualcosa che vogliono tenere privato posso chiudere l’audio. Con le ragazze è più difficile, prima o poi ne troverò qualcuna disposta ad accertare questa parte di me”.
Dentro la community di Cedduzzo
Ogni giorno in live e nessuna vacanza, se non con telecamera al seguito. Con tutto questo lavoro si potrebbe pensare che Marco abbia costruito un impero sui social. Invece i suoi numeri sono abbastanza bassi, per quest’epoca. Giusto 3.000 follower su Instagram e più o meno gli stessi iscritti al canale YouTube. Su Twitch supera i 100.000 follower, ma le live non si muovono da qualche centinaio di spettatori. Non sono in molti a commentare. Poco o nulla in confronto a streamer diventati milionari con maratone ben più corte. Eppure Marco non chiude la live.
Cosa fare quando si spegne la telecamera
La maratona più lunga di Twitch doveva finire il giorno mille. Poi è stata prolungata fino a oggi e sul timer ci sono ancora oltre 380 ore da lasciar scorrere prima di finire. E poi? “Dopo tre anni questa attività è diventata un punto focale per la mia famiglia, sono io che ho a carico mio padre. Con i primi soldi arrivati da Twitch l’ho aiutato a pagare le bollette. Se penso al giorno in cui finirà mi viene proprio un magone. Penso che mi fermerò un attimo e capirò come far evolvere tutto questo”.