La storia di Bard, l’intelligenza artificiale di Google disponibile ovunque tranne che in Europa
Tra gli utilizzatori di Bard ci sono più pinguini che europei. Il commento scelto dall’edizione statunitense di Wired è notevole ma chiarisce in un paradosso che potrebbe ripetersi spesso in futuro. Il 10 maggio durante il Google I/O, il Ceo di Alphabet Sundar Pichai e i dirigenti di Mountain View hanno lanciato tutto il pacchetto dei nuovi servizi di Google. Quasi tutti sono basati sull’intelligenza artificiale. The Verge ha pubblicato un video che raccoglie tutte le volte in cui Sundar Pichai ha ripetuto la parola AI. Sono parecchie. Tra questi servizi, uno dei più interessanti è stato Bard, l’intelligenza artificiale che nei piani di Google doveva competere direttamente con ChatGPT. Sulla carta potrebbe anche farlo, peccato che gli utenti (o potenziale utenti) che vivono nell’Unione Europea non possono ancora verificarlo.
Non è chiarissimo cosa ci sia dietro a questa decisione. L’Unione Europa ha un bacino da circa 450 milioni di abitanti, con una percentuale di persone che usano internet almeno una volta al giorno fissa all’87%. Un ottimo mercato per Google. La cosa più interessante è che al momento non c’è nessuna spiegazione ufficiale: “Anche se non abbiamo finalizzato la tempistica per i piani di espansione, li implementeremo gradualmente e in modo responsabile. Continueremo a essere un partner utile e impegnato per le autorità di regolamentazione mentre esploriamo insieme queste nuove tecnologie”, glissa la portavoce di Google Delia Williams-Falokun.
Le regole sull'intelligenza artificiale nell'Unione Europea
Bard è disponibile in 180 Paesi. Tra questi ci sono anche le isole norvegesi Bouvet Island, dove non ci sono esseri umani ma vivono circa 50.000 esemplari di pinguini. Non certo una svista. Secondo molti commentatori la scelta di Google serve per fare pressione sul dibattito in corso nell’Unione Europea sull’intelligenza artificiale. In queste settimane gli eurodeputati stanno discutendo l’Ai Act, la prima collezione di norme che vuole regolamentare l’intelligenza artificiale. Tra le altre cose, questo documento dovrebbe anche rendere chiaro agli utenti da dove vengono i dati, come spiega Henk van Ess, professore della Freetech Axel Springer Academy of Journalism and Technology: “Il regolamento proposto sottolinea l'importanza della trasparenza e della tracciabilità nei sistemi di intelligenza artificiale”.