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La storia dell’ingegnere che trasforma gli uccelli morti in droni

Mostafa Hassanalian è un professore di ingegneria al New Mexico Institute of Mining and Technology che sta affrontando una serie di studi sul volo dei droni che utilizzano per muoversi anche parti di uccelli imbalsamati. La sua ricerca ha diversi obiettivi, fra cui anche poter studiare più da vicino questi animali.
A cura di Valerio Berra
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Gli uccelli non sono reali. Non sono mai esistiti. Dietro le loro piume ci sono solo cavi, chip e motori. Sono droni utilizzati dal governo per spiarci. Questi sono i punti principali della campagna Birds Aren’t Real, una teoria del complotto che negli Stati Uniti è diventata virale sui social più frequentati dalla Gen Z. A differenza del Terrapiattisimo o dei negazionisti dell’allunaggio, qui tutto è condito da una ampia dose di ironia. È un meme, e ogni tanto riesce anche a convincere qualcuno. Un meme che però ha trovato in un professore del New Mexico un discreto appiglio con la realtà.

Mostafa Hassanalian insegna ingegneria al New Mexico Institute of Mining and Technology. È un appassionato di ornitologia e da qualche da tempo ha cominciato a studiare il volo degli uccelli. Hassanalian non è certo il primo ad essersi appassionato a questa materia ma ormai sembra che abbia preso una deriva diversa dai suoi predecessori. Prima si procura degli uccelli imbalsamati poi inserisce in quello che resta del loro corpo un motore e quindi inizia a studiare il modo in cui volano nei campi vicini alla sua università.

Perché trasformare gli uccelli morti in droni

Hassanalin non vuole sconfiggere la morte. “Vogliamo farli volare e far sbattere le loro ali come uccelli per capire la fisica”, spiega il professore. E soprattutto tutto viene affrontato con rigore scientifico. Il professore ha testato il piumaggio di diversi volatili, come piccioni, corvi e colibrì. Non solo. Ha anche testato motori che permettono di far sbattere le ali a questi animali e motori che invece consentono loro di planare. Insomma, uno studio completo.

Oltre a studiare la fisica del volo degli uccelli, questi droni potrebbero anche servire per seguire più da vicino i veri uccelli, così da raccogliere nuovi dati su comportamenti che in una certa dose sono ancora misteriosi: “Possiamo usare questa tecnologia anche per capire come gli uccelli comunicano tra loro, come sfuggono ai predatori”. Nel video pubblicato dall’agenzia stampa Reuters sembra però che il lavoro da fare per migliorare i prototipi sia ancora parecchio. Al momento queste macchine riescono a volare tra i 10 e i 12 minuti e soprattutto sono ancora molto lontane da sembrare veri volatili.

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