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La Silicon Valley Bank viene citata in giudizio dagli azionisti per frode: “Ha sottostimato i rischi”

La class action contro la SVB Financial Group è stata depositata lunedì 13 marzo. L’accusa è di non aver informato gli investitori sui rischi legati all’aumento dei tassi di interesse.
A cura di Elisabetta Rosso
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È iniziata la caccia al colpevole. La SVB Financial Group, il suo CEO e CFO sono stati citati in giudizio dopo il crollo della Silicon Valley Bank. Secondo gli azionisti infatti l'amministratore delegato Greg Becker e il direttore finanziario Daniel Beck avrebbero nascosto come l’aumento dei tassi di interesse rappresentasse una vulnerabilità pericolosissima per la SVB. Tanto da innescare una corsa disperata agli sportelli e la caduta più rumorosa dal 2008, quando è crollata la Washington Mutual.

Ora gli azionisti, guidati da Chandra Vanipenta, hanno depositato, lunedì 13 marzo, una class action presso il tribunale federale di San Jose, in California. Chiedono danni non specificati per gli investitori della SVB tra il 16 giugno 2021 e il 10 marzo 2023. Questa, molto probabilmente sarà solo la prima di una lunga serie di azioni legali per frode sui titoli da parte degli azionisti, che non hanno avvertito dei rischi legati al modello di business della SVB.

Nelle relazioni trimestrali degli ultimi due anni, la SVB Finantial Group, la società madre della banca, "ha sottostimato i rischi sottoposti alla società non rivelando che i probabili aumenti dei tassi di interesse, come delineato dalla Fed, avevano il potenziale per causare danni irrevocabili alla società", si legge nella denuncia.

Il crollo della Silicon Valley Bank

Prima di venerdì 10 marzo l’istituto di credito era poco conosciuto fuori dal circuito delle start up. L’istituto finanziario di Santa Clara, era il cuore dell’innovazione tecnologica nata attorno alla Silicon Valley che pompava milioni di dollari nelle start up più innovative del Paese.

È iniziato tutto con gli azionisti che hanno chiesto di prelevare denaro in seguito all’aumento dei tassi di interesse annunciato dalla Federal Reserve. Quello che ha innescato la corsa agli sportelli per recuperare il denaro depositato. C’era però un problema. La banca non aveva abbastanza liquidità per restituire tutti i soldi richiesti dai suoi investitori e così ha inviato a vendere, meglio, svendere obbligazioni perdendo 1,8 miliardi di dollari di capitale. 

È stata quindi costretta ad annunciare l’aumento di capitale, dando così inizio a una tragedia. Chiunque avesse un conto alla SVB ha deciso di prelevare ogni dollaro, e il titolo della banca è crollato del 60%. Poi è stata commissariata dalla Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic).

Le conseguenze dopo la caduta

Tutte le attività della SVB sono state bloccate dal Dipartimento per la protezione e l’innovazione finanziaria della California. Lo stop ha innescato un effetto domino che ha intaccato anche altri istituti di credito. E, nonostante le rassicurazioni di Biden: “Gli americani possono essere certi che il nostro sistema bancario è al sicuro. I tuoi depositi sono al sicuro. Vi assicuro anche che non ci fermeremo a questo. Faremo tutto il necessario”, non è ancora chiaro quale sarà l’impatto di un tale crollo nel sistema finanziario.

Anche il commissario Ue all'Economia ed ex presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni ha cercato di tranquillizzare spiegando che il crollo non dovrebbe farsi sentire in Europa: "Non vediamo un rischio specifico di contagio", ha detto alla riunione dell'Eurogruppo . "Certo, monitoriamo la situazione in stretto contatto con la Banca centrale europea" e "apprezziamo le iniziative intraprese dalle autorità Usa per evitare un contagio nel Paese".

Dietro alla caduta c’è un fenomeno più ampio. Il 2022 è stato infatti un anno nero per le Big Tech che hanno subito uno stop brusco dopo l’entusiasta calvata di successi durante la pandemia. La grande scommessa di un mondo tutto digitalizzato si è rivelata vera a metà e hanno pagato il prezzo delle eccessive previsioni di crescita. Il crollo della Silicon Valley Bank si infila lungo questo filone e va però a schiacciare non i giganti ma le start up che stavano muovendo i primi passi.

Elon Musk comprerà SVB?

Non poteva mancare il re del caos, a volte lo genera a volte ci entra a gamba tesa. Sembra infatti che Elon Musk sia interessato a comprare la Silicon Valley Bank. Appena dopo l’annuncio del crollo, il fondatore e Ceo di Razer, Min-Liang Tian, ha twittato: “Penso che Twitter dovrebbe comprare la Silicon Valley Bank e diventare una banca digitale”. Elon Musk ha subito risposto: “Sono aperto a questo progetto”.

Non è chiaro se il Ceo di Twitter abbia davvero piani concreti. Potrebbe anche aver voluto provocare sui social con un risposta destabilizzante per sollevare uno dei suoi soliti polveroni. È anche vero però, che l'interesse di Elon Musk per le banche ha origini antiche. Nel 1999 infatti aveva investito nelle banche online fondando X.com, che però non è mai decollata. La SVB potrebbe diventare la rivincita del Musk nel settore.

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