La scuola Sant’Anna di Pisa cerca un braccio: “Serve un volontario per testare la nostra mano robotica”
Un cuore che cerca sente bene che qualcosa gli manca, scriveva Goethe, ma se si trattasse di una mano? Anche. Dentro i laboratori della scuola Sant’Anna di Pisa c’è un arto che cerca il suo braccio. Fa parte di un progetto molto più ampio che vuole sviluppare una mano robotica in grado di muoversi, in poche parole, come una umana. Per farlo, però, è necessario un volontario.
“Il progetto Myki ha sviluppato una protesi robotica naturale e intuitiva. È un’interfaccia innovativa, che si basa sull’impianto di magneti all’interno dei muscoli per sfruttare al meglio il controllo della protesi”, spiega a Fanpage.it la ricercatrice Marta Ghelardini, che segue il progetto sin dall'inizio. “Siamo entrati nell’ultima fase, dobbiamo solo sperimentarla”.
Il progetto Myki
Myki nasce nei laboratori dell’istituto di biorobotica della scuola Sant'Anna di Pisa, “la mano è stata realizzata dalla Scuola Superiore Sant’Anna e ingegnerizzata in collaborazione con la spin off Prensilia che sta lavorando per commercializzare la protesi entro il 2023”, spiega Ghelardini. “È stato possibile realizzarla grazie ai finanziamenti dell’European Research Council che ha distribuito un ERC Starting Grant”, i fondi per supportare progetti di ricerca ad alto rischio.
Il progetto prevede l’impianto di piccoli magneti a livello dei muscoli dell’avambraccio. A seguito dell’impianto, gli stimoli prodotti dalla contrazione muscolare si tradurranno in uno spostamento dei magneti che, a loro volta, attiveranno i movimenti della mano robotica.
“Stiamo sviluppando una nuova interfaccia uomo macchina per il controllo della protesi per gli arti superiori, quindi le mani”, i magneti sono fondamentali perché sono in grado di attivare tutti quei micro movimenti necessari per generare risposte immediate agli input.
La sperimentazione su persona
Il progetto è pronto per la fase finale: la sperimentazione su persona. L’interfaccia per il controllo della mano robotica sarà infatti testata in via temporanea su persone con amputazione dell’arto superiore a livello del polso o dell’avambraccio. “Questo tipo di interfaccia non è mai stato speriementato, stiamo cercando un volontario che per la prima volta provi questo tipo di interfaccia. È una prima prova che durerà sei settimane” spiega Ghelardini.
Prima di essere commercializzata infatti è necessario testare la mano robotica. “Serve una persona che abbia subito un’amputazione a livello dell'avambraccio e del polso, che sia di origine traumatica o congenita. Dopo la fase sperimentale, e se va tutto bene, la mano potrà essere disponibile".
L’appello sui social
Marco Martinelli, creator e divulgatore scientifico, ha scelto di sostenere il progetto e condividere sui social l’appello della mano in cerca di un braccio. “È una protesi innovativa, bisogna solo testarla”, spiega a Fanpage.it Martinelli che ha caricato un video su TikTok dove racconta i prossimi passi della mano robotica. “Ho riscontrato una grande disponibilità da parte delle persone, hanno diffuso e condiviso il messaggio dimostrando che i social e le community possono diventare una risorsa e avere un grande impatto”
“In molti mi hanno scritto su TikTok per sapere se potevano essere i candidati ideali chiaramente ho sempre consigliato a tutti di scrivere alla e-mail del progetto di riferimento per avere informazioni più dettagliate”. Sotto il suo video compaiono commenti entusiasti e domande per sapere di più sull’arto robotico: “Molti hanno taggato amici e conoscenti, in generale è stato un buon riscontro, ho visto molto interesse sul tema”.