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La scelta di Harbir: “Mio figlio è morto, ora scongeleremo il suo sperma per avere un nipote”

Una coppia indiana, dopo una lunga battaglia legale, potrà usare lo sperma del figlio defunto per fecondare gli ovuli di una madre surrogata. La riproduzione postuma è un tema divisivo. In Italia la pratica è proibita, in molti Paesi è sufficiente un modulo di consenso firmato dal legittimo proprietario.
A cura di Elisabetta Rosso
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"Siamo stati molto sfortunati, abbiamo perso nostro figlio. Ma la Corte ci ha fatto un regalo prezioso. Ora potremmo riaverlo". A parlare è Harbir Kaur è appena uscita dal tribunale di Nuova Delhi "felicissima", perché la corte le ha dato il permesso di scongelare lo sperma del figlio defunto. "In questo modo potremo avere un nipote tramite maternità surrogata", ha spiegato Kaur alla Bbc. Il figlio, Preet Inder Singh, è morto nel 2020 a causa di un linfoma non-Hodgkin, una forma di tumore del sangue. Aveva 30 anni, "prima di iniziare la chemioterapia, l'ospedale gli ha consigliato di conservare il suo sperma visto che il trattamento avrebbe potuto influire negativamente", ha racontato il padre, Gurvinder Singh.

Dopo la morte del figlio i genitori hanno chiesto al Ganga Ram Hospital di Delhi lo sperma congelato, l'ospedale ha respinto la richiesta e la coppia ha deciso di presentare una petizione all'Alta corte di Delhi. Il giudice ora ha dichiarato che “secondo la legge indiana, non esiste alcun divieto di riproduzione postuma” se il proprietario dello sperma dà il consenso.

Non solo, i genitori, secondo il giudice, hanno diritto al campione, in assenza del coniuge o dei figli, diventano eredi legittimi ai sensi dell'Hindu Succession Act. "Siamo pronti a diventare nonni", hanno spiegato Kaur e Gurvinder, che hanno 60 anni. In caso di morte le loro due figlie hanno già assicurato in tribunale che si prenderanno cura del bambino. 

Quali sono i precedenti

L'obiettivo della coppia è "continuare l'eredità del figlio e perpetuare il nome della famiglia", come hanno spiegato in tribunale. La figlia, e sorella di Preet Inder, si è offerta come madre surrogata. Il caso, per quanto anomalo ha dei precedenti. Nel 2018 infatti una donna di 48 anni residente a Pune, India occidentale, ha scongelato lo sperma del figlio, morto a 27 anni a causa di un cancro al cervello, per fecondare gli ovuli della madre surrogata. Sono nati due gemelli. 

Nel 2019 la Corte Suprema di New York ha consentito ai genitori di un cadetto militare di 21 anni, morto in un incidente sugli sci, di utilizzare il suo sperma congelato per avere un nipote. Il giudice nella sua ordinanza ha citato anche una sentenza di riproduzione postuma del 2002 che ha permesso a una coppia israeliana di utilizzare lo sperma del figlio, soldato diciannovenne ucciso a Gaza.

I limiti della riproduzione postuma nei diversi Paesi

La riproduzione postuma è un tema divisivo. La pratica è vietata in numerosi Paesi, tra questi Italia, Svezia, Svizzera, Francia, Malesia, Pakistan, Ungheria e Slovenia. Negli Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Repubblica Ceca è legale ma solo con consenso scritto. L'Australia impone un'ulteriore condizione, un periodo di attesa pari a un anno per fare in modo che una scelta così importante non venga presa sull'onda dell'emotività.

In India, Sri Lanka, Nepal, Bhutan e Bangladesh non ci sono linee guida. E infatti, in tribunale, il Ganga Ram Hospital ha spiegato che legalmente potevano rilasciare il campione solo al coniuge. Sottolineando che non esistono leggi o linee guida chiare per regolare la distribuzione di campioni di sperma di un uomo deceduto non sposato ai suoi genitori o eredi legali.

Cosa ha detto il giudice sul caso Preet Inder

Per il caso Preet Inder il consenso è stato centrale. "Aveva acconsentito all'utilizzo del suo sperma per avere figli", ha spiegato il giudice. "Non era sposato e non aveva una compagna. Voleva che il campione venisse utilizzato per avere un figlio. Essendo i genitori gli eredi del defunto ed essendo i campioni di sperma materiale genetico, i genitori hanno diritto alla restituzione." Il tribunale ha quindi dichiarato di non poter vietare alla coppia di accedere al campione di sperma del figlio.

"Questa sentenza ha offerto un barlume di speranza, una luce, e forse saremo in grado di riportare indietro nostro figlio", ha detto Kaur alla BBC. "Ho pregato ogni giorno per soddisfare tutti i desideri di mio figlio. Ci sono voluti quattro anni ma le mie preghiere sono state esaudite".

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