4 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La Russia censura quattro siti italiani: quali sono e come ha fatto Mosca a bloccarli

Sono 81 i siti di notizie europei che sono stati bloccati dal Cremlino in risposta alle sanzioni dell’UE contro quattro giornali russi. Per Mosca si tratta di un “abuso” nei confronti dei propri giornalisti, ma la Commissione Europea aveva specificato: “Le misure non impediscono di continuare attività giornalistiche sul territorio”. Per censurare i siti, il governo deve chiedere agli internet providers di bloccare l’accesso.
A cura di Velia Alvich
4 CONDIVISIONI
Immagine

Sono nove quelle francesi, tre quelle olandesi, due le svedesi. Senza dimenticarci le quattro italiane. In totale arrivano a 81. Non sono cifre a caso. Si tratta del numero di testate che sono state messe al bando in Russia. La loro colpa? "Disseminano sistematicamente informazioni false". In generale? No. La loro colpa sarebbe diffondere informazioni false sulla cosiddetta "operazione militare speciale" che l'esercito russo ha portato dentro i confini dell'Ucraina. O almeno, così la chiama Mosca.

La guerra informativa, una battaglia parallela all'invasione russa in Ucraina, è arrivata alla fase in cui vengono censurate alcune testate in risposta a una decisione presa a maggio dall'Unione Europea (UE) per contrastare la propaganda del Cremlino nel nostro territorio. E, come si può immaginare, Mosca non l'ha presa bene.

Quali sono le testate italiane censurate dal Cremlino

"La parte russa ha avvertito ripetutamente e a vari livelli che gli abusi politicamente motivati nei confronti dei giornalisti nazionali e i divieti ingiustificati nei confronti dei media russi nell'UE non passeranno inosservati". Per questo motivo, il Ministero degli Esteri russo ha annunciato che 81 siti di notizie europei saranno censurati.

Sono quattro i siti italiani che non saranno disponibili nel territorio della federazione russa: Rai, La7, La Repubblica e La Stampa. Per loro è sceso il silenzio stampa forzato. Ma insieme a loro ci sono tante altre testate: dalla tedesca Der Spiegel alle spagnole El Mundo e El pais, dall'europeo Politico alle francesi Le Monde e Agence France-Press.

Perché Mosca ha censurato 81 siti di notizie europei

Misure, o meglio, contromisure. La scelta di censurare i siti di notizie europei arriva in risposta alla decisione dell'Unione Europea di bloccare quattro siti legati a doppio filo alla propaganda del Cremlino: RIA Novosti, Rossiyskaya Gazeta, Izvestija e Voice of Europe. Su queste testate lo scorso maggio è arrivato un pacchetto di sanzioni pensato per frenare le azioni di propaganda sul territorio europeo, pur con la promessa di non limitare la libertà di opinione. "Le misure non impediscono alle testate sanzionate e al loro personale di svolgere nell'Unione altre attività diverse dalla trasmissione, come ricerche e interviste", si legge nel comunicato della Commissione Europea.

Una spiegazione che non basta al Cremlino, che controbatte. "Contro-restrizioni saranno introdotte per limitare l'accesso dai territori della Federazione Russa a risorse informative europee che sistematicamente disseminano informazioni false sul progresso dell'operazione militare speciale".

Come vengono bloccati i siti europei in Russia

Il comunicato del Ministero degli Esteri russo, ovviamente, non si spinge a spiegare nel dettaglio come farà a bloccare l'accesso ai siti di notizie europei. Non è la prima volta, però, che le guerre informative si combattono a colpi di censura e di black list, cioè le "liste nere" che contengono i siti da bloccare a livello nazionale. Una modalità che abbiamo già messo in pratica in passato anche in Europa: già a febbraio, proprio a inizio dell'invasione del territorio ucraino, nei Paesi dell'UE è stato bloccato l'accesso ai siti di propaganda del Cremlino, cioè Russia Today e Sputnik.

A bloccare un sito non è direttamente il governo, ma sono i provider dei servizi internet locali (ISP). Dietro richiesta degli organi di governo, infatti, gli ISP possono inserire alcuni Domain Name System o DNS (cioè, per esempio, nomesito.com) nella lista di quelli bloccati per tutti gli utenti che cercano di raggiungerli da una connessione internet nazionale.

Fatta la regola, trovato l'inganno. Ci sono diversi modi per aggirare le censure nazionali. Uno di questi, e il più comune negli stati autoritari, è quello di usare una Virtual Private Network o VPN, cioè una rete privata virtuale. Si tratta di una tecnologia che permette ad accedere a internet con un maggiore livello di privacy e, spesso, risultando come connessi da un Paese diverso dal nostro.

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views