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Intelligenza artificiale (IA)

La profezia di Aranzulla: “L’intelligenza artificiale distruggerà il 90% dei lavori, forse anche il mio”

Il blogger Salvatore Aranzulla ha spiegato cosa vede nel futuro dell’intelligenza artificiale. Il problema di questo strumento, come è emerso da molti report, sarà soprattutto il lavoro. L’intelligenza artificiale cambierà parecchie professioni. La domanda è sempre la stessa. Cosa farà chi verrà sostituito da un algoritmo?
A cura di Valerio Berra
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“Anche un sito come quello di Aranzulla.it potrebbe diventare non avere più senso”. È strano sentire Salvatore Aranzulla parlare così del futuro della tecnologia. “Finirà male per tutti”. Il blogger, forse uno dei più noti in Italia, è stato intervistato al BSMT, il podcast di Gianluca Gazzoli. La domanda che ha innescato tutto è stata relativamente semplice: il futuro dell’intelligenza artificiale.

“Male, finirà male per tutti. Già adesso il 50% dei lavori che vengono fatti in ufficio sono inutili. Con l’intelligenza artificiale è probabile che questa soglia salga al 90%. Il problema è capire cosa faranno le persone nei prossimi 5 anni. Anche un sito come Aranzulla.it potrebbe non avere più senso”.

Chi lavorerà con l’intelligenza artificiale

Il tema è il solito. I software che vengono raccolti nell’enorme definizione di intelligenza artificiale sono in grado di svolgere compiti complessi. O meglio. Sono in grado di svolgere compiti così complessi che la loro capacità di ragionamento, almeno vista da fuori, sembra seguire gli stessi passaggi del pensiero umano. Apprendono, si adattano e trovano percorsi autonomi per arrivare a un obiettivo.

Questo permetterà in futuro all’intelligenza artificiale di svolgere dei compiti in modo più accurato di quanto siano in grado di fare gli esseri umani. Il problema riguarda soprattutto le professioni a basso livello di specializzazione. Secondo uno studio recente solo in Italia potrebbe essere sostituiti dall’intelligenza artificiale oltre 200.000 posti di lavoro nella pubblica amministrazione.

“La domanda su cui riflettere adesso è cosa faranno le persone che non serviranno più. Ci sono professioni come quelle degli autori o degli avvocati che possono essere sostituiti da una macchina”.

Il problema c’è, soprattutto nel ricollocamento. Se un lavoratore nei primi anni di carriera può ancora impostare un percorso di formazione per adattarsi al mercato, un lavoratore specializzato nella stessa mansione da anni, magari vicino alla pensione, dove può essere ricollocato? Certo, secondo Elon Musk tutti i lavori spariranno e noi godremo dei guadagni generati dall’intelligenza artificiale ma questo scenario meravigliosamente comodo non sempre essere il più probabile. Almeno per ora.

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