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La nuova ossessione dei miliardari sono le ossa di dinosauro da appendere in camera da letto

I paleontologi hanno alzato la voce sia contro il mercato nero dei fossili, sia verso l’ossessione i miliardari che decidono di acquistare scheletri di dinosauro da esporre nelle loro collezioni. Il rischio è che reperti fondamentali per la ricerca scientifica finiscano nel salotto del miglior offerente.
A cura di Elisabetta Rosso
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Sono invisibili e pieni di soldi. Comprano alle aste ossa, teschi, denti e li fanno sparire dentro le loro case. Sopra i camini, in camera da letto, dentro una teca di vetro nello studio. Non ci sono solo yacht e ville di lusso nella lista dei desideri dei milionari, ma anche dinosauri. La caccia ai fossili è diventato un business multimilionario da quando un fossile di Tyrannosaurus rex è stato battuto all'asta per 8.4 milioni di dollari. Il mercato è in crescita, a maggio è stato annunciato che uno scheletro di dinosauro Stegosaurus che sarà messo all'asta a circa 6 milioni di dollari. Il rischio è che reperti fondamentali per la ricerca scientifica finiscano nella collezione del miglior offerente. 

"I musei non possono spendere milioni per ogni teschio di dinosauro messo all'asta, il che significa che fossili scientificamente importanti appaiono brevemente sul sito web della casa d'aste e nei media e poi svaniscono nella casa di un collezionista, per non essere mai più visti. E ce ne sono molti che non arrivano nemmeno all'asta pubblica", ha spiegato David Hone, paleontologo della Queen Mary University di Londra, specializzato in dinosauri e pterosauri, in un articolo pubblicato sul Guardian.

"È difficile non essere tristi nel vedere incredibili fossili che potrebbero contribuire alla conoscenza mondiale di questo pianeta e della sua storia essere pubblicizzati per il loro valore scientifico quando molto probabilmente finiranno in un ufficio della Silicon Valley."

Come nascono i collezionisti di ossa

I miliardari si sono accorti dei dinosauri nel 1997. Sue, esemplare fossile di Tyrannosaurus rex, quell'anno venne venduto per 8.4 milioni di dollari a New York a un’asta di Sotheby’s. Il vero boom è iniziato però nel 2018 quando Aguttes, casa d’aste francese, ha venduto un scheletro quasi completo di un dinosauro (si ritiene fosse un parente dell’Allosaurus fragilis) per 2,4 milioni di dollari durante un'asta al primo piano della Torre Eiffel. Il mercato è stato consacrato poi con Stan, uno dei fossili di T. Rex più completi mai trovati, venduto nel 2020 dalla casa d'aste Christie’s per 31,8 milioni di dollari. 

"Da allora c'è stato un notevole aumento della domanda di esemplari di dinosauri", ha spiegato a The Economist Cassandra Hatton, responsabile del dipartimento di storia naturale presso Sotheby's, casa d'aste, questa con sede a New York.

Il mercato nero dei fossili

Come spesso succede nel mercato del lusso non manca la compravendita illegale. Il bracconaggio di fossili ha già una lunga storia, soprattutto in Cina, Mongolia, Argentina e Stati Uniti. Basti penare al caso del Tyrannosaurus Bataar acquistato durante un'asta da Nicolas Cage nel 2007. L'attore è entrato in possesso di un teschio di dinosauro rinvenuto in Mongolia e portato illegalmente negli Usa. Cage ha poi accettato di consegnare alle autorità statunitensi il fossile, acquistato per 276.000 dollari. Il teschio è stato restituito al governo mongolo.

Non è un caso isolato, l'ascesa dei prezzi ha infatti innescato il mercato nero, e i criminali hanno sfruttato i confini deboli per smerciare fossili. C'è chi li ha nascosti dentro scatole per scarpe e chi invece li ha fatti passare alla dogana come ossa di rettile da poco conto. Un fossile venduto a privati nel mercato nero perde però la sua rilevanza scientifica. Non solo, è un problema anche per la ricerca che non può analizzare i reperti.

L'allarme degli paleontologi

I paleontologi hanno alzato la voce sia contro il mercato nero sia verso l'ossessione dei miliardari di acquistare ossa di dinosauro da esporre in salotto. "Come paleontologo, è deprimente essere in uno scavo e trovare costantemente ossa fracassate dai bracconieri che hanno distrutto un teschio per strappare i denti preziosi, o andare a una fiera e vedere file di esemplari provenienti da paesi che hanno un divieto severo e assoluto di eventuali scavi o esportazioni", ha spiegato Hone. "Anche gli esemplari commerciati legalmente sono stati esaminati perché contenevano troppe poche ossa originali (gli scheletri incompleti sono spesso integrati con ossa sostitutive ricavate da altri esemplari), e ho visto alcune affermazioni strane e forse esagerate fatte sui fossili in vendita"

Non solo, come ha spiegato Paul Barrett, paleontologo del Museo di storia naturale di Londra, in una lettera aperta a Christie's nel 2020: "C'è la preoccupazione che ai musei e ad altre istituzioni pubbliche con budget limitati venga impedito l'accesso a esemplari di valore. Gli esemplari fossili venduti a privati ​​sono potenzialmente persi per la scienza".

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