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La nostra prossima casa su Marte ha un aspetto diverso da qualsiasi abitazione: il progetto Hab-1

Le abitazioni spaziali sono state posizionate tra le montagne himalayane del Ladakh, un luogo che presenta condizioni climatiche estreme e aria rarefatta. L’abitazione è costruita interamente in Teflon ed è stata progettata dall’agenzia spaziale indiana Isro. Tra le caratteristiche c’è anche un sistema per smaltire i rifuti in modo autonomo.
A cura di Elisabetta Rosso
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Si chiama Hab-1. Ha un letto, un vano per i kit di emergenza, un angolo cottura per riscaldare i pasti e un bagno. Potrebbe essere qualcosa di molto simile alle future case che costruiremo su un altro pianeta. L'abitazione in Teflon, un tessuto isolante, è stata testata tra le montagne himalayane del Ladakh per la missione Gaganyaan dall'agenzia spaziale indiana Isro. L'obiettivo del test è preparare gli astronauti per le future missioni spaziali.

"Hab-1 è stato progettato tenendo presente che lo spazio sarà molto limitato sulla Luna o su Marte", ha spiegato alla Bbc Aastha Kacha-Jhala, architetto spaziale dello studio Aaka con sede nel Gujarat. Non solo "ci sarà carenza di acqua quindi abbiamo pensato di progettare una toilette a secco e anche un sistema per lo smaltimento dei rifiuti impedire che rimangano gli odori".

Un astronauta ha trascorso tre settimane nella struttura per testare le future abitazioni spaziali. La agenzie di tutto il mondo stanno cercando di costruire basi per esplorare la Luna e Marte, sia per la ricerca, sia per l'addestramento. Isro prevede di posizionare tre astronauti in orbita terrestre bassa a un'altitudine di 400 km per tre giorni. Se tutto andrà secondo i piani, la missione verrà lanciata l'anno prossimo. L'India prevede anche di allestire la sua prima stazione spaziale entro il 2035 e di inviare un uomo sulla Luna entro il 2040.

"Una volta che avremo completato la nostra missione di simulazione, non dovremo più dipendere dalle agenzie spaziali straniere per addestrare i nostri astronauti", afferma il professor Subrat Sharma, preside della facoltà di ricerca presso l'Università del Ladakh, che ha collaborato al progetto.

Perché è stata testata in Ladakh

Il Ladakh, ha spiegato Kacha-Jhala, è stato scelto come luogo dell'esperimento perché "dà una prospettiva geografica, il suo paesaggio roccioso e arido e il suo suolo presentano somiglianze con il materiale e le rocce che si trovano su Marte e in alcune parti del terreno lunare, il che lo rende ideale per la ricerca spaziale". Non solo la regione himalayana al confine tra India e Cina si trova a un'altezza di 3.500 metri e presenta condizioni climatiche estreme e aria rarefatta. La temperatura nell'arco di una giornata qui può variare da un massimo di 20 °C a un minimo di -18 °C. Non paragonabile al clima marziano, dove le temperature toccano i -153°C, o lunari che possono scendere fino a -250 °C.

Come spiega Sharma, "non possiamo andare nello spazio per fare i test ogni volta, abbiamo bisogno di queste aree dove possono essere create condizioni simili a quelle spaziali". Non solo, il Ladakh è una regione dell'India in cui la terra arida si estende per chilometri, "dandoti la sensazione di essere solo sul pianeta". E infatti secondo gli scienziati, uno degli aspetti più importanti della missione è la simulazione dei fattori psicologici per vedere come potrebbero avere un impatto sugli esseri umani la solitudine e la vita estrema nello spazio.

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