La manager di Twitter che dorme in ufficio è sopravvissuta ai licenziamenti di Musk, ma a che prezzo?
Per terra, con un sacco a pelo e la mascherina che copre gli occhi. Esther Crawford fa parte del 50% dei sopravvissuti di Twitter, e ha dovuto dormire sul pavimento del suo ufficio, come dimostra la foto scattata da un suo collega. L'immagine postata sui social è diventata virale. La foto di Crawford voleva essere un segno di incrollabile devozione e invece diventa il simbolo dell'insostenibile produttività di Musk.
L’immagine infatti ha esacerbato tutte le polemiche legate all’acquisizione di Twitter da parte da parte dell'uomo più ricco del mondo dagli orari di lavoro assurdi ai licenziamenti di massa. E c’è anche chi punta il dito contro chi, come Esther, si riduce a dover dormire sul pavimento di un ufficio per tenersi stretto il lavoro.
Secondo il suo profilo LinkedIn, Crawford è stata direttrice della gestione dei prodotti di Twitter per quasi due anni. Lei non è stata licenziata da Musk, anzi, secondo The Information, sta aspettando un avanzamento di carriera. E infatti la foto non è stata postata come segno di protesta, ma come un eco degli ambiziosi obiettivi di Musk.
Le polemiche sul tweet di Esther Crawford
Il product manager di Twitter Spaces Evan Jones ha pubblicato la foto il 2 novembre, (Twitter era stato appena acquistato da Musk, ma il licenziamento di massa sarebbe scattato due giorni dopo). Nella didascalia Jons scrive: "Quando hai bisogno di qualcosa dal tuo capo di Elontwitter." Successivamente, Crawford ha ritwittato la stessa foto con la didascalia: "Quando il tuo team spinge 24 ore su 24 per rispettare le scadenze, a volte tu #SleepWhereYouWork".
Su Twitter non tutti apprezzano l’ironia stacanovista e, o nei commenti, o nei retweet scrivono: “Questa è una testimonianza del suo stile di leadership. La paura non è una caratteristica di un vero leader. Ora credo alle storie dell'orrore dei dipendenti Tesla", e ancora "Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo, tratta le persone come servitori personali o schiavi che richiedono 12 ore/7 giorni", c’è anche chi attacca direttamente Crawford, “Ferma il ciclo", ha scritto un altro utente.
Lei risponde con un entusiastico appello al sacrificio di squadra "Siamo #OneTeam e usiamo l'hashtag #LoveWhereYouWork per mostrarlo, motivo per cui ho ritwittato con #SleepWhereYouWork, un cenno sfacciato ai compagni Tweeps. Siamo stati nel mezzo di una pazza acquisizione pubblica da mesi, ma andiamo avanti e sono così orgogliosa della nostra forza e resilienza".
E poi aggiunge: “Dato che alcune persone stanno perdendo la testa, ti spiego: fare cose difficili richiede sacrificio (tempo, energia, ecc). Ho compagni di squadra in tutto il mondo che si stanno impegnando per portare qualcosa di nuovo alla vita, quindi per me è importante presentarmi con loro e mantenere la squadra”.
Le discutibili pretese di Musk
Non stupisce che Crowford e gli altri sopravvissuti dormano in ufficio. Musk infatti, per raggiungere i suoi obiettivi ha eliminato i giorni di riposo. Chi si occupa si quei progetti critici, come i nuovi modelli di abbonamento, o la verifica degli account fake, deve lavorare “7 giorni su 7, con turni di 12 ore” come spiega Kali Hays a Insider.
Non è una novità. Sia Tesla, sia SpaceX, hanno fatto scuola. Da anni i lavoratori sono sottoposti a turni estenuanti per soddifare gli ambiziosissimi progetti di Musk. Che poi minimizza i malcontenti raccontanto di tutte quelle volte che lui stesso ha dovuto dormire in fabbrica e lavorare 120 ore a settimana.