La guerra ora si combatte con le armi laser: cosa sono e come funzionano
Non è necessario lanciare un missile da milioni di dollari per disattivare un drone, basta interferire con i suoi sistemi di controllo e di navigazione. Per questo la marina americana sta utilizzando armi laser in grado di distruggere droni, missili e aerei. Gli Stati Uniti hanno cominciato impiegare i laser per contrastare gli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi, che hanno schierato un equipaggiamento di droni iraniani economici. Tra ottobre e gennaio 2023 la Royal Navy e la marina americana hanno distrutto oltre 90 velivoli senza pilota e missili lanciati dai ribelli. “È stato un assalto intenso e complesso da parte del gruppo sostenuto dall’Iran”, ha spiegato il Guardian in un rapporto.
Il problema è proprio l'asimmetria dei costi. Per abbattaere un drone da 100.000 dollari è necessario lanciare un SM-2, il missile da difesa aerea che costa circa 2,1 milioni di dollari. È una guerra asimmetrica e per bilanciare i costi entrano sul campo di battaglia i laser. Non sono altro che fasci di luce direzionali, se sufficientemente potenti possono interferire con qualsiasi dispositivo elettronico, causando il suo malfunzionamento. In realtà i laser da tempo vengono impegati in guerra, utilizzati soprattutto per il monitoraggio dei bersagli, il telerilevamento e la puntata di precisione. Per la prima volta però verranno accesi per abbattere i droni.
Come funzionano i raggi laser
I droni sono diventati un'arma strategica sui campi di battaglia, sono entrati in guerra negli anni 2000, ma all'inzio servivano per le operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Poi, si sono trasformati in un'arma offenisva, in grado per esempio di efettuare attacchi aerei. La guerra in Ucraina è stata infatti definita la prima guerra tra droni, entrambi gli eserciti hanno cominciato a usare i dispositivi in modo inedito, inaugurando una nuova era nei combattimenti.
Abbatterli non è semplice, spesso è necessario utilizzare missili che arrivano a costare 1 milione di dollari. Non solo, se mancano il bersaglio rischiano di causare pesanti danni collaterali. Al contrario, se anche un laser non riuscisse a colpire il drone continuerebbe a propagarsi verso l'alto e verrebbe poi assorbito dall'atmosfera.
I laser hanno più vantaggi strategici. Innanzitutto sono economici, possono sparare un numero illimitato di colpi al prezzo di un dollaro l’uno. Sono infatti dispositivi a energia diretta e funzionano grazie alla corrente elettrica. I laser viaggiano alla velocità della luce, una volta che un raggio è acceso, non c'è nessun'arma che possa raggiungerlo e neutralizzarlo, e sono anche molto meno suscettibili alle contromisure.
La nuova guerra dei laser
I laser rimangono una tecnologia in via di sviluppo e prima di essere adottati su larga scala dovranno risolvere alcuni limiti tecnici. È necessario per esempio raggiungere il perfetto equilibrio dei parametri del fascio, come la sua potenza e la forma della lunghezza d'onda, per assicurarsi che il laser possa propagarsi su lunghe distanze colpendo i bersagli individuati.
Non solo, anche gli agenti atmosferici come nebbia, pioggia o nuvole potrebbero influenzare in modo significativo le prestazioni del laser. Tuttavia, i primi test dimostrano l’efficacia di quest’arma, che promette di rivoluzionare la guerra nei prossimi anni. E infatti oltre agli Stati Uniti, anche i britannici della Royal Navy stanno lavorando al loro sistema laser DragonFire, il programma tech da 30 milioni di sterline lanciato nel 2017. L'arma difensiva ha già superato il suo primo test sul campo abbattendo diversi droni al largo della costa della Scozia utilizzando i fasci laser.