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Intelligenza artificiale (IA)

La guerra di Spotify contro l’intelligenza artificiale: “Abbiamo eliminato migliaia di canzoni”

Sulla piattaforma di streaming musicale proliferano brani creati dalle macchine. Si apre così un nuovo dibattito sulle royalty e il diritto d’autore per salvaguardare i musicisti.
A cura di Elisabetta Rosso
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Nemmeno le playlist di Spotify sono al sicuro. In ogni ambito si sta infiltrando un altro tipo di realtà, quella sintetica: sembra umana ma non lo è. E così a un certo punto sulla piattaforma di streaming musicale sono apparse migliaia di canzoni scritte dalle macchine, sia apre così una voragine che mette in crisi case discografiche, artisti, e le regole per il diritto d'autore. Spotify corre ai ripari e dopo le prime avvisaglie ha preso provvedimenti per sradicare la "musica artificiale" dalla piattaforma. Ha eliminato decine di migliaia di canzoni scritte con l'intelligenza artificiale, rimosso i numeri dello streaming e bloccato le royality. 

L'amministratore delegato, Daniel Ek, ha detto agli analisti: "Non credo di aver mai visto nulla di simile nella tecnologia". I brani sembrano avere un denominatore comune, che ha aiutato la piattaforma a scovare la musica prodotta dalle macchine. Sono infatti create con Boomy, un programma che genera musica con l'intelligenza artificiale. È solo uno dei tanti, negli ultimi giorni infatti sono diventati virali le cover finte di artisti famosi, o canzoni ex novo interpretate da pop star. E diventa sempre più difficile riconoscere il falso dal vero.

Le misure di Spotify contro la musica artificiale

Spotify ha dichiarato: “Lo streaming artificiale è un problema di lunga data a livello di settore che stiamo lavorando per eliminare tutto il nostro servizio. Quando identifichiamo o veniamo avvisati di potenziali casi di manipolazione dello streaming, mitighiamo il loro impatto intraprendendo azioni che possono includere la rimozione dei numeri di streaming e la trattenuta delle royalty. Questo ci consente di proteggere i pagamenti delle royalty per artisti onesti e laboriosi".

Spotify ha rimosso circa il 7% delle tracce che erano state caricate da Boomy, praticamente "decine di migliaia" di canzoni, come ha riferito una fonte interna al Finatial Times. Boomy è una piattaforma lanciata due anni fa per creare tracce generate dalle macchine, basta selezionare un mood come "ritmo rap", "malinconico", "notti piovose" per creare nuovi brani, brani che poi gli utenti caricano sulla piattaforma dove chiedono il pagamento dei diritti. Boomy ha spiegato che gli utenti hanno creato oltre 14 milioni di canzoni sulla piattaforma, ma ha ribadito di essere contraria a qualsiasi tipo di manipolazione o streaming artificiale: "Stiamo lavorando con i partner del settore per affrontare questo problema”.

La guerra di Universal

Da mesi Lucian Grainge broker dell'industria musicale e amministratore delegato di Universal, porta avanti una battaglia contro le 100.000 tracce generate dall'IA che ogni giorno vengono caricate sulla piattaforma. Ha spiegato che "il recente sviluppo esplosivo dell'IA generativa, se non controllato, aumenterà sia il flusso di contenuti indesiderati sulle piattaforme sia creerà problemi di diritti rispetto alla legge sul copyright esistente". Michael Nash, chief digital officer di Universal, dopo l'annuncio di Spotify ha dichiarato: "Siamo sempre incoraggiati quando vediamo i nostri partner vigilare sul monitoraggio o sull'attività sulle loro piattaforme"

Ma gli editori di Universal Music Group avevano già alzato la voce per la traccia falsa di Drake e The Weekend, che un utente aveva creato con l'IA e poi caricato su Spotify. Avevano spiegato che la canzone violava le leggi sul copyright e che le piattaforme avevano una "responsabilità legale ed etica". Avevano anche aggiunto che l'IA generativa utilizzando la musica degli artisti viola sia gli accordi con le case di produzione, sia la legge sul copyright: “Da quale parte della storia vogliano stare: dalla parte degli artisti, dei fan e dell'espressione creativa umana, o dalla parte dei deepfake, delle frodi e della negazione agli artisti del dovuto compenso?”.

Come vengono create le canzoni con l'intelligenza artificiale

Ci sono due modi per generare canzoni con l'intelligenza artificiale. Con strumenti come Boomy o Aiva basta quasi solo aprire un software. L'algoritmo si basa su architetture di apprendimento profondo e apprendimento per rinforzo. I compositori elettronici sono in grado di proporre generi differenti, pop, rock, tango, elettronica, e per creare il proprio brano basta accedere, selezionare lo stile desiderato, gli strumenti, e la durata del brano. È anche possibile scegliere i bmp e la nota dominante, dipende dal software. Infine si preme sul tasto “Genera” e in 15 secondi l'IA genera un brano ex novo. 

Un'altra storia invece è per i plagi che hanno invaso i social nelle ultime settimane. Su TikTok c'è Justin Bieber che canta Flowers di Miley Cyrus, Miley Cyrus One more time di Britney Spears, Michael Jackson che rifà Eyes of the tiger, infinite versioni di Drake, Kanye West, Taylor Swift, the Weekend, Ariana Grande e Harry Style. Nessuno di loro ha mai suonato queste cover, sono tutte il risultato di un software che sfrutta l'intelligenza artificiale per sostituire la voce originale con quella di un altro artista. I modelli di machine learning text-to-speech manipolando le forme d’onda di una voce sono in grado di generare in pochissimo tempo la voce di chiunque senza snaturarla. Conservano il timbro vocale, il tono emotivo di un oratore, e anche l'ambiente acustico circostante, tutto questo in pochi secondi.

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