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La guerra degli scacchi non è finita: tra Carlsen-Niemann salta una causa da 100 milioni di dollari

Il 27 giugno è stato il giorno della sentenza. Dopo quasi un anno di congiure, accuse e tradimenti, il giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti ha archiviato la causa per diffamazione da 100 milioni di dollari contro il campione del mondo.
A cura di Elisabetta Rosso
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Aveva ragione Kasparov, il gioco degli scacchi è lo sport più violento che esista. E la guerra tra il fuoriclasse Magnus Carlsen e Hans Niemann, la nuova promessa che ha scalato le classifiche, ne è la dimostrazione. Tutto inizia a St.Luis con il campione del mondo che perde dopo 53 vittorie consecutive. Da quel momento scatta un’escalation fatta di tradimenti, vendette, cause legali, in mezzo ci sono anche anche palline anali e il mondo degli scacchi che si schiera. Ora la saga che va avanti da quasi un anno potrebbe essere arrivata all’ultimo capitolo. Potrebbe. La causa intentata da Niemann contro contro Carlsen, la piattaforma di gioco Chess.com e un altro grande maestro, Hikaru Nakamura, è infatti stata archiviata. Martedì 27 giugno, il giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti Audrey Fleissig ha chiuso la causa per diffamazione da 100 milioni di dollari spiegando che non c’è un legame diretto con il caso Niemann. Ma facciamo un passo indietro.

Cosa è successo a St.Louis

Il 4 settembre in una città del Missouri, St. Louis, sede della Sinquefield Cup., Magnus Carlsen è seduto davanti a Hans Niemann. Poi succede qualcosa, il campione del mondo si ritira. Non era mai successo, soprattutto non nelle competizioni, come la Sinquefield Cup, dove si abbandona il tavolo solo per motivi di salute. Il mistero ha vita breve, il giorno dopo Carlsen su Twitter posta un’inequivocabile intervista di Mourinho che dice: “Se parlo, finisco in grossi guai. Grossi, grossi guai”. In poche parole il Gran Maestro accusa Niemann di aver barato, per questo ha lasciato il tavolo.

Il campione del mondo tocca Niemann sul suo nervo scoperto, la giovane promessa degli scacchi non è pulita. “Una volta a 12, l’altra a 16 anni, durante le partite online su Chess.com”, confessa dopo l’accusa, “ho barato solo per migliorare la classifica e giocare con avversari più forti”. Dichiarazione da segnare, perché verrà poi smentita da un’ indagine di Chess.com. Ma non finisce qui, e sedici giorni dopo la Sinquefield Cup., Carlsen e Niemann si scontrano di nuovo alla Julius Baer Generation Cup. Questa volta però connessi sulla piattaforma di scacchi virtuale Chess24. Il cavallo nero del campione del mondo va in F6. È l’unica mossa della sua partita, poi si ritira spegnendo la webcam. La seconda volta è solo un atto di protesta, Carlsen vuole alzare il polverone. Non ha perso (secondo lui) a St. Louis, o meglio è successo ma solo perché Niemann ha barato.

Gli schieramenti sul campo di guerra

Parte così una caccia alle streghe, il mondo degli scacchi si schiera, chi dalla parte di Niemann, chi (e sono molto di più) dalla parte di Carlsen. L’obiettivo è capire come abbia fatto a barare Niemann, non se l’ha fatto davvero. E iniziano a proliferare strane teorie, dai dispositivi di vibrazione nelle suole delle scarpe connessi a un motore di scacchi digitale, alle palline anali che trasmetterebbero suggerimenti attraverso codice morse. Tutti insomma si impegnano moltissimo per capire come avesse fatto un diciannovenne entrato qualche mese fa nei primi 100 del ranking mondiale a battere il campione indiscusso dal 2013. Queste teorie al limite dell’assurdo sono figlie di una verità molto scomoda. Barare, dal vivo, durante una partita di scacchi, è praticamente impossibile.

I precedenti del giovane Hans

Hans Niemann non certo è pulito. In passato ha barato. Una volta a 12, l’altra a 16 anni, durante le partite online su Chess.com, come ha confessato lui stesso dopo le accuse. Ha detto al commentatore della Sinquefield Cup “mi vergogno, l’ho fatto per migliorare la classifica e giocare con avversari più forti. Non ho mai barato in un gioco over-the-board”, spiega. “Ho deciso che l'unico modo per rimediare al mio errore era dimostrare che potevo vincere gli eventi del tabellone", ha aggiunto.

Chess.com, che, ricordiamo fa parte dello schieramento fedelissimo di Carlesen (ha i suoi buoni motivi per farlo come spiegheremo a breve) ha realizzato un rapporto di 72 pagine, un’analisi di tutte le partite di Niemann sul sito, che smentisce le dichiarazioni dello scacchista. "Nel complesso, abbiamo scoperto che Hans ha probabilmente barato in più di 100 partite di scacchi online, inclusi diversi eventi con premi in denaro".  L’ultima frode sembra risalire al 2020. Per i suoi comportamenti Chess.com ha bandito il giocatore.

La causa portata avanti da Niemann

Niemann a questo punto decide di depositare una causa, sopra ci sono tre nomi. Magnus Carlsen, Danny Rensch, il dirigente di Chess.com, e Hikaru Nakamura, gran maestro americano partner della piattaforma. Poche righe più in basso si legge cifra: 100 milioni di dollari. Il prezzo di una congiura. Secondo Niemann infatti non solo “la sua vita è stata distrutta solo perché ha avuto il coraggio di sconfiggere il cosiddetto re degli scacchi”, come spiega la causa, ma il triangolo degli accusati avrebbe interessi comuni nel distruggerlo. Chess.com infatti è in trattativa per 80 milioni di euro, con Play Magnus, l’app di Carlsen dedicata agli scacchi, Hikaru Nakamura lavora invece da tempo con la piattaforma. Un’alleanza sospetta dove tutti hanno interessi economici a schiacciare Nieman pur di non far crollare la credibilità del campione del mondo. La causa è stata costruita da un lato sulla possibile cospirazione, dall’altro sui danni causati al giovane gran maestro.

"Infuriato dal fatto che il giovane Niemann, di 12 anni più giovane di lui, abbia vinto e temendo che il giovane prodigio avrebbe rovinato il suo marchio multimilionario battendolo di nuovo, Carlsen si è vendicato con cattiveria e malvagità contro Niemann”, scrivono gli avvocati. "Dopo aver consolidato la sua posizione di Re degli scacchi, crede che quando ci si muove nel mondo del gioco, può fare quello che vuole e farla franca", hanno aggiunto. Il Gran Maestro Nakamura, partner di streaming di Chess.com, è anche accusato di aver pubblicato "ore di contenuti video che amplificano e tentano di rafforzare le false accuse di frode di Carlsen". Sommando tutto, secondo l'accusa il prezzo del danno non potrebbe essere meno di 100 milioni di dollari per Niemann.

La sentenza del giudice

Dopo mesi si arriva al 27 giugno, il giorno della sentenza. Il giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, Audrey Fleissig ha spiegato che il legame tra le presunte violazioni della legge antitrust che disciplina la concorrenza leale e il "presunto danno” alla reputazione di Niemann non c’è. "Niemann sembra sostenere che la fusione è anticoncorrenziale perché elimina la concorrenza tra le piattaforme di scacchi ricreativi online. Che sia vero o no, il presunto obiettivo di una tale fusione anticoncorrenziale sarebbero altre piattaforme di scacchi ricreativi online, non Niemann”, spiega Flessing. Ha poi aggiunto di non avere la giurisdizione necessaria per pronunciarsi sulle altre pretese di Niemann relative alla violazione delle norme antitrust e alla diffamazione.

L'avvocato di Carlsen, Craig Reiser, ha dichiarato: "Siamo lieti che la Corte abbia respinto il tentativo di Hans Niemann di recuperare un'immeritata manna dal tribunale federale del Missouri". Anche gli avvocati di Chess.com hanno detto di essere soddisfatti del risultato: "I nostri clienti sono felici di vedere la fine di questa saga e sono lieti che tutte le parti possano ora concentrarsi sulla crescita del gioco degli scacchi". Nakamura in un video pubblicato online ha poi commentato. "Sembra che sia un passo nella giusta direzione". Gli avvocati di Niemann hanno ribattuto dicendo che perseguiranno le accuse di diffamazione in un altro tribunale statale. Molto probabilmente, quindi, è ancora presto per scrivere la parola fine su uno dei peggiori scandali nel mondo degli scacchi.

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