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La grande truffa delle carte Pokémon Beta: un collezionista ha scoperto come sono state create

Il 2024 è stato un anno grandioso per i collezionisti di Pokémon TCG, il gioco di carte collezionabili a tema “pocket monster”: uno dei suoi creatori, Takumi Akabane, ha messo in vendita alcuni pezzi prototipi direttamente dalla sua collezione personale. Peccato che pochi giorni fa un utente abbia scoperto che alcune di queste carte sono delle repliche. Una truffa milionaria.
A cura di Lorena Rao
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Una carta Pokémon, venduta come prototipo certificato per migliaia di dollari, si è rivelata essere un falso: un inganno che ha sconvolto il settore delle carte da gioco collezionabili. Tutto è iniziato nel 2024, quando il mercato – principalmente americano – di collezionisti di Pokémon TCG ha accolto una serie di Carte Beta provenienti dalla collezione personale di Takumi Akabane, uno dei fondatori nonché artista disegnatore del gioco.

Parliamo di pezzi risalenti a prima del 1996, anno in cui il Set Base di Pokémon TGC arriva in Giappone, che raffigurano le bozze delle carte poi diventate canoniche. A validare il tutto la firma dello stesso Akanabe su alcuni pezzi e la certifica della CGC (Certified Guaranty Company). Questi dettagli lasciano comprendere l’alto valore delle varie unità della collezione, secondo Kotaku attestabile tra i 1.000 e 200.000 dollari. In pratica, un giro d’affari dalla portata milionaria. In passato altre truffe per le carte Pokémon si basavano su spedizioni mancate o finti pagamenti.

Come è stata scoperta la truffa

Pochi giorni fa è arrivata la fine del sogno: un utente noto come PFM, nonché possessore di una delle Carte Beta in questione, ha scoperto che molte di esse sono false. Come prova della sua affermazione, PFM ha pubblicato la stenografia di stampa di Nidoqueen Beta. Si tratta di una serie di puntini, lasciati dalla stampante al momento della creazione dell’immagine, che contengono informazioni sul numero di serie della macchina, così come la data della stampa. Ebbene, secondo la stenografia di Nidoqueen Beta, la carta risale al 2024, non agli anni ‘90. Nella collezione ci sono dunque dei falsi che i collezionisti ha pagato anche 20.000 dollari, come nel caso della carta di Pikachu Beta.

TRUFFA POKÉMON | La stenografia di stampa di Nidoqueen Beta
TRUFFA POKÉMON | La stenografia di stampa di Nidoqueen Beta

Chi ha organizzato la truffa

La colpa non è da imputare ad Akabane, che ha collaborato con CGC per validare l’autenticità della collezione, ma a truffatori che sono stati capaci di replicare in maniera quasi perfetta i prototipi originali. Intanto la CGC si è mobilitata attraverso un comunicato stampa, chiedendo a chiunque sia in possesso delle Carte Beta di restituirle all’agenzia per poter effettuare un’analisi più approfondita. “CGC è a conoscenza dei recenti rapporti che mettono in discussione l'autenticità di alcune carte Pokémon Prototype e Playtest. Prendiamo molto sul serio queste affermazioni e stiamo conducendo un'indagine approfondita” riporta il comunicato. “Le carte in questione rappresentano meno dello 0,03% delle carte valutate da CGC".

Ci sono due buone notizie, dunque: la prima è che i falsi rappresentano una piccola percentuale, la seconda è che CGC si sta adoperando per offrire maggiore chiarezza. Ciò non toglie che dei collezionisti siano stati truffati per migliaia di dollari, convinti di avere tra le mani un vero pezzo di storia di Pokémon TCG.

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