La funzione Autopilot di Tesla coinvolta in 13 incidenti mortali: l’accusa del governo Usa
Nemmeno un mese fa, a inizio aprile 2024, Elon Musk aveva fatto impennare le azioni di Tesla annunciando con un laconico post su X (fu Twitter) che ad agosto 2024 sarebbe stato presentato il primo robotaxi a guida completamente autonoma di Tesla. Ora, l'azienda leader nel settore delle auto elettriche è finita al centro di una nuova indagine da parte dell'autorità di regolamentazione per la sicurezza automobilistica – la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) – sui presunti rischi legati alla sicurezza della funzione Autopilot di Tesla.
Venerdì 27 aprile 2024 l'autorità statunitense ha spiegato di aver aperto una seconda indagine dopo quanto emerso da una prima indagine triennale sulla sicurezza di Autopilot: in tre anni, dal 2021 a oggi, la funzione di assistenza al guida di Tesla avrebbe avuto un ruolo in diversi incidenti stradali, di cui 13 mortali con uno o più decessi, in cui "si sarebbe potuto prevedere l'uso improprio della funzione da parte del conducente". Secondo l'autorità di regolamentazione gli strumenti di coinvolgimento del conducente previsti sui veicoli Tesla non sarebbero appropriato per le effettive capacità di Autopilot – che è un sistema di assistenza alla guida, ma non sostituisce il conducente – e questo avrebbe causato un grave problema di sicurezza. Neanche dopo l'aggiornamento introdotto a dicembre 2023 da Tesla su quasi tutti i suoi veicoli in circolazione negli Usa.
Le accuse a Tesla sulla sicurezza di Autopilot
Autopilot è un sistema di "funzionalità avanzate di assistenza alla guida", il cui obiettivo – si legge sul sito di Tesla – è quello di "rendere la guida più sicura e meno stressante". Come ribadisce l'azienda, Autopilot non sostituisce il ruolo del conducente, che infatti deve rimanere sempre con le mani sul volante, pronto ad "adottare misure correttive". In caso contrario, la "mancata osservazione di queste istruzioni potrebbe causare danni, lesioni personali o morte", avverte Tesla.
Eppure, anche ai fronte dei risultati della prima indagine, secondo l'autorità per la sicurezza automobilistica statunitense Tesla non avrebbe fatto abbastanza per chiarire questo punto al conducente. Lo stesso nome della funzione "Autopilot", secondo l'autorità, "potrebbe indurre gli automobilisti a credere che la funzione autonoma abbia capacità migliori di quelle effettive, portandoli a fidarsi più del dovuto di quest'ultima".
Perché l'ultimo aggiornamento di Tesla non è abbastanza
Proprio per rendere più chiari agli automobilisti i limiti della funzione Autopilot, a dicembre 2023, Tesla ha effettuato il più grande richiamo di sempre – questo ha interessato più di due milioni di auto, quasi tutte le Tesla in circolazione negli Stati Uniti -, con l'obiettivo di segnalare in modo più insistente al conducente di fare attenzione mentre è inserita la funzione Autopilot.
Eppure, secondo l'autorità non è ancora abbastanza: l'aggiornamento, per quanto sia stato indirizzato a risolvere le preoccupazioni in fatto di sicurezza, non ha risolto il problema che "pone un irragionevole rischio" per la sicurezza delle persone. Inoltre, spiega l'autorità per la sicurezza automobilistica nel suo comunicato – una parte dell'aggiornamento si attiva solo se il conducente opta per la funzione, inoltre può disattivarlo quando vuole.
A questi limiti individuati dall'agenzia si sommano gli incidenti che si sono continuati a verificare anche dopo l'aggiornamento, da qui la decisione di avviare una nuova indagine per testare le modifiche introdotte dall'ultimo richiamo: l'indagine interesserà tutti i modelli Y, X, S, 3 e Cybertruck che hanno installato la funzione Autopilot prodotti tra il 2012 e il 2024.