La Fabbrica dei Super Bambini: cos’è il progetto pronatalista della Silicon Valley
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Nell'equazione del capitalismo high tech non potevano mancare i bambini. E infatti l'idea che giovani occidentali sani e coscienziosi dovrebbero avere quanti più figli possibile, il prima possibile, è la base del movimento pronatalista. La selezione in laboratorio per creare bambini geneticamente superiori, l'obiettivo finale. Nella Silicon Valley si coltiva il sogno di scongiurare il crollo demografico programmando gravidanze a distanza di 18 mesi e selezionando Dna in provette. Il pronatalista più famoso al mondo è Elon Musk, padre di 12 figli (da poco è stata rilevata l'esistenza di un possibile figlio segreto). "Il crollo della popolazione dovuto ai bassi tassi di natalità è un rischio molto più grande per la civiltà rispetto al riscaldamento globale", aveva dichiarato nel 2022. L'anno dopo aveva urlato sul palco di Atreju, a Roma: "Fate più bambini!".
Non è l'unico. Il CEO di OpenAI, Sam Altman ha investito in diverse startup di tecnologia riproduttiva e vuole progettare ovuli umani a partire da cellule staminali. Jaan Tallinn, co-fondatore di Skype ha donato meno di mezzo milione di dollari alla fondazione pronatalista di Simone e Malcolm Collins, la coppia che è diventata il punto di riferimento del movimento, e il fondatore di Telegram Pavel Durov ha deciso di donare il suo sperma, ora ha almeno 100 figli. Donald Trump è allineato: "Voglio un baby boom!" ha dichiarato alla Conservative Political Action Conference del 2023.
Non stupisce, l'ascesa del pronatalismo fa parte di un cambiamento molto più ampio nella Silicon Valley, che si sta radicalizzando sempre più a destra. Il movimento infatti non spinge a semplicemente a procreare, ma a ripopolare l'Occidente per scongiurare la sostituzione etnica e allevare bambini geneticamente superiori .
Da dove nasce il movimento pronatalista
Possiamo definire pronatalista qualsiasi azione o politica che incoraggi la riproduzione. Per i sostenitori di questo movimento avere molti figli non è una scelta individuale, piuttosto un imperativo sociale. Parte di questo pensiero si basa sul logtermism (chiamato anche altruismo effettivo), una corrente filosofica che da tempo affascina l'élite della Silicon Valley. Semplificando, il longtermism utilizza i calcoli per capire come le persone possono utilizzare il proprio tempo, denaro e risorse per aiutare al meglio gli altri.
Il pronatalismo non è stato inventato dalla Silicon Valley, già durante la prima guerra mondiale si formarono movimenti pronatalisti e furono approvate leggi che proibivano i contraccettivi e l'aborto (il movimento, nonostante venga negato dai sostenitori, contiene forti echi di fondamentalismo cristiano). Eppure l'élite tecnologica ha rinforzato l'altra faccia del pronatalismo, quella mostruosa.
La faccia mostruosa del nuovo baby boom
Sulla carta il movimento pronatalista è mosso da preoccupazioni razionali. I tassi di fertilità sono bassi, l'invecchiamento della popolazione rischia di bloccare lo sviluppo e mettere a dura prova le risorse statali e i sistemi di assistenza sociale. Ma questo sta succedendo nei Paesi industriali, più ricchi, in tutta l'Africa i tassi di natalità stanno aumentando. In Niger, Ciad, Somalia. Questo ci porta a una seconda e più inquietante definizione di pronatalismo: un progetto politico o ideologico per incoraggiare le nascite di uno specifico gruppo civile, etnico o nazionale.
E infatti Nick Bostrom, uno dei padri fondatori del longtermism, ha paura che il calo della fertilità tra "individui intellettualmente talentuosi" potesse portare alla scomparsa della "società civile avanzata". Gli obiettivi dei pronatalisti si sovrappongono a quelli dei cospirazionisti che supportano la "teoria della grande sostituzione ", la convinzione che persone di origine europea siano demograficamente sostituite da chi fa figli a un ritmo più veloce.
Non sorprende, quindi, quando vediamo suprematisti bianchi partecipare a eventi pronatalisti. Il movimento risuona con le famigerate 14 parole della supremazia bianca: "Dobbiamo garantire l'esistenza del nostro popolo e un futuro per i bambini bianchi". In breve, il problema del pronatalismo non è il declino della riproduzione, ma chi si riproduce.
La fabbrica dei super bambini
L'ultimo scalino del movimento pronatalista sono i super bambini selezionati geneticamente. Negli Stati Uniti, lo screening genetico non è regolamentato. Ci sono diverse aziende però che testano gli embrioni, tra queste c'è la Genomic Prediction sostenuta da Sam Altman. Lo screening genetico permette di identificare la presenza di patologie genetiche o anomalie cromosomiche in fasi molto precoci dello sviluppo di un embrione. Non solo, gli scienziati sostengono che è possibile prevedere ogni cosa, quanto sarà felice, il suo reddito, il suo QI. I futuri genitori possono quindi creare figli su misura. Non a caso i prenatalisti credono che il Dna sia tutto, l'educazione è un influenza quasi irrilevante, avere quindi un solido patrimonio genetico è fondamentale.
"Ovviamente, abbiamo esaminato il QI", hanno spiegato Malcolm e Simone Collins al Guardian. La coppia, che sta costruendo una famiglia manifesto per la missione pronatalista, ha anche scartato gli embrioni con rischio elevati per il cancro e ciò che Simone chiama "cose legate alla salute mentale come schizofrenia, Alzheimer, depressione e ansia."
In nome della vita più sana possibile per i figli, i pronatalisti stanno riducendo l'essere umano a un corredo genetico. Una versione hight tech dell'eugenetica per permettere non solo all'élite di ripopolare il mondo con i suoi eredi ma di pre ordinare i proprio bambini massimizzando il loro Dna.