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Opinioni
News sull'incidente a Roma tra Lamborghini e Smart

La corsa degli youtuber in Lamborghini era la corsa verso un mondo che non esiste

Nel pomeriggio del 15 giugno un gruppo di youtuber a bordo di un suv Lamborghini Urus è rimasto coinvolto in un incidente a Roma. Lo scontro è avvenuto con una Smart che aveva a bordo una madre con i suoi due bambini. Gli youtuber sono illesi. Uno dei due bambini è morto. Aveva 5 anni. Gli youtuber stavano girando un video: “50 ore dentro una Lamborghini Urus”.
A cura di Valerio Berra
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Crea contenuti, cresci nei numeri, coltiva la community. Comincia a fare collaborazioni, molla la scuola, molla il lavoro. Dedicati ai social. E soprattutto: “Credi nei tuoi sogni”. Il mantra delle piattaforme lo conosciamo a memoria. Fino a qualche anno fa potevano ancora esserci le persone che per caso diventano youtuber. “Pubblicavo video in cameretta, non pensavo di diventare famoso”. “Io volevo solo condividere la mia passione, non mi aspettavo questo successo”. Tutto questo poteva aver senso quando ancora nessuno pensava che si potessero fare i soldi sui social. Un tempo abbastanza lontano.

E infatti per i The Borderline non è mai stato così. Gli youtuber di Roma coinvolti nell’incidente che è costato la vita a un bimbo di 5 anni hanno aperto il loro canale nel settembre del 2020. Il primo video è arrivato il 24 dicembre 2020, Vigilia di Natale. Titolo “Regalo 1.000 euro ai Senzatetto”. Dentro c’è già tutto. Soggetto clickbait, grafiche del canale, montaggio con suoni, scritte ed effetti.

E c’è anche Matteo Di Pietro volto e fondatore del canale. Ora indagato per omicidio stradale, una posizione aggravata dal test positivo ai cannabinoidi. Nel video ci sono anche le magliette griffate The Borderline. Pure il merchandise è già pronto. Tutto quello che serve per seguire le tracce di chi prima di loro aveva già cominciato a sfruttare YouTube per pubblicare esperimenti sociali, sfide ai limiti della sopravvivenza o scherzi alle persone incontrate per strada.

Un modello. Meglio. Una promessa. Una serie di regole non scritte che possono trasformarsi in una fonte di reddito. Come abbiamo visto in passato. Come i giornali hanno raccontato. Come gli stessi youtuber hanno continuato a spiegare con video sulla loro storia, libri autobiografici malscritti e spettacoli teatrali. Tutto un immaginario che ha dipinto il lavoro di youtuber come fosse una carriera esattamente come le altre. Con le sue cose da sapere, le sue tappe e i suoi risultati. Tutto con un’illusione: basta una camera e una buona idea.

Tutto quello che non vediamo di YouTube

La differenza è che non siamo nel 2010. Non basta una camera e non basta una buona idea. YouTube non è una piattaforma fatta da ragazzini che si autoproducono i video. È un mercato, anche abbastanza saturo. Sono entrate le agenzie pubblicitarie, le agenzie di management, sono entrate società che si occupano di grafiche, montaggio video e promozione sui social. Per distinguersi bisogna osare di più e puntare a modelli più lontani. I The Borderline hanno puntato al modello più lontano possibile: MrBeast, lo youtuber con più iscritti al mondo.

MrBeast ha dichiarato di investire quattro milioni di dollari a video. Dietro di lui c’è una struttura talmente grossa che comprende anche un team di contabilità impegnato a valutare la sostenibilità finanziaria di ogni progetto. Un modello che gli consente di fare video in Antartide, nel deserto e a bordo di yacht da milioni di dollari. Contenuti che attirano ancora più soldi e ancora più inserzionisti. Che rendono sempre più ricche e sempre più famose le persone che compaiono nei video. Un modello che i The Borderline hanno rincorso senza avere nemmeno lontanamente una struttura paragonabile a quella del loro idolo.

Nell’auto erano solo loro, senza autisti, senza responsabili della sicurezza, senza avvocati o medici. Hanno improvvisato, non hanno considerati i rischi, accecati dalla voglia di raggiungere un obiettivo, di diventare come i protagonisti dei video che hanno guardato durante tutta la loro adolescenza. Hanno cominciato una corsa che è arrivata fino a questo punto. Fino a pensare che noleggiare un auto da 600 CV e viverci dentro per 50 ore fosse il modo migliore per prendersi un pezzo di futuro.

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Vengo dalla provincia di Milano e dagli anni '90. Questo non dice tutto di me, ma quasi. Ora Capo Area della redazione Tecnologia e Scienze a Fanpage.it, prima cronista a Settegiorni, studente alla Scuola Walter Tobagi, stagista a RaiNews24, collaboratore al Corriere della Sera e membro della prima redazione di Open. 
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