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La Commissione Europea ha nel mirino Amazon: vuole sapere se i robot aspirapolvere spiano dentro casa

Il colosso dell’e-commerce ha comprato iRobot, il produttore dei Roomba. L’elettrodomestico è finito al centro di uno scandalo per aver scattato la foto di una donna seduta sul water pubblicata sui social.
A cura di Elisabetta Rosso
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Gli indizi per un’indagine formale ci sono tutti. La Commissione europea ha messo gli occhi su Amazon che ha acquistato ad agosto iRobot, il produttore degli aspirapolvere intelligenti Roomba, per 1,7 miliardi di dollari. Al momento, come riporta il Financial Times, Bruxelles ha inviato solo una serie di domande, ma questo, di solito è il primo passo di un iter legislativo più complesso.

Da un lato c’è il rischio che l’acquisizione sia uno sforzo muscolare di Amazon per conquistare sempre più terreno violando le regole della libera concorrenza. Dall’altro la paura che il gigante dell’e-commerce diventi ancora più invadente. Se Alexa è stato l’orecchio capace di “ascoltare” e raccogliere i dati degli utenti, ora i Roomba potrebbero diventare l’esercito di occhi che entrano nelle case per conto di Amazon. A gennaio 2022 infatti erano state pubblicate su Facebook foto scattate dagli aspirapolvere intelligenti, tra queste c’era l’immagine di un bambino e di una donna seduta sul water.

“I funzionari dell'UE stanno cercando di determinare quanto sia importante questo accordo per Amazon e come potrebbe usarlo per combinare i dati che già raccoglie con Alexa, la tecnologia di assistente vocale dell'azienda, per ottenere un vantaggio competitivo", è la dichiarazione del portavoce dell'Unione europea riportata dal Financial Times.

L'aspirapolvere che spia dentro le case

A gennaio 2022 il MIT Technology Review ha ricevuto 15 screenshot scattati da un'aspirapolvere e poi pubblicati su gruppi chiusi di social media. Tra questi anche immagini intime, di persone svestite, o sedute sul water. Il viaggio degli scatti rubati parte dalle case. Gli elettrodomestici scivolano, osservano, scattano fotografie perché sono affamati di dati. Servono per sviluppare l’apprendimento automatico e renderli più performanti. Ma non fanno tutto da soli, è necessario l’intervento umano. Infatti le foto scattate vengono inviate a Scale Ai, una start up dove lavoratori (umani) di tutto il mondo etichettano i dati, gli audio, e le foto. In poche parole insegnano ai Roomba come evitare gli ostacoli, mappare le case, adattare agli spazi le strategie di pulizia.

Scale Ai, leader nel mercato, ha arruolato migliaia di lavoratori dalle nazioni meno ricche. Nel 2020 poi ha inaugurato Project IO per catalogare tutte le immagini raccolte e insegnare ai Roomba come muoversi. Il problema è che le foto e i dati personali sono stati poi pubblicati dagli etichettatori dentro i loro gruppi Facebook o Discord. E il caso è diventato un esempio per dimostrare quanto sia semplice violare la privacy degli utenti, sollevando anche questioni etiche sulla raccolta senza consenso dei dati.

La risposta di Amazon e iRobot

Amazon ha annunciato l'acquisizione di iRobot ad agosto, ora dovrà rispondere alle domande esplorative inviate dalla Commissione europea. "Stiamo lavorando in collaborazione con le autorità di regolamentazione competenti nella loro revisione della fusione", ha detto un portavoce di Amazon a Gizmodo. Ha poi aggiunto che l’indagine non è nuova, dato che Amazon e iRobot hanno concordato l'autorizzazione da parte della Commissione europea ai sensi dell'HSR Act nel deposito pubblico di iRobot presso il Securities and Exchange Committee nel settembre 2022.

"Amazon condivide la nostra passione per la creazione di innovazioni ponderate che consentano alle persone di fare di più a casa, e non riesco a pensare a un posto migliore in cui il nostro team possa continuare la nostra missione", ha spiegato Colin Angle, co fondatore di iRobot in un comunicato stampa. Come spiega Reuters, Amazon però deve ancora chiedere formalmente l'approvazione della Commissione europea, che in accordo con le autorità di regolamentazione antitrust statunitensi e britanniche sta attuando politiche più severe e controlli stringenti verso le grandi società che acquisiscono rivali più piccoli.

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