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Intelligenza artificiale (IA)

La candidata sindaca di Taranto che non è mai esistita: chi è Anna Luce D’Amico

La candidata è stata creata con l’IA per denunciare le scelte politiche della città, provocazioni a parte una sindaca artificiale non è una soluzione. Sicuramente l’IA deve essere integrata nell’amministrazione pubblica, ma l’eccessiva fiducia verso la tecnologia potrebbe essere pericolosa.
A cura di Elisabetta Rosso
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Capelli scuri, sorriso abbozzato e una giacca blu casual, “Anna Luce D’Amico non ha legami con partiti, lobby o vecchie logiche di potere", si legge nella nota stampa. "Non fa promesse irrealizzabili e non scende a compromessi con i giochi di palazzo. Si concentra su soluzioni, non su scuse. Non è una politica come le altre." No, non lo è, già solo per il fatto che non esiste. Anna Luce D'Amico è stata creata con l‘intelligenza artificiale.

È stata realizzata da Pierluca Tagariello, responsabile della comunicazione di Roma Capitale, e Andrea Santoro, founder di Santoro comunicare, che hanno deciso di candidarla come sindaca di Taranto. È una mossa provocatoria, spiegano in una nota, la città "ha vissuto anni di promesse non mantenute, scelte sbagliate e amministrazioni poco efficaci. Oggi, in un'epoca in cui la tecnologia sta migliorando ogni aspetto della nostra vita, perché non dovrebbe fare lo stesso con la politica? È proprio da questa riflessione che nasce Anna Luce D’Amico, la prima candidata sindaca nata grazie al contributo dell’Intelligenza Artificiale e pensata per portare efficienza, trasparenza e dati concreti al servizio della città”.

La sindaca creata con l'IA può solo essere una provocazione

Il cognome D'Amico è tra i più diffusi a Taranto, e Anna Luce ha qualcosa di evocativo, spiegano. "La sua candidatura rappresenta un esperimento innovativo che solleva una domanda fondamentale: se l’Intelligenza Artificiale può migliorare la medicina, la mobilità e l’industria, perché non dovrebbe supportare il governo di una città? Taranto merita un’amministrazione che si basi sui dati e non sulle ideologie, che prenda decisioni fondate su fatti concreti piuttosto che su favoritismi”.

La sindaca artificiale ha presentato anche un programma, "le priorità saranno la tutela della salute e dell’ambiente, con decisioni basate su dati scientifici per garantire una bonifica efficace del territorio e una qualità della vita migliore. L’attenzione al lavoro e all’economia si traduce in un piano di sostegno alle piccole imprese, nella promozione di una riconversione industriale sostenibile e in una politica di sviluppo che favorisca l’occupazione senza compromettere la salute pubblica”.

Il suo obiettivo, spiegano, "è creare un’amministrazione priva di favoritismi, dove i cittadini siano protagonisti grazie a strumenti digitali che favoriscano il coinvolgimento diretto e un sistema di bilancio partecipativo. La candidatura di Anna Luce D’Amico – conclude la nota- non è solo una sfida elettorale, ma un’opportunità per elevare il dibattito politico a Taranto e in tutta Italia".

Provocazioni a parte, una candidata creata con l'intelligenza artificiale non è una soluzione. Sicuramente l'IA deve essere integrata nell'amministrazione pubblica per migliorare i servizi e velocizzare i processi, rimane però un strumento in mano agli umani che devono decidere come utilizzarla. L'eccessiva fiducia verso la tecnologia come soluzione a tutti i mali non solo è un abbaglio, ma anche una speranza pericolosa. 

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