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IT-Alert, nuovi test dal 30 gennaio: quando e dove suonano i telefoni per il messaggio di allerta

Dal 30 gennaio riprendono i test IT-Alert per rischio specifico: suonano i telefoni in Liguria, Marche e Lazio. Tra le categorie di catastrofi che riguarderanno la nuova simulazione ci sono: il collasso di una grande diga e un incidente industriale rilevante. I test del sistema di allerta nazionale si svolgeranno tra il 30 gennaio e il 6 febbraio 2024: ecco in quali aree e le date.
A cura di Elisabetta Rosso
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La Protezione Civile ha annunciato un’altra ondata di test IT-Alert per rischio specifico in aree ristrette. Dal 30 gennaio al 6 febbraio gli smartphone suoneranno in Liguria, Marche e Lazio. Il sistema di allarme pubblico nazionale avvisa la popolazione con un messaggio sul cellulare in caso di rischi imminenti, e nei mesi scorsi è stato sperimentato in tutte le regioni, ma gli ultimi test sono diversi. L'obiettivo infatti è provare IT-Alert per tre categorie specifiche di catastrofi: il collasso di una grande diga, un incidente industriale rilevante, e un incidente nucleare oltre i confini nazionali. La Protezione Civile punta a un test mirato, dedicato ad aree circoscritte. Suoneranno alle ore 12 quindi tutti i cellulari accesi delle zone selezionate, e a seconda dell'area arriverà il messaggio specifico. Una volta terminato il test bisognerà prima interagire con il telefono per disattivare l'allarme, e poi compilare il questionario.

"L’obiettivo di questi test declinati su rischi specifici ha lo scopo di familiarizzare con la ricezione del messaggio IT-Alert", si legge nel comunicato della Protezione Civile. Il messaggio di test arriverà sui cellulari che si troveranno nelle aree target, tra queste lo Stabilimento IPLOM (Liguria) per simulare incidente rilevante a stabilimenti industriali soggetti alla Direttiva Seveso, la diga di Rio Canale (Marche), e la diga di Collemezzo (Lazio) per provare l'allarme in caso di collasso di grandi dighe. Nei mesi scorsi il messaggio di testo era molto generico. Si trattava infatti di un test effettuato in ogni regione per verificare la tecnologia e preparare gli utenti. Il 19 e il 20 dicembre 2023 in Puglia, Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Sardegna è iniziata la campagna di test per rischi specifici, continuata poi con una seconda ondata tra il 22 e il 26 gennaio.

Nuovi test IT-Alert per rischio specifico: date e regioni coinvolte

La nuova ondata di test si svolgerà tra il 30 gennaio e il 6 febbraio in Liguria, Marche e Lazio. Ecco le date e le regioni che saranno coinvolte nella sperimentazione:

30 gennaio, ore 12 , incidente rilevante a stabilimenti industriali

  • Regione Liguria, Stabilimento IPLOM, Busalla, Mignanego, Ronco Scrivia e Savignone (GE)

31 gennaio, ore 12, allarme per il collasso grandi dighe

  • Regione Marche, Diga di Rio Canale – Massignano (AP), Campofilone (FM)

6 febbraio, ore 12, allarme per il collasso grandi dighe

  • Regione Lazio, Diga di Collemezzo – Ceprano, Arce, San Giovanni Incarico (FR)

La Protezione Civile ha spiegato che le date dei test potrebbero subire variazioni "nel caso in cui i sistemi di protezione civile regionali si dovessero trovare impegnati in attività per eventuali allerte meteo-idro in atto o per situazioni di emergenza".

La precedente fase di sperimentazione

La campagna di IT-Alert è iniziata il 28 giugno in Toscana, nell'arco dei cinque mesi successivi l'allarme è suonato in tutte le regioni italiane, (le date sono state programmate sulla base del calendario proposto dalla Protezione civile). L'obiettivo era infatti testare la tecnologia per capire i punti deboli e correggerli nel caso si verificasse una catastrofe. Nella maggior parte dei casi non ci sono stati problemi ma in ogni sperimentazione si registra sempre qualche errore di sistema. È capitato per esempio che la notifica non arrivasse, o che lo smartphone continuasse a suonare anche dopo l'allarme. Il messaggio è anche arrivato nella regione sbagliata.

La Protezione Civile ha spiegato che IT-Alert sarà operativo a partire da febbraio 2024, e suonerà in caso di alluvioni come quelle in Emilia Romagna, o di terremoti, per esempio quelli che si sono verificati nei Campi Flegrei. L'sms infatti vuole “minimizzare l'esposizione individuale e collettiva” al pericolo che fa scattare l'allarme. Il sistema è pensato per salvare quante più vite possibili durante un disastro naturale o altro evento catastrofico.

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