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“Io su quel sommergibile non ci sarei mai salito”: la testimonianza dell’ex direttore tecnico del Titan

La testimonianza di Tony Nissen è fondamentale per capire i possibili danni tecnici e le falle del sommergibile. Non è semplice ricostruire le cause dell’incidente, eppure c’è una lunga lista di errori che potrebbero aver compromesso la sicurezza del Titan.
A cura di Elisabetta Rosso
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"Io lì non ci entro". A parlare Tony Nissen. L'ex direttore tecnico di OceanGate è stato il primo testimone dell'udienza sul Titan. La Marine Board of Investigations (MBI) della Guardia Costiera ascolterà 10 ex dipendenti di OceanGate per rispondere alla domanda più importante: cosa non ha funzionato. "Su migliaia di indagini condotte, nessuna era arrivata sin'ora a questo livello", ha spiegato Jason Neubauer, il presidente del Board di inchiesta. "Ci auguriamo che questa udienza contribuisca a far luce sulla causa della tragedia e a impedire che episodi simili si ripetano".

L'udienza pubblica è iniziata con una cronologia animata per mostrare le ultime ore del Titan, compaiono anche i messaggi dei passeggeri, uno inviato il 18 luglio 2023 a circa 2400 metri poco prima dell'implosione recitava: "tutto bene qui". Poi il Titan è imploso uccidendo Stockton Rush, co-fondatore della società OceanGate proprietaria del sommergibile, e altre quattro persone a bordo. Le foto, i video e le testimonianze sembrano andare tutte nella stessa direzione: il sommergibile di OceanGate non era sicuro.

La testimonianza di Nissen è fondamentale per capire i possibili danni tecnici e le falle del sommergibile. "Il mio lavoro consisteva più nel radunare tutti e sollevare questioni tecniche", ha spiegato durante l'udienza. "Abbiamo effettuato più test, ma c'erano spesso dei problemi. In un'immersione, è stata trovata una crepa nello scafo che si è rivelata più grande di quanto avessero inizialmente pensato."

Alla domanda se ci fosse pressione per far entrare Titan in acqua, Nissen ha risposto: "Al 100%". Non solo. Rush avrebbe anche chiesto a Nissen di essere il pilota del Titan durante le missioni di visita al Titanic. "Io ho rifiutato!", ha spiegato Nissan. "Gli ho detto: Non ci entro", l'ex direttore tecnico infatti non si fidava della squadra operativa. "Ma non mi fidavo nemmeno di Stockton", ha aggiunto.

La testimonianza dell'ex direttore tecnico Nissen

Nissen, è stato assunto nel 2016 come direttore tecnico presso OceanGate, poi nel 2019 ha detto di essere stato licenziato dopo essersi rifiutato di approvare una spedizione al relitto del Titanic quell'anno perché riteneva che lo scafo del Titan non fosse sicuro. Nissen all'inizio è stato contattato da OceanGate per "mettere insieme le parti e iniziare a realizzarle", ha spiegato. "Non mi è stato chiesto di progettare un sottomarino. Non mi è mai stato detto che sarebbero andati a vedere il Titanic", solo che il sottomarino sarebbe servito per visitare un relitto. 

"Dato il tempo e i limiti che avevamo, abbiamo fatto tutti i test e abbiamo coinvolto tutti gli esperti che abbiamo potuto trovare. L'abbiamo costruito come un aereo", ha spiegato Nissen durante la sua testimonianza. "Il mio progetto consisteva nel raccogliere dati in modo da prevenire un guasto catastrofico e, in ultima analisi, la perdita di vite umane".

I problemi di sicurezza del Titan

Non è semplice ricostruire le cause dell'incidente, eppure c'è una lunga lista di errori che potrebbero aver compromesso la sicurezza del Titan. Per esempio. Il sommergibile è stato lasciato esposto al freddo e agli elementi atmosferici durante il suo stoccaggio per sette mesi nel 2022 e nel 2023, e lo scafo non è mai stato esaminato da terze parti, hanno spiegato i rappresentanti della Guardia Costiera. Non solo. Durante un test nel 2018, spiega Nissen, il sottomarino è stato colpito da un fulmine. Le misurazioni sullo scafo del Titan hanno mostrato che si stava flettendo oltre il limite di sicurezza calcolato. Il pilota avrebbe anche trovato una crepa nello scafo sperimentale in carbonio.

"Quello scafo non era recuperabile" per questo motivo Nissen rifiutò di dare il via libera alla spedizione programmata per l'anno successivo. "Non ho voluto dare il mio consenso, quindi sono stato licenziato". Prima di partire il 24 maggio 2023, il Titan aveva anche affrontato una tempesta. Il giorno dopo era stato trovato mezzo affondato, con danni alla carenatura del cono e della coda. Tre giorni dopo era stata organizzata un’immersione di prova: qui sono stati riscontrati 13 problemi di sicurezza alle apparecchiature necessarie per la missione.

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