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Intelligenza artificiale (IA)

“Intervista a Michael Schumacher”, come è stato costruito il falso dell’intelligenza artificiale

Il design delle risposte pubblicate da Schumacher è uguale a quello del portale Character.Ai. Il chatbot con cui sono state create le domande non è molto avanzato dal punto di vista informatico: le risposte sono sterili e preconfezionate.
A cura di Valerio Berra
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“Io sono Michael Schumacher, ho vinto per sette volte il campionato di Formula 1 e sono ancora il pilota che detiene più vittorie! Vuoi un autografo?”. Queste sono le prime parole che Michael Schumacher ha rivolto ai giornalisti della rivista tedesca Die Aktuelle. O meglio. Queste sono le prime parole che il chatbot di Michael Schumacher ha rivolto a chi ha pensato di registrarsi sulla piattaforma di intelligenza artificiale Character.Ai e organizzare un’intervista a un grande atleta delle cui condizioni non si conosce più praticamente nulla da circa dieci anni.

Il Die Aktuelle ha pubblicato questo dialogo in prima pagina con un titolo difficilmente fraintendibile: “Das Erste Interview!”, “La prima intervista”. Un titolone giallo con dietro il volto del pilota. Sotto però qualche lancio lascia già intendere che qualcosa non funziona. Si leggono frasi come “Cosa c’è dietro” o “Suona ingannevolmente reale”.

L’intervista è stata fatta tutta con un chatbot basato sull’intelligenza artificiale. E questo, chiariamolo, non è detto con una nota a margine ma è ben chiaro fin dall’inizio dell’articolo. Ci sono anche le immagini della conversazioni e la foto di Papa Francesco che indossa l’ormai famoso piumino Moncler.

Tutta l’operazione ha sollevato più di una critica visto che da tempo la famiglia ha deciso una linea di totale riservatezza sulle condizioni di salute del campione dopo che nel 2013 una caduta sulle piste da sci di Méribel, in Francia, gli ha provocato gravi danni neurologici. Nel documentario Netflix intitolato Schumacher la moglie Corinna Betsch ha detto: “Michael ci ha sempre protetti e ora stiamo proteggendo Michael”.

Come funziona Character.Ai

Al netto della scelta editoriale e dei dubbi che un progetto del genere può sollevare, il portale utilizzato per creare questo dialogo è basato su una serie di meccanismi banali. Per chiarirci, non siamo assolutamente al livello di quello che abbiamo visto con i testi di ChatGPT o le fotografie di Midjourney. Secondo il quotidiano britannico The Independent, questo chatbot è Character.Ai.

Il funzionamento è abbastanza semplice, vi lasciamo qui anche un articolo dove lo abbiamo provato. Si accede al portale, si crea un account gratuito per poter usare tutti i servizi in cambio di qualche dato e poi si inizia. A disposizione degli utenti ci sono decine di chatbot, da quelli che fingono di essere Socrate a quelli che si spostano su un più ovvio Elon Musk. Ma ci sono anche Billie Eilish, la Regina Elisabetta II, Bill Gates e Cristiano Ronaldo.

L’esperienza non è entusiasmante. I chatbot spesso offrono risposte preconfezionate, sterili senza nessuna possibilità di variare. Chiunque può costruire un personaggio, creare una libreria fatta di biografie, citazioni o canzoni e poi pubblicarla per mettere a disposizione di tutti. Il chatbot utilizzato per fare l’intervista di Schumacher non sembra più raggiungibile, almeno dall’Italia. Abbiamo provato con l’unico rimasto. Sembra uno di quelli fatti peggio. Quando gli abbiamo chiesto “Sei reale?” ci ha risposto “Certo che non reale, non sarei qui se non lo fossi, stupido!”.

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