Incidente a Mestre, davvero i bus elettrici prendono fuoco più facilmente? La risposta dell’esperto
Non è ancora chiara la dinamica dell’incidente di Mestre, il bus è precipitato da un cavalcavia causando 21 morti e 15 feriti, e sembra che a causare lo schianto sia stato un malessere dell’autista. Eppure il caso sta sollevando anche altre ipotesi che mettono in discussione la sicurezza dei bus elettrici, per esempio che i veicoli prendano fuoco più facilmente. Non è proprio così. “Sicuramente è una vicenda che necessita accertamenti, ma non punterei subito il dito sugli autobus elettrici. Partirei per esempio dall’analisi del guardrail, poi si dovrebbe considerare il contatto con i cavi dell’alta tensione perché sembra che l’autobus sia caduto in prossimità dei binari” ha spiegato a Fanpage.it Alessandro Ruvio, professore di sistemi elettrici per la mobilità alla Sapienza.
E infatti l'azienda australiana EV FireSafe, che monitora gli incendi delle batterie dei veicoli elettrici in tutto il mondo, ha registrato dal 2010 a giugno 2023, solo 393 incendi a livello globale, su circa 30 milioni di veicoli elettrici in circolazione. Quindi solo lo 0,0012%. L’azienda ha anche analizzato una serie di rapporti nazionali sui veicoli a benzina e diesel, riscontrando un rischio pari allo 0,1% di prendere fuoco. Un rischio 80 volte maggiore rispetto al tasso riscontrato da EV Firesafe per i veicoli elettrici. “Inoltre proprio qualche giorno fa a San Giovanni Suergiu, Sardegna i veicoli con motori a combustione interna a causa di un incidente hanno preso fuoco. Quindi qualsiasi veicolo può incendiarsi per eventi molto critici come per esempio gli urti”, ha sottolineato Ruvio. Il bus infatti ha preso fuoco solo dopo la caduta, è escluso, quindi, che un incendio causato da un guasto tecnico o da un altro imprevisto, sia tra le cause dell’incidente.
Il problema delle batterie a ioni di litio
Come dicevamo, non è vero che è più facile per un autobus elettrico prendere fuoco, ma una volta innescato l’incendio è più difficile spegnerlo: “L'incendio originato da reazioni chiminche produce ossigeno, che a sua volta aumenta ulteriormente l'incendio, permettendogli di sostenersi autonomamente. Quindi sicuramente se c’è un incendio l’autobus elettrico avrà una criticità importante” spiega Ruvio. Gli incendi delle batterie al litio bruciano a temperature estremamente elevate, possono durare giorni, spesso infatti si riaccendono anche quando il fuoco sembra essersi calmato. Non solo se non gestiti adeguatamente, gli incendi delle batterie possono emettere gas e sostanze chimiche altamente tossici per molte ore.
Le nuove linee guida
“Si stanno cercando nuove soluzioni per esempio si sta lavorando sugli elettroliti solidi per contenere questi problemi. La ricerca è sempre più spinta sul campo per diminuire i malfunzionamenti e trovare nuove strategie per minimizzare i rischi”. Non solo, a livello mondiale sono state sviluppate linee guida sui veicoli elettrici, dimostrazioni di soccorso stradale, e formazione sulla sicurezza antincendio. I soccorsi infatti hanno riscontrato problemi subito dopo l’incendio: “Tra le difficoltà il fatto che il pullman era elettrico, con le batterie”, ha spiegato il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Mauro Luongo. “Purtroppo hanno preso fuoco con l’impatto. Le batterie hanno delle criticità quando sono calde. Ecco perché le operazioni sono state un pò più lunghe per rimuovere il mezzo”.
Come funziona il Bms
Come spiega Ruvio anche il mezzo più sicuro del mondo se riscontra criticità può creare una situazione distruttiva: “All’interno di un autobus elettrico c’è un sistema che si chiama Bms, Battery management system, un sistema di monitoraggio per la carica della batteria in modo tale da gestire in autonomia la sicurezza e del veicolo. Gestisce per esempio il pacco batterie, rileva lo stato di funzionamenti, di carica, monitora le tensione, la temperatura, la corrente, insomma fa operazioni di controllo sul sistema batterie”. Il Bms ottimizza le prestazioni dell’auto elettrica e garantisce la sicurezza del pacco batterie.
“La perforazione interna di una generica batteria agli ioni di litio, per un urto molto forte contro una barriera o a causa di una caduta, potrebbe favorire la creazione di un incendio a causa dell’alto rischio di infiammabilità dell’elettrolita liquido che fuoriesce. Ma per il normale esercizio dei veicoli elettrici c'è il Bms.”
Cosa provoca gli incendi dei veicoli elettrici
Le batterie dei veicoli elettrici immagazzinano molta energia in uno spazio molto piccolo. Quindi se un cortocircuito viene danneggiato si innesca una reazione a catena chiamata fuga termica in cui la batteria genera più calore di quello che può dissipare. Una batteria può prendere fuoco per diversi motivi, come spiegava Ruvio per esempio una collisione ma anche per difetti di fabbricazione, guasti alla batteria, o surriscaldamento. Secondo EV FireSafe il 18% degli incendi si è verificato durante la ricarica dei veicoli e il 2% entro un'ora dalla disconnessione dal caricabatterie.