“In sette ore 10 milioni di iscritti su Threads”: cosa c’è dietro al successo della nuova app di Meta
Non è proprio un social nuovo, Threads è un'app satellite di Instagram che vuole fare concorrenza a Twitter, e questo può essere un punto di partenza per analizzare il boom di iscritti subito dopo il lancio: "10 milioni in sette ore", ha scritto Zuckerberg con un'emoji, "strabiliante". Il numero dipende da diversi fattori, come dicevano Threads è un costola di Instagram, che ha già una base di 2 miliardi di utenti attivi (sono circa 8 volte quelli di Twitter), e per iscriversi basata accedere al proprio profilo. Si cerca nella barra di ricerca "Threads" e così appare un biglietto da visita con nome e QR Code che permette il passaggio automatico da Instagram. Semplicissimo. Un vantaggio rispetto agli altri rivali di Twitter come Bluesky e Mastodon che invece hanno un complesso processo di registrazione che finisce per disincentivare gli utenti.
Oltre la comodità c'è poi il tempismo. Non a caso il nuovo social di Meta viene chiamato il "killer di Twitter", Zuckerberg l'ha pensato proprio per dare una nuova casa a tutti gli utenti che si sono sentiti traditi dopo l'arrivo di Elon Musk. Il miliardario ha infatti trasformato la piattaforma, licenziato buona parte dell'area di moderazione, sostituito l'ufficio stampa con un programma che invia automaticamente l'emoji della cacca, fomentato i gruppi transfobici in nome di una liberà di parola che ha trasformato Twitter in una terra selvaggia. Non è piaciuto a tutti. Anche gli inserzionisti sono fuggiti per non vedere i loro prodotti sponsorizzati in mezzo a contenuti violenti e offensivi, e così Meta ha colto l'occasione per creare il rivale color confetto. Threads infatti sembra essere la versione buona di Twitter. Interfaccia, funzioni, dinamiche sono uguali, cambiano gli intenti, i colori e gli obiettivi. Threads vuole essere "un'esperienza positiva di dialogo". Diventa più chiaro come mai il nuovo social di Zuckerberg abbia riscosso successo sin da subito. Si tratta di un numero importante, certo. Come spiega Forbes, Facebook ha impiegato 852 giorni per raggiungere 10 milioni di utenti, mentre Twitter 780. Threads nemmeno un giorno, però è partito in rincorsa, sostenuto dai 2 miliardi di utenti di Instagram e dalla rabbia degli esuli di Twitter.
Come funziona Thread
"I thread sono il luogo in cui le comunità si riuniscono per discutere di tutto, dagli argomenti che ti interessano oggi a ciò che sarà di tendenza domani", afferma la descrizione dell'app . "Qualunque cosa ti interessi, puoi seguire e connetterti direttamente con i tuoi creator preferiti e altri che amano le stesse cose, oppure creare un tuo fedele seguito per condividere le tue idee, opinioni e creatività con il mondo". Ha un feed in cui pubblicare dei micropost, e si potrà rispondere con dei commenti, ripotare dei contenuti e allegare immagini e foto.
Tra le novità introdotte da Threads c'è l'integrazione di ActivityPub, il protocollo per social media decentralizzato utilizzato da Mastodon. Un modo per rendere l'app satellite più democratica anche se non è ancora chiaro come verrà implementata. Se funzionerà come su Mastodon gli utenti potranno creare un feed che non è governato da alcuna logica algoritmica, i post verranno mostrati solo in ordine cronologico. La nuova app satellite di Meta però è stata lanciata solo negli Stati Uniti, non ancora nell'UE a causa di problemi normativi. Il Garante della privacy irlandese infatti ha bloccato il lancio perché Threads raccoglie dati personali come posizione, cronologia, contatti, acquisti, ha aggiunto che se Meta non si adatterà al regolamento per la protezione dei dati personali dell'Unione europea, il divieto potrebbe diventare permanente.
L'arte di copiare bene
Tra le prime critiche a Threads c'è l'inquietante somiglianza con il suo rivale, Twitter. Come spiegavamo prima funziona allo stesso modo, e anche l'interfaccia è simile. Ma per Meta non è la prima volta, negli anni ha raffinato l'arte di guardare cosa succede intorno e reinventarsi. Basta pensare alle "Storie di Instagram", lanciate del 2016, una copia della funzione già esistente su Snapchat dove era possibile pubblicare video e foto che scomparivano dopo 24 ore. Ma anche "Instagram Reel" del 2020 è una copia di TikTok. Ora Meta guarda a Twitter decisa a diventare l'alternativa per tutti i dissidenti delusi dalla rivoluzione di Elon Musk.