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In questo videogioco c’è tutto il soft power che arriva dal Giappone: il caso di Persona 3 Reload

Dopo una prima apparizione nel 2006 apprezzata in Giappone e da una piccola nicchia occidentale, ora Persona 3 è pronto a conquistare il pubblico internazionale tramite un remake che è tra i più attesi del 2024. Un episodio che dimostra quanto sia forte il soft power giapponese oggi.
A cura di Lorena Rao
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In Persona 3 Reload interpretiamo un liceale giapponese. La mattina dobbiamo svegliarci presto per andare a scuola. Una volta arrivati, attenzione a rispondere correttamente alle interrogazioni repentine dei professori, così possiamo ottenere punti fascino tra i compagni classe. Dopo lo studio, è bene coltivare le relazioni sociali con amici e conoscenti, magari andando a mangiare una fumosa ciotola di ramen o dei roventi takoyaki, le tipiche polpettine di polpo giapponesi, nella zona commerciale di Iwatodai. Siamo su un’isola artificiale, un po’ come Odaiba a Tokyo, ma qui la città è di fantasia, nonostante riprenda il mood della metropoli giapponese.

Quando si fa sera, occorre scegliere se è il caso di lavorare part-time presso il popolare cafè bar in un centro commerciale, sfogarsi al karaoke come insegna l'anime Netflix Aggretsuko o stare al dormitorio con i propri compagni. Un dubbio che viene del tutto eliminato quando si avvicina la Luna piena. In quel caso è meglio combattere con il proprio team le Ombre del Tartaro, una torre gigantesca e spettrale che appare a mezzanotte, mentre il resto della popolazione, inconscia di tutto, dorme dentro delle bare.

La società giapponese in Persona 3

È possibile riassumere così il remake di Persona 3, apprezzato gioco di ruolo giapponese sviluppato da Atlus e lanciato per PlayStation 2 in Giappone nel 2006. In generale, la serie di Persona nasce come spin-off di Shin Megami Tensei, altro storico gioco di ruolo giapponese di Atlus. La differenza tra le due serie sta nel fatto che Shin Megami Tensei si concentra su temi religiosi e occulti, mentre Persona mette al centro i giovani adolescenti alle prese con le contraddizioni della società nipponica. Non a caso, la lotta contro le Ombre del Tartaro, nome che rievoca l'Ade dell'Antica Grecia, avviene attraverso le Personae, spiriti di ribellione sopiti dentro ognuno di noi. Per evocarli, in Persona 3 i personaggi si sparano in testa. Un’immagine forte, violenta, che però manda chiaro il suo messaggio: liberare il vero sé uccidendo la maschera imposta dalla società.

PERSONA 3 RELOAD | Il protagonista del gioco. Attraverso i dialoghi e le scelte possiamo influenzare i rapporti con amici e conoscenti
PERSONA 3 RELOAD | Il protagonista del gioco. Attraverso i dialoghi e le scelte possiamo influenzare i rapporti con amici e conoscenti

Un po’ come Neon Genesis Evangelion di Hideaki Anno, Persona utilizza simbolismo e protagonisti adolescenti per mostrare la pressione a cui sono sottoposte le giovani generazioni di giapponesi, nonostante le contraddizioni che vivono siano frutto degli adulti. Il tutto partendo dal concetto di “inconscio collettivo” di Carl Gustav Jung. A differenza della cultura occidentale, iper individualista e dedita all’appagamento personale, quella giapponese si fonda sul concetto di sinergia della collettività affinché la società funzioni. Ogni individuo deve dunque rientrare negli schemi preposti dall'opinione pubblica nipponica, che è molto conservatrice, altrimenti il rischio è quella di diventare un reietto da isolare, al pari dei pericoli che incombono dall'esterno. A differenza però delle classiche produzioni fantastiche nipponiche, che individuano i nemici al di fuori della società, Persona li trova suo interno.

PERSONA 3 RELOAD | Una scena del combattimento contro le Ombre del misterioso Tartaro. Da notare l'estetica del menu
PERSONA 3 RELOAD | Una scena del combattimento contro le Ombre del misterioso Tartaro. Da notare l'estetica del menu

Per riuscire in questa critica, Persona 3 e gli altri capitoli appartenenti alla serie utilizzano una struttura dualistica: di giorno bisogna svolgere attività tipiche di un adolescente, quindi andare a scuola, stringere amicizie, mettere da parte dei soldi. In breve, essere un membro attivo della società, vero e proprio mantra della cultura giapponese. Di notte invece prende forma la lotta apocalittica contro le misteriose Ombre, che altro non sono che metafora del tracollo ultimo della società.  Il gioco funziona perfettamente: ci sentiamo sopraffatti dalle tante cose da fare. Sorridiamo durante le scenette esagerate che rimando agli anime e manga giapponesi; sentiamo un malessere interiore quando vengono affrontate tematiche quali il bullismo – fisico e psicologico – nelle scuole, la pressione sociale che porta alla rinuncia del benessere personale per accontentare l'opinione pubblica. Il tutto è reso frizzante da uno stile groove-pop, a tratti anche rap, che nel remake raggiunge livelli davvero sopraffini. Un contrasto di toni e stili che si riflette anche sui combattimenti, a turni ma dinamici e ricchi di sfumature.

Come si è diffuso il soft power giapponese

Se già Persona 3 resta un videogioco di grande valore, l’inedito remake fa un lavoro meraviglioso che modernizza i ritmi di gioco, aggiunge meccaniche sociali e ripulisce l’estetica e il suono del capitolo originale. Tuttavia, al di là degli indubbi meriti, è interessante notare perché, oggi, un gioco conosciuto un tempo solo in Giappone e da una piccola nicchia occidentale, sia tra i titoli più attesi del 2024. Il merito va dato a Persona 5, capitolo del 2017 che ha reso popolare la serie in tutto il mondo data la sua incredibile qualità che condensa in maniera perfetta quanto testato in Persona 3 e in Persona 4, arrivando a vendere più di 8 milioni di copie in tutto il mondo. Un record per la serie e per Atlus. Ma c’è un altro elemento da tenere in considerazione: il soft-power, termine coniato nel 2002 dal politologo Joseph Nye per indicare la capacità attrattiva di un paese tramite la sua cultura. E il Giappone è stato un maestro in questo. Tutta la sua produzione pop – anime, manga, videogiochi ma anche musica come il j-pop o il j-rock – ha contribuito a rendere il paese del Sol Levante la "terra degli otaku".

PERSONA 3 RELOAD | Nel corso del gioco si possono intraprendere alcune attività per migliorare gli attributi di Coraggio, Fascino e Sapere, fondamentali per le relazioni sociali
PERSONA 3 RELOAD | Nel corso del gioco si possono intraprendere alcune attività per migliorare gli attributi di Coraggio, Fascino e Sapere, fondamentali per le relazioni sociali

Oggi ci troviamo a uno stadio successivo, nonostante la percezione comune sia quella di vedere il Giappone schiacciato dalla Cina e soprattutto dalla Corea del Sud, che tra drama, k-pop e cultura della skin care pare stia diffondendo il suo modello in tutto il mondo. In realtà le cose sono ben diverse. Con i suoi paradossi ed eccentricità, il Giappone negli ultimi anni è diventato un paese che attrae la massa. “Quel che mi affascina è notare come l’America usi la denuncia delle sue debolezze per invadere l’immaginario del pubblico, proprio nel momento in cui non ha più la volontà o i mezzi per essere il gendarme del mondo. Il soft power dell’America continua a progredire, nel momento in cui l’hard power si indebolisce considerevolmente”, dice Dominique Moïsi in La gèopolitique des sèries.

Ecco, questo concetto si presta bene anche per indicare la salute immaginifica del Giappone: lontano dal mito di super potenza che ha coinvolto il paese prima dell’esplosione della bolla immobiliare degli anni '90, ora mostra le sue peculiarità ricche di contrasti per conquistare l’immaginario collettivo. Una visione ben delineata da Matt Alt in Pop. Come la cultura giapponese ha conquistato il mondo, saggio del 2023.

PERSONA 3 RELOAD | Bebe è uno dei tanti personaggi con cui poter interagire. È uno studente francese affascinato dal Giappone.
PERSONA 3 RELOAD | Bebe è uno dei tanti personaggi con cui poter interagire. È uno studente francese affascinato dal Giappone.

Basta fare scrolling su Instagram e TikTok per venire rapiti dai video che recitano “The next station is Shibuya”, o che mostrano persone anziane dedite al loro lavoro (aspetto che emerge pure in Persona 3 Reload tramite una tenera coppia che gestisce una vecchia libreria), o ancora, contenuti sui cibi tipici preparati con cura (altro elemento ricorrente all’interno del gioco) e di altri spaccati che rendono attraente la cultura giapponese agli occhi della massa internazionale.

Per questa ragione ha senso giocare a Persona 3 Reload, un titolo che per certi versi risulta inferiore a Persona 5 per motivi esclusivamente temporali, ma che riesce a restituire un’immagine di un Giappone che è critico con se stesso per permettere un’alternativa migliore, adatta alle giovani generazioni che dovranno prendere le redini del futuro. Un gioco accessibile anche a chi non è esperto videogiocatore, ma che saprà rivelarsi irresistibile per chi ama il Giappone e i suoi paradossi. Il gioco è disponibile per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC.

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