“Il web è come la cocaina”, cosa dice la relazione con cui il governo Meloni ha vietato gli smartphone in classe
C’è una relazione che è stata allegata alla circolare con cui il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha vietato l’uso degli smartphone in classe. O meglio, ha ribadito un divieto già attivo dal 2007. Sono quattro pagine in cui sono scritte tutte le considerazioni finali di un’indagine conoscitiva portata avanti nella scorsa legislatura dalla Commissione sull’Istruzione pubblica del Senato.
Il titolo è “Indagine sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento”. La firma è di Andrea Cangini, ex senatore di Forza Italia e ora segretario della Fondazione Luigi Einaudi. Nei risultati dell’indagine si legge: “A preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza”.
Cangini: “Il quadro è allarmante”
La relazione firmata dal senatore Cangini e allegata alla circolare di Valditara è stato solo l’inizio di un progetto più ampio. Partendo da qui il senatore Cangini ha creato il progetto CocaWeb, un libro e poi una serie di incontri dal vivo dedicati al legame tra smartphone, social, videogiochi e le droghe. Il sottotitolo del portale di CocaWeb è “Salvare una generazione – Contenere un potere”.
Un legame che, secondo Cangini è sempre più stretto, come ha spiegato a Fanpage.it: “Dall’indagine conoscitiva che ho promosso in Parlamento è emerso un quadro allarmante. I meccanismi celebrarli posti in atto da uso di smartphone e videogiochi sono uguali a quelli innescati dalla cocaina, a partire dal rilascio di dopamina”.
Anche se Cangini non è più in Parlamento, sostiene che l’azione del governo stia seguendo la rotta giusta: “Preservare l’ambiente della scuola dall’abuso di smartphone è un modo per spingere i ragazzi a farne a meno”.
Gli smartphone in classe
Un tema aperto sugli smartphone a scuola riguarda l’uso di questi dispositivi come strumenti per la didattica. Nella circolare di Valditara c’è una dispensa per lo smartphone in classe: gli studenti possono usarlo solo in caso di uso didattico. I ragazzi quindi possono usare i loro dispositivi in attività decise dai professori con fini legati all’apprendimento.
In alcune scuole è una prassi, come ci ha spiegato Sandro Marenco, professore e creator di TikTok: “Quando devo fare pezzi di letteratura mi piace pescare nelle emozioni dei ragazzi per analizzarle insieme, ma più sono profonde più sono private e magari qualcuno non se la sente di manifestare i propri pensieri davanti a tutti”.
Anche qui, per Cangini, qualche problema potrebbe esserci: "Non sono un reazionario, ho una cultura prettamente liberale. Però le cose vanno gestite con equilibrio. L’uso degli smartphone applicato all’insegnamento può aiutare ad appassionare i giovani. Allo stesso tempo c’è un’azione colossale di lobbying. Ricordiamoci poi che la scrittura permette di apprendere meglio di qualsiasi strumento digitale”.