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Il videogioco del 1993 che ispira ancora generazioni di creativi: il caso unico di Doom

Nel 2025 si gioca ancora a Doom, un videogame del 1993. In realtà non si tratta del gioco originale ma di reinterpetazioni di programmatori e creativi. Le più recenti: Doom PDF e Doom The Gallery Expierence. Due esperimenti legati a una storia fatta di intuizioni, libertà creativa e viralità.
A cura di Valerio Berra
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Musica metal, demoni e un arsenale di armi devastante. È con questo trittico di elementi che il videogioco Doom ha scosso il settore del gaming e cambiato per sempre la storia degli sparatutto in prima persona. Un titolo lanciato su PC nel 1993,  che a distanza di oltre 30 anni riesce a conquistare nuova linfa vitale, grazie a un mix fatto di libertà creativa e viralità web. Lo dimostrano due casi recenti che hanno risvegliato l’attenzione attorno a quello che è a tutti gli effetti un mito.

Occorre precisare che, all’interno della community videoludica, circola un po’ da sempre l’ossessione di “far girare” Doom su qualsiasi cosa. Negli anni, abbiamo visto lo sparatutto di id Software giocato su test di gravidanza, calcolatrici e bancomat. Ora è arrivata la volta di Doom giocabile gratis in formato PDF. La prodezza è ad opera di un sviluppatore noto sul web col nick “ading2210”. Una volta aperto il file da browser, è possibile controllare il protagonista, il Doomguy, e dare inizio alla carneficina di demoni. I comandi sono inseriti direttamente nel documento, ma si può giocare anche immettendoli dalla tastiera.

DOOM | Ecco come appare la schermata iniziale di Doom PDF
DOOM | Ecco come appare la schermata iniziale di Doom PDF

Ancora più interessante è l’esperimento realizzato da Filippo Meozzi e Liamo Stone, intitolato Doom: The Gallery Experience. Qui le armi diventano calici di vino e i demoni opere d’arte, tra quadri e sculture. Anche la colonna sonora cambia: niente metal, ma musica classica. Il Doomguy invece indossa dei sottili occhiali da intellettuale. Praticamente un anti-Doom, che abbandona la frenesia e l’adrenalina tipica di un videogioco sparatutto, per regalare un’esperienza rilassante ed educativa: in The Gallery Experience, si può sapere di più sulle opere presenti tramite dei link d'approfondimento curati dal Metropolitan Museum of Art di New York. Il gioco è scaricabile gratis su itch.io.

DOOM | Uno screen tratto da Doom: The Gallery Experience
DOOM | Uno screen tratto da Doom: The Gallery Experience

Perché Doom è popolare ancora oggi

Lo status di cult ottenuto da Doom è stato reso possibile dalla lungimiranza di John Cormack e John Romero, co-fondatori di id Software e creatori del gioco. Oggi sono delle icone, non solo per Doom, ma anche per Wolfenstein 3D e Quake. Come spiegato in High Score, la serie Netflix che ripercorre gli esordi del videogioco, al momento del lancio di Doom, gli sviluppatori avevano deciso di rendere disponibile il suo codice sorgente a chi lo acquistava. In altre parole, gli acquirenti potevano sia giocare al titolo di id Software sia sostituire i personaggi, i suoni e le texture esistenti con le proprie creazioni, così da personalizzare al massimo l’esperienza, oltre a poterla condividere con altri utenti.

Questo ha portato negli anni a una prolificazione di "cloni" di Doom, tra reinterpretazioni fantasy, piratesche o in cui si combatte con uno spazzolino da denti. Doom PDF e Doom: The Gallery Experience sono l'evoluzione di questo processo creativo collettivo che ha alimentato negli anni un vero e proprio mito, ancora oggi capace di sopravvivere e ispirare.

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