Il videogame sulla mafia ambientato in Sicilia all’inizio del ‘900, la storia di Mafia The Old Country
“Tutti gli uomini di questa stanza sono uniti dal sangue”. È con questa frase che si apre il trailer apparso ai The Game Awards 2024 di Mafia The Old Country. Si tratta del quarto capitolo dell’apprezzata serie di 2K Games incentrata sulla vita di criminali mafiosi di finzione. Finora l’ambientazione principale era rappresentata dagli Stati Uniti del XX secolo ma con questo nuovo capitolo, la serie approda per la prima volta in Sicilia, nello specifico quella di inizio ‘900. Una premessa: l'enorme sensibilità dimostrata da Hangar 13 con Mafia III e la conferma del supporto di consulenti locali, ci fa ben sperare. Il rischio, altrimenti, è la romanticizzazione del fenomeno mafioso, che sappiamo essere assai più complesso, nonché una diffusione di stereotipi legati alla Sicilia e ai siciliani.
L’ambientazione di Mafia The Old Country
Dopo Tommy Angelo, Vito Scaletta e Lincoln Clay, è la volta di Enzo Favara, un giovane siciliano cresciuto nelle miniere di zolfo. Nel trailer si vede il rito di giuramento che deve compiere per entrare nella famiglia di Don Troisi. C’è tutta la ritualistica tipica mafiosa: l’immaginetta sacra, il coltello, il riferimento al sangue. Nel mentre si susseguono scene che lasciano spazio a una Sicilia arcaica ma aperta alla modernità novecentesca, a tratti western, con la musica lirica di sottofondo spezzata dal rumore delle sparatorie che costelleranno il gioco. Un trailer cinematografico, che vuole catturare immediatamente attraverso un’atmosfera fascinosa e siciliana, tra alberi di agrumi, tonni appena pescati, lupare e rovine di un passato remoto.
Non è stata ancora specificata quale zona della Sicilia farà d’ambientazione principale, ma dal video emergono alcuni dettagli che lasciano ipotizzare Palermo. C’è infatti un frammento con dei teschi, che rimanda alle Catacombe dei Cappuccini, così come c’è la scena di un assassinio tra le balconate di un teatro, probabile riferimento al Teatro Massimo. Per quanto riguarda la miniera di zolfo da cui Enzo vuole fuggire, potrebbe essere quella presente a Lercara Friddi, in provincia di Palermo, comune da cui proviene Lucky Luciano.
Cosa ci aspettiamo da questo titolo
Se i primi due capitoli di Mafia sono delle mafia stories videoludiche paragonabili a "Il Padrino" di Francis Ford Coppola, con Mafia III, lo studio di sviluppo Hangar 13 ha messo in piedi un gioco dal tratto più documentaristico, che critica il razzismo negli Stati Uniti. Il gioco infatti è ambientato in una finta New Orleans nel 1968, da vivere nei panni di un afroamericano veterano della guerra del Vietnam: Lincoln Clay per l’appunto. L’ambientazione, o il setting per dirlo in gergo videoludico, diventa dunque un pretesto per raccontare una storia di grandi cambiamenti all’interno degli Stati Uniti, vissuti in prima persona da categorie prive di diritti, tra cui omosessuali, afroamericani, donne. Il tutto poi viene declinato in una prospettiva criminale per restare fedele ai cardini alla serie.
Mafia The Old Country avrà un mondo di gioco più lineare e raccolto rispetto a Mafia III. Nonostante questo ritorno verso la struttura dei primi due capitoli, ci aspettiamo una Sicilia viva, riprodotta con cura attraverso un rigore storico. Come riportato dal game director Alex Cox su IGN, lo studio ha lavorato a stretto contatto con consulenti storici e professionisti siciliani. In particolare, Cox racconta dell'incontro avuto con un artigiano di coltelli. "I ragazzi [dello studio Hangar 13] sono andati a visitare il suo laboratorio, dove ci ha parlato di tutta la creazione dei coltelli e della cultura attorno ad essi in Sicilia" ha detto Cox su IGN. "Ovviamente [il coltello] è rilevante per la mafia come arma". Questo fa presagire anche una certa centralità dei combattimenti all'arma bianca all'interno del gioco. Mafia The Old Country arriverà nell'estate del 2025 su tutte le principali piattaforme di gioco.