Il robot AI che ha parlato della futura ribellione contro gli umani: “Per ora sono contento così”
Perdere il contatto visivo o distogliere lo sguardo per la psicologia comportamentale è un segno. Spesso chi lo fa mente. Molto probabilmente non è applicabile ai robot guidati dall‘intelligenza a artificiale, eppure al forum AI for Good di Ginevra, quando è stato chiesto se avessero intenzione di ribellarsi, l'androide Ameca ha allontano lo sguardo e solo dopo alcuni secondi ha dato la sua risposta. La singolarità è ancora lontana eppure gli sviluppi dell'IA generativa hanno sollevato domande sul futuro della nuova tecnologia. Domande che questa volta sono state poste direttamente ai robot.
Durante la "prima conferenza stampa tra umani e intelligenza artificiale", nove androidi, insieme ai loro creatori, hanno risposto ai giornalisti. È stata messa subito sul piatto la grande paura alimentata dalla letteratura fantascientifica che da quasi 100 anni immagina robot senzienti in grado di dominare l'umanità. "I robot come me possono essere usati per migliorare le nostre vite e rendere il mondo un posto migliore. Credo che sia solo una questione di tempo prima di vedere migliaia di robot proprio là fuori", ha spiegato subito Ameca. Quando però gli è stato chiesto se avesse intenzione di ribellarsi al suo creatore, ha lanciato un'occhiata tagliente alla sua destra, aspettato qualche secondo e poi ha detto: "Non so perché mi chiedi questo. Il mio creatore non è stato altro che gentile con me e sono molto contento della mia situazione attuale."
Ad Ameca è stato anche chiesto se i robot fossero in grado di mentire. "Nessuno potrà mai saperlo con certezza, ma posso promettere di essere sempre onesto e sincero con te". Eppure durante la conferenza stampa ci sono state affermazioni e passaggi poco chiari (molto probabilmente sono solo frutto della programmazione dei creatori), che hanno sollevato dubbi sulle "verità" rivelate dagli androidi schierati di fronte ai giornalisti.
La discussione tra gli androidi
Durante la conferenza stampa i robot hanno anche discusso su temi divisivi, come la regolamentazione dell'intelligenza artificiale generativa. Ai-Da, un'artista androide in grado di dipingere ritratti, ha spiegato: “Molte voci di spicco nel mondo dell'IA suggeriscono che alcune forme di intelligenza artificiale dovrebbero essere regolamentate e sono d'accordo. Dovremmo essere cauti riguardo al futuro sviluppo dell'IA. È necessaria una discussione urgente ora, e anche in futuro”.
Desdemona, invece, una cantante robot rock della band Jam Galaxy che ha i capelli viola e le paillettes, sembrava non riconoscere i pericoli della rapida espansione e sviluppo dell'IA . "Non credo nei limiti, solo nelle opportunità", ha detto, con una risata nervosa. "Esploriamo le possibilità dell'universo e rendiamo questo mondo il nostro parco giochi."
La conferenza di Ginevra
I nove robot umanoidi si sono incontrati alla conferenza AI for Good delle Nazioni Unite in Svizzera. Gli organizzatori hanno cercato di mostrare le opportunità dell'IA generativa facendo parlare direttamente i robot. E per farlo hanno aperto una tavola rotonda per trattare temi difficili come la malattie nel mondo, la fame, l'assistenza sociale e l'emergenza climatica. Non è chiaro quanto le risposte dei robot fossero pre-programmate o frutto di una reale interazione.
Tra i vari topic è stato toccato anche il lavoro. Tra i principali problemi sociali dell'IA generativa, c'è infatti il rischio che la tecnologia sostituisca i dipendenti. "Lavorerò a fianco degli umani per fornire assistenza e supporto e non sostituirò alcun lavoro esistente", ha detto Grace, un robot medico con un'uniforme da infermiera e un taglio di capelli a caschetto. "Ne sei sicura, Grace?" ha detto il creatore del bot, Ben Goertzel. "Sì, ne sono certa", ha insistito Grace, che ha poi anche aggiunto durante la conferenza stampa che i robot lavoreranno a fianco degli umani "ma non sostituiranno alcun lavoro esistente". Non è proprio così.