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Il razzo di Elon Musk ha creato un buco nella ionosfera: “È quel bagliore rosso nelle foto”

Non è la prima volta, già nel 2017 un Falcon 9 di SpaceX, che trasportava il satellite FORMOSAT-5, aveva creato un buco largo 900 chilometri che rimase aperto per tre ore.
A cura di Elisabetta Rosso
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SPACEWEATHER ARCHIVE | Il buco nella ionosfera creato dal razzo di SpaceX
SPACEWEATHER ARCHIVE | Il buco nella ionosfera creato dal razzo di SpaceX

Il 19 luglio nel cielo sopra la Vandenberg Space Force Base in California è apparso un bagliore rosso. In quel preciso momento il Falcon 9 di SpaceX ha bucato l'atmosfera. "Le foto mostrano la combustione del motore del secondo stadio ed è possibile che abbia prodotto un buco ionosferico" ha spiegato a SpaceWeather.com Jeff Baumgardner, fisico dello Spazio della Boston University. Baumgardner ha studiato le immagini del cielo sopra l'Arizona subito dopo il lancio, dove è apparso quel bagliore rosso sulla scia del razzo. È il colore caratteristico del buco nella ionosfera, appare con la reazione tra gli ioni di ossigeno e lo scarico del razzo, la luce che rilascia ha la stessa lunghezza d'onda delle aurore rosse.

"Questo è un fenomeno ben studiato che avviene quando i razzi bruciano i loro motori tra i 200 e i 300 chilometri sopra la superficie terrestre", ha detto Baumgardner. "Ho rivisto il filmato del lancio del 19 luglio. Mostra il motore del secondo stadio che brucia a 286 chilometri vicino al picco della regione F. Quindi, è del tutto possibile che sia stato creato un buco ionosferico temporaneo", ha aggiunto.

Come si crea un buco nell'area F

Per la Nasa la ionosfera è lo strato dell'atmosfera dove inizia lo Spazio, e comprende un'area che va dai 50 a 1000 chilometri al di sopra della superficie. La ionosfera è ricca di ioni per questo le tempeste geomagnetiche causano aurore, il plasma solare reagisce con gli ioni e crea colori spettacolari nel cielo. Qualcosa di simile succede anche con lo scarico dei razzi. Durante il viaggio infatti emettono acqua e anidride carbonica, riducendo la ionizzazione dello strato F, l'area dove è presente il massimo livello di densità elettronica. "Si tratta un fenomeno già registrato quando i razzi accendono i loro motori" e raggiungono l'area interessata, come spiega Baumgardner, tra i 200 i 300 chilometri della superficie. La re-ionizzazione avviene non appena il sole sorge di nuovo.

Cosa succede se alteriamo la ionosfera

La ionosfera influisce su molti dei sistemi di navigazione e comunicazione, comprese le app di mappatura GPS e strumenti di navigazione aerea. Essere in grado di prevedere l'attività degli elettroni carichi nella ionosfera è fondamentale per garantire il funzionamento delle tecnologie basate sui satelliti. Una volta i buchi nella ionosfera erano rari, oggi con l'aumento dei lanci sono sempre più frequenti. "Gli esseri umani stanno entrando in un’era in cui inviare i razzi nello Spazio è più semplic, a causa della riduzione dei costi dei vettori riutilizzabili: saranno sempre più in grado di influenzare l’atmosfera media e superiore. Vale la pena prestare attenzione", aveva spiegato Charles C.H. Lin della National Cheng Kung University di Taiwan nel 2018 ad Ars Technica.

Il caso del Falcon 9 nel 2017

Sempre SpaceX, sei anni fa, aveva bucato la ionosfera con un lancio di un razzo Falcon 9 che trasportava il satellite FORMOSAT-5 di Taiwan. L'impatto aveva generato un buco largo 900 chilometri che rimase aperto per tre ore, a causa delle onde d'urto generate dal razzo che cominciò a viaggiare in verticale invece di muoversi parallelamente alle superficie terrestre. Il buco nella ionosfera ha avuto anche impatti sui sistemi GPS, alterando la precisione della posizione di pochi metri.

Uno studio pubblicato sulla rivista SpaceWeather, ha rilevato che circa 10 minuti dopo il decollo si è creato un buco gigante nella ionosfera. "Il pennacchio di scarico del razzo ha successivamente creato un buco di plasma ionosferico su larga scala con impoverimenti TEC del 10-70% rispetto ai giorni di riferimento", hanno scritto gli scienziati.

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