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Il Raggio della Morte: cosa sappiamo sull’arma e sulla sua esistenza

Una delle leggende più note che circondano Guglielmo Marconi riguarda il Raggio della Morte. Doveva essere un’arma in grado di concentrare flussi di energia e colpire bersagli dalla grande distanza. Una leggenda dietro cui di vero c’è ben poco.
A cura di Valerio Berra
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A poco più di 150 anni dalla sua nascita la Rai ha dedicato una fiction in due puntate a Guglielmo Marconi. Nella serie "Guglielmo Marconi, l’uomo che ha connesso il mondo” Stefano Accorsi interpreta l’uomo che ha gettato le basi per i sistemi di comunicazione grazie a cui state leggendo questo articolo. Primo italiano a vincere il premio Nobel per la Fisica, inventore della radio, la storia di Marconi è circondata anche da alcune leggende a partire dal Raggio della Morte. Per raccontare meglio la sua vita, su Fanpage.it trovate anche un'intervista al nipote Guglielmo Giovanelli Marconi.

Come le migliori leggende metropolitane le fonti di questa storia sono poche, scivolose e frammentate. Non solo. Il mito del Raggio della Morte incrocia anche leggende che si muovono fuori dall’Italia, dalle ricerche segrete di Nikola Tesla alle Wunderwaffen, le armi meravigliose sviluppate in segreto dalle divisioni scientifiche della Germania nazista.

Cos'è il Raggio della Morte: l'arma mai realizzata da Guglielmo Marconi

Nel 2018 Stefano Della Casa ha ripercorso sull’edizione italiana di Wired tutta la storia della leggenda del Raggio della Morte. Al netto delle sue tante apparizioni nelle storie che attraversano la Storia, per Raggio della Morte si intende un'arma in grado di concentrare un potente flusso di energia in un raggio che può colpire a grandi distanze. Il leggendario dispositivo, che viene fatto risalire ad Archimede, sarebbe stato usato anche per respingere le navi romane durante l’assedio di Siracusa del 213-212 a.C.

Una tecnologia talmente potente che in alcune versioni della sua storia le sue origini non sarebbero nemmeno terrestri. Una serie di documenti dall’origine più che dubbia riconducono l’origine del Raggio della Morte al Gabinetto RS/33, un gruppo di ricerca guidato da Guglielmo Marconi che doveva occuparsi di sviluppare le tecnologie aliene trovate in un Ufo caduto in Italia nel 1933.

Quali sono le prove dell'esistenza del Raggio della Morte

Quando si parla del Raggio della Morte di Marconi tutte le ricostruzioni partono sempre da una citazione attribuita a Rachele Guidi, più nota come Rachele Mussolini. Lo scrive Nicoletta Verna nell’articolo Storia e gloria del cannone della morte pubblicato nel 2005. Nella sua biografia Mussolini sans masque, la vedova di Mussolini avrebbe raccontato di un episodio accaduto nel giugno del 1937.

Mentre era in auto tra Roma e Ostia, verso le 3:10 di pomeriggio improvvisamente la sua auto e tutte le auto in strada si fermarono. Tutti i motori rimasero bloccati nello stesso momento. Dopo uno stop di 25 minuti ripartirono tutti insieme. La sera Benito Mussolini spiegò a Rachele che non si trattava di un caso: era un esperimento fatto con il Raggio della Morte sviluppato da Marconi.

Sempre Rachele Mussolini spiega nel suo libro che l’arma non venne mai sviluppata. Papa Pio XI riuscì a convincere Marconi a non creare nessuna arma basata sul Raggio della Morte. A questo punto però la ricostruzione sembra avere qualche problema. Scrive Nicoletta Verna che, secondo Rachele Mussolini, Guglielmo Marconi morì l’anno successivo. L’inventore invece morì proprio nel 1937, giusto un mese dopo l’ipotetico esperimento. Le parole di Rachele Mussolini aprono uno scenario certo affascinante, forse troppo per essere reale.

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