Il primo personaggio gay di League of Legends
League of Legends, il popolare MOBA di Riot Games, accoglie tra i suoi campioni K'Sante, orgoglio di Nazumah. Al di là delle sue abilità da "tank", davvero devastanti per tenere a bada una quantità considerevole di nemici, ciò che è davvero interessante è la sua caratterizzazione. "I miei antenati hanno costruito Nazumah. Nessun Dio, re o bestia potrebbe conquistarli e nessuno conquisterà me" recita una sua citazione.
Ispirato alla cultura africana occidentale, K'Sante è un leggendario cacciatore antimperialista orgogliosamente gay. Nella presentazione a lui dedicata, viene dato largo spazio alla sua relazione con l'arciere Tope, purtroppo priva di lieto fine. Ciononostante i due sono rimasti amici. Un epilogo dolceamaro voluto da Riot Games per dare spazio al romanticismo al posto della classico tormento che accomuna la maggior parte dei campioni.
Il debutto di K'Sante è frutto delle nuove politiche interne su diversità e inclusività intraprese da Riot Games. In passato la compagnia, che dal 2011 è proprietà del conglomerato cinese Tencent (Fortnite, PUBG, ecc), è finita sotto giudizio per dinamiche tossiche all'interno dell'azienda. Una visione distorta e miope che per un po' di tempo ha investito anche i personaggi del gioco, poco vari in termini di standard corporei e culturali. Non a caso i più famosi e iconici del brand sono campioni che riflettono l'immaginario dominante, come Ashe, Miss Fortune e Garen.
Negli anni Riot Games ha accolto maggiore varietà in modo da permettere, sia a chi sviluppa che a chi gioca a League of Legends, una maggiore immedesimazione con i campioni. Ciò è evidente anche in progetti satellite ambienti nello stesso universo narrativo, come lo sparatutto Valorant, il gioco di carte Legends of Runeterra e l'acclamata serie animata Arcane. K'Sante segna un'ulteriore evoluzione nell'approccio all'etnia e alla sessualità dei personaggi all'interno del brand. "Sono nero e gay. Volevo vedere un personaggio come me in un videogioco da così tanto tempo", ha detto il senior game designer di Riot, Buike Ndefo-Dahl, a Shannon Liao di Washington Post.
Eppure, non sempre l'ambizione di chi sviluppa rispecchia i sentimenti della community. Quella di League of Legends è nota per il clima tossico e aggressivo. Un'atmosfera talmente tesa che al momento dell'annuncio di K'Sante, il team di sviluppo era in ansia per la reazione dell'utenza. "Non sapevo bene se volevamo puntare i riflettori su K'Sante, e poi quando è successo, è stato piuttosto snervante", ha detto a Liao il lead narrative writer Michael Luo . Una preoccupazione legata alla partecipazione di Lil Nas X, noto rapper statunitense che ha sostituito le K/DA all'ultimo campionato mondiale di League of Legends. Il fatto che K'Sante avrà in esclusiva un skin progettata dal cantante, può essere interpretato come un'operazione di marketing, svuotando il nuovo campione del suo significato legato all'inclusività. Una tensione evidente anche nella pagina ufficiale di K'Sante, il cui primo rigo è una nota dell'autore, in grassetto, che recita: "Voglio ricordarvi che nella nostra community non c'è posto per odio o pregiudizi di alcun tipo".
Per fortuna, accanto ad alcuni feedback scettici, la maggior parte della community di gioco ha ben accolto il personaggio di K'Sante. Tra questi vi è l'utente "Aegmox", uno studente americano di 21 anni il quale ha detto che prima che K'Sante venisse aggiunto, non c'erano campioni neri da potere usare nella corsia superiore dell'arena di gioco. Oltre alle sue abilità, ciò che apprezza del nuovo personaggio è il suo legame con la cultura ghanese. "È proprio come me, un maschio nero dell'Africa occidentale. Semplicemente non sono gay" ha detto Olutope. "Sento che gli afroamericani hanno il numero di giocatori più basso. Quindi penso che l'aggiunta di altri personaggi neri come K'Sante potrebbe farli sentire come se avessero un'identità".
Anche Lazare Armi, un archeologo francese di 31 anni afferma di apprezzare i riferimenti culturali africani incarnati da K'Sante, tuttavia ha espresso dubbi sul fatto che il suo materiale promozionale sia stato focalizzato sulla sua etnia e sulla sua sessualità. "È il primo ad essere messo in quella posizione. E non so se l'hanno creato per scopi di marketing o per buoni motivi" ha detto a Liao.
Per rispondere a questi dubbi, Ndefo-Dahl ha insistito sul fatto che il personaggio è stato creato con lo scopo di autenticità. Il suo background culturale vede un lavoro di consultazioni e focus group sulla diversità e l'inclusività. Il senior design ha poi aggiunto che se la compagnia volesse semplicemente vendere più skin, sarebbe più facile creare un campione per accontentare la maggioranza, dato che "è molto più difficile creare un personaggio [la cui] sessualità è fuorilegge in più regioni in cui operiamo".