Il potere della Cina passa dalle telecamere: la polizia usa allarmi automatici per registrare le proteste
Chi controlla i controllori? Si chiedeva Giovenale nelle sue Satire, varia sul tema anche Alan Moore in Watchmen. A quanto pare la polizia cinese. E infatti dietro ai milioni di occhi meccanici sparsi in tutta la Cina ci sono altri occhi che guardano.
Tutto questo è possibile grazie a Hikvision, la più grande azienda di sorveglianza al mondo che non solo distribuisce telecamere ma fa scattare anche allarmi diretti alle stazioni di polizia ogni volta che qualcosa va storto. Basta sfogliare però il documento tecnico che cataloga gli allarmi per accorgersi che fare un corteo o professare una determinata fede vuol dire compiere un reato.
La telecamera vede, l’allarme scatta, la polizia arriva e arresta. Oppure aspetta, lascia che il corteo sfili e poi arriva una chiamata dalla centrale, come è successo a diversi cittadini che hanno manifestato contro le politiche anti-Covid.
Come funzionano le telecamere
Hikvision dovrebbe occuparsi di apparecchiature fotografiche, in realtà realizza piattaforme per la polizia collegate a migliaia di telecamere installate in tutta la Cina. Sul sito la società spiega di aver lanciato la sua piattaforma cloud, Infovision IoT, per "fornire servizi e processi decisionali di sicurezza pubblica intelligenti" per la polizia al fine di alleviare "l'allocazione non uniforme delle risorse, il carico di lavoro pesante, l'impossibilità di condividere i dati".
Nel documento tecnico, poi elenca, senza spiegare esattamente come funzionino, le diverse tipologie di allarmi automatici, per esempio "violazione dei diritti di proprietà", "furto", "traffico di donne e bambini”, “pornografia”.
Sorvegliati e registrati
Almeno nove allarmi sono legati alla protesta. Sempre il documento tecnico elenca nella sua guida: “raduno di folle per attaccare organi statali”, “raduno di folle per interrompere l'ordine dell'unità”, “raduno di folle per interrompere l'ordine nei luoghi pubblici ”, “raduno di folla per turbare l'ordine del traffico”, “raduno di folla per turbare l'ordine sui mezzi pubblici”, “raduno di folla che ostacola il normale funzionamento dei veicoli”, “saccheggio di folla”, “assembramento illegale, corteo, manifestazione” e “minaccia per fare una petizione”. Una volta che scattano parte anche una chiamata diretta alla polizia.
Hikvision raccoglie anche i dati sensibili delle persone che riprende. Lo chiama "dizionario del personale", include lo stato politico, la religione e l'etnia, nonché descrizioni fisiche, capelli, occhi, occhiali, fascia d’età.
Hikvision nella lista nera
Da tempo il governo degli Stati Uniti ha inserito Hikvision in una lista nera del dipartimento del commercio che limita l’uso di fondi federali per l’acquisto di attrezzature prodotte dall'azienda e le esportazioni statunitensi. A novembre, la Federal Communications Commission ha anche introdotto nuove regole che vietano l'importazione e la vendita di future apparecchiature di comunicazione Hikvision nel Paese.
La società di sorveglianza infatti è accusata di aver violato i diritti umani favorendo l’incarcerazione di massa in Cina di diverse minoranze etniche, tra queste ci sono anche gli Uiguri. Hikvision di fronte alle accuse aveva precedentemente dichiarato al Guardian: "Hikvision non ha mai commesso consapevolmente o intenzionalmente violazioni dei diritti umani né ha agito intenzionalmente disinteressandosi e non lo farà mai in futuro".
La sorveglianza degli Uiguri
Nel 2018 la società aveva vinto un contratto per l'installazione di sistemi di riconoscimento facciale all'ingresso di 967 moschee e campi di rieducazione per detenuti Uiguri e membri di altre minoranze etniche. Le telecamere Hikvision entrano così a far parte di una più ampia campagna del governo cinese che utilizza la tecnologia per monitorare e rintracciare i gruppi religiosi e le minoranze.
E infatti la struttura facciale degli Uiguri è stata inserita nella banca dati di Hikvision, quindi la fisionomia è un requisito sufficiente per monitorare, arrestare, o spedire una persona dentro un campo di rieducazione.
Gli Stati Uniti manterranno il blocco, il senatore Marco Rubio ha chiesto sanzioni contro la società responsabile della repressione in Cina, e ha anche spiegato che porterà avanti la proposta nel 2023. "La tecnologia di Hikvision gioca un ruolo centrale nel consentire le disgustose violazioni dei diritti umani e il genocidio del Partito Comunista Cinese, anche contro gruppi come il Falun Gong e gli Uiguri", ha affermato Rubio in una dichiarazione inviata via e-mail.
L’allarme Falun Gong
L'allarme 503 corrisponde a “folle che si radunano per turbare l’ordine nei luoghi pubblici”. Secondo Charles Rollet, un ricercatore dell’Internet Protocol Video Market (IPVM), questo sarebbe anche il caso dell'allarme “Falun Gong”, un movimento spirituale bandito in Cina e classificato come setta dal governo.
"Solleva significative preoccupazioni per la libertà di riunione e la libertà di religione", ha affermato Rollet. “Tecnicamente questi due diritti sono nella costituzione della Repubblica popolare cinese, in realtà il governo reprime queste libertà molto duramente. Quindi sono preoccupato per come la tecnologia possa facilitare il monitoraggio dei gruppi repressi”. L'allarme "Falun Gong" e "religione" è stato rimosso dal sito Web senza alcuna spiegazione dopo che l'IPVM ha contattato l'azienda.