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Il piano per fermare il pezzotto non sta funzionando: ora i dubbi sul Piracy Shield arrivano da Agcom

Le voci contro il Piracy Shield stanno arrivando anche da AgCom. Dopo il parere del commissario Antonello Giacomelli anche Elisa Giomi chiede la sua sospensione. Stiamo andando verso il blocco della piattaforma anti-pezzotto?
A cura di Valerio Berra
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Forse il Piracy Shield non è più lo strumento giusto. La piattaforma lanciata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (da qui Agcom) per combattere la pirateria è in funzione da tempo ormai. L’idea alla base era chiara: chiudere gli indirizzi IP da cui vengono trasmesse partite senza il copyright. Una strada che è stata critica già alla partenza, su Fanpage.it trovate l’intervista rilasciata su questo tema dal professore del Politecnico di Milano Stefano Zanero.

La sostanza delle critiche era sempre la stessa: bloccare gli indirizzi IP in modo unilaterale è un metodo troppo rischioso. E infatti sabato 19 ottobre c’è stato il primo incidente: diversi utenti hanno registrato il blocco di Google Drive: come si può ricostruire dal portale Piracy Shield Search uno degli IP bloccati era proprio legato alla piattaforma creata da Google per la condivisione dei file. Un errore che ha portato anche a un'interrogazione parlamentare.

Le parole di Elisa Giomi, commissaria Agcom: “Avevo proposto di sospenderlo”

I dubbi sul Piracy Shield questa volta arrivano direttamente da Agcom. In un post su LinkedIn la commissaria Agcom Elisa Giomi ha spiegato di aver provato a sospendere la piattaforma: “Avevo proposto di sospendere perlomeno temporaneamente l’attività della piattaforma Piracy Shield, oggetto di numerosi malfunzionamenti nei mesi passati e sabato scorso di nuovo al centro delle polemiche per l’accidentale blocco di Google Drive”.

La maggioranza del consiglio di Agcom ha votato però no. Piracy Shield rimane in funzione. Nel post di Giomi però c’è anche un altro passaggio interessante: “Ho preso le distanze dall’iniziativa fin dal suo esordio quasi due anni fa, esprimendo voto contrario in tutti i passaggi”. All’origine di questa scelta, dice Giomi, una “ambigutà”.

Spiegando la sua scelta, Giomi spiega di averla presa: “Per ragioni di metodo e di merito: ad esempio l’ambiguità della donazione della piattaforma ad Agcom da parte della Lega Calcio che è parte in causa essendo tra i pochissimi soggetti legittimati alle segnalazioni". Il suo è già il secondo parere di un commissario Agcom contro Piracy Shield, il 23 ottobre anche Antonello Giacomelli l'aveva stroncata.

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