Il Parlamento sta per discutere una proposta di legge per tutelare i baby influencer: come funziona
Poco alla volta cominciamo ad abituarci a una parola che fino a qualche anno fa non ci sognavamo neppure: sharenting, l'unione di "sharing", cioè condividere, e "parenting", quindi la genitorialità. Essere genitori in maniera condivisa. Che non significa farsi aiutare nel crescere un bambino, quanto invece condividere online l'esperienza come madri e padri. In sostanza: i figli, o meglio le loro foto, sono condivisi con tutto il web. A volte anche per ottenere un profitto grazie alle sponsorizzazioni pubblicitarie che sono il pane quotidiano degli influencer (adulti, in questo caso).
Una pratica che, però, presenta numerosi rischi e che solo negli ultimi tempi ha attirato l'attenzione pubblica. Adesso che i riflettori sono puntati sugli influencer e sui loro figli, messi spesso e volentieri di fronte a un obiettivo, l'attenzione mediatica si sta trasformando in una proposta di legge.
Cosa prevede la proposta di legge sui baby influencer
Si discuterà a giugno la proposta di legge presentata due mesi fa da Gilda Sportiello, deputata del Movimento 5 Stelle. "Per la prima volta in Italia si parlerà di tutela dei minori sui social e della loro protezione dai rischi di una costante condivisione dei contenuti che li riguardano", scrive la parlamentare su Instagram.
La proposta, presentata il 12 marzo, coprirà diversi aspetti dello sharenting. Dal diritto del minore alla propria immagine ma, anche, all'oblio, fino al destinare a un conto intestato al bambino una parte dei profitti ottenuti grazie alle attività pubblicitarie dei genitori. "Il punto dal quale partire è proprio la consapevolezza che l’attività dei baby influencer è un vero e proprio lavoro, che, come tale, deve essere disciplinato e retribuito".
"Siamo davanti a un vuoto normativo che deve essere regolamentato al più presto", aggiunge nel post su Instagram Sportiello. E in attesa che la proposta arrivi il prossimo mese fra i banchi del Parlamento, che venga discussa e che poi continui il suo corso legislativo, dall'Italia si guarda verso altre esperienze internazionali. Per esempio, quella dei nostri cugini d'oltralpe.
Cosa prevede la legge sullo sharenting approvata in Francia
All'inizio era solo una proposta anche in Francia. Poi l'iter legislativo ha dato i suoi frutti e lo scorso 19 febbraio è diventata legge. L'obiettivo della legge francese è quello di proteggere il diritto all'immagine dei minori grazie all'intervento dell'autorità nazionale per la protezione dei dati. Insomma, un modo per responsabilizzare i genitori di fronte ai rischi del condividere le foto dei propri figli online.
Una sensibilizzazione che in Italia è arrivata anche grazie alla campagna Cornici Private, un'iniziativa realizzata da cinque studenti dello IED che hanno esposto le foto incorniciate di bambini (generati, però, dall'intelligenza artificiale) in giro per Roma. "E se fosse tuo figlio?", è il sottotesto del progetto. Una domanda che potrebbe trovare una risposta quando la proposta di legge sullo sharenting arriverà fra i banchi del Parlamento.