Il nuovo pianeta abitabile che Elon Musk vorrebbe colonizzare: come è fatto e quanto dista dalla Terra
I topos sono eterni. Noè secondo il racconto biblico costruì un'arca enorme per salvare l'umanità e gli animali della Terra dal diluvio universale, Elon Musk nel ventunesimo secolo sogna di creare razzi futuristici in grado di portare donne, uomini, flora e fauna su un nuovo pianeta da chiamare casa. Fino a questo momento l‘orizzonte è stato Marte. Il Ceo di SpaceX ha promesso infatti di spedire un milione di persone sul pianeta rosso entro il 2050. E viaggeranno su quelle che lo stesso Musk ha definito "moderne Arche di Noè", per salvare "la vita da una calamità sulla Terra". Ora un nuovo studio ha attirato la sua attenzione, e quella nuova terra promessa dal Ceo potrebbe non essere più Marte.
Amazing Astronomy ha pubblicato su Twitter uno studio del Goddard Institute for Space Studies della NASA su Proxima Centauri b, l'esopianeta "altamente abitabile". Elon Musk ha condiviso il post e ha commentato: “Praticamente della porta accanto”. Il Ceo di SpaceX ha ribadito più volte il suo sogno di rendere la vita “multiplanetaria”. Marte è al momento una soluzione provvisoria, vicina, sì, ma non ha le condizioni necessarie per assicurare la vita oltre la Terra. Proxima Centauri b invece potrebbe. Viene chiama "la gemella" e come hanno spiegato gli scienziati della Nasa: "Le nostre simulazioni mostrano che c'è una buona possibilità che il pianeta sia abitabile".
C'è un problema, dista 4,224 anni luce. Non proprio la porta accanto che dice Musk, ma rimane al momento il pianeta extrasolare conosciuto più vicino alla Terra. Per raggiungere una distanza simile servirebbe una tecnologia che ancora non esiste. Per esempio la sonda spaziale interstellare Voyager 1 della Nasa, lanciata nel 1977, impiegherebbe 80.000 anni per raggiungere Proxima Centauri b, tuttavia nei laboratori della Nasa si sta già lavorando per ridurre i tempi dei viaggi spaziali. Gli scienziati dell'agenzia spaziale hanno spiegato che le nuove sonde potrebbero viaggiare a una velocità di 161 milioni di chilometri all'ora, questo vuol dire che basterebbero 20 anni per raggiungere l'esopianeta.
Come è fatto l'esopianeta promesso
Proxima Centauri b è stato scoperto per la prima volta nel 2016, e da quel momento gli astronomi hanno cercato di capire se l'esopianeta è in grado di sostenere la vita. È il quarto per “indice di similarità terrestre” (ESI), la misura che indica quanto un pianeta extrasolare somigli alla Terra. La chiamano "la gemella" eppure le differenze ci sono, mentre il nostro pianeta impiega circa 365 giorni per compiere un’orbita completa intorno al Sole, Proxima b ci mette solo 11,2 giorni per un giro intorno alla sua stella Proxima Centauri, una nana rossa più debole rispetto al nostro Sole, e infatti Proxima b riceve circa due terzi della luce rispetto alla Terra. Gli astronomi hanno anche stimano che abbia una massa circa 1,3 volte quella del nostro pianeta.
Ora il nuovo studio ha spiegato che: "I modelli climatici con oceani statici suggeriscono che Proxima b potrebbe ospitare un piccolo oceano di superficie diurno", come mostrato nelle simulazioni. "Un ipotetico Proxima Centauri b coperto dall'oceano con un'atmosfera simile a quella della Terra moderna può avere un clima abitabile con un'ampia regione di oceano aperto, che si estende fino al lato notturno dell'esopianeta a basse latitudini". Il lato notturno citato nello studio è un'area del pianeta che non viene colpita dal sole, secondo gli scienziati infatti Proxima b è diviso. C'è un lato diurno, colpito dalla luce e uno notturno, entrambi sono permanenti. Al di là delle ambizioni di Musk questi corpi celesti sono importanti anche perché in un lontano futuro potrebbero rappresentare una nuova "casa" per l'umanità, tra circa 5 miliardi di anni la Terra verrà distrutta al termine del ciclo di vita del Sole.