Il mistero di Erica Marsh, l’influencer da migliaia di follower che forse non è mai esistita
A settembre 2022 si iscrive su Twitter, è bionda, sorridente e sforna commenti provocatori e scorretti di stampo liberal democratico. Si chiama Erika Marsh e in otto mesi è diventata virale sul social di microblogging raccogliendo oltre 130.000 follower, i suoi tweet visualizzati 27 milioni di volte. C'è solo un dettaglio: molto probabilmente non esiste. Dietro la storia dell'influencer più odiata dai conservatori americani c'è strategia politica, truffe online e allevamenti di troll nell'Europa dell'Est.
Sul suo profilo Marsh si definisce come una "orgogliosa democratica” di Washington. Ha lavorato per la campagna presidenziale di Joe Biden e di Barak Obama, eppure non c'è nessuna traccia del suo passaggio. Ci sono pochissime foto che ritraggono una ragazza giovane con capelli e occhi chiari, foto che sembrano essere state generate dall'intelligenza artificiale o manipolate. John Scott-Railton, ricercatore senior presso il Citizen Lab dell'Università di Toronto che studia la disinformazione online ha spiegato al Washington Post: "Sospetto fortemente che questa persona non esista. È come se fosse caduta dalla Luna e arrivasse completamente formata con questa narrativa che fa sembrare i liberali degli idioti".
Ora, Twitter, dopo i dubbi sollevati sull'autenticità del profilo ha deciso di sospendere l'account. Non ha riposto alle richieste di commento o rilasciato una dichiarazione ufficiale. Dall'acquisto di Elon Musk il social di micorblogging è stato accusato di alimentare la disinformazione e le fake news. Criticato sia per aver introdotto le spunte blu a pagamento che danno credibilità anche a profili falsi, e potrebbe essere il caso di Erica Marsh che aveva il profilo verificato, sia per aver licenziato buona parte dell'area di moderazione.
I passi falsi dell'orgogliosa democratica
La strategia di comunicazione di Mash è già un indizio, i suoi tweet polarizzati e provocatori sono il modello perfetto di una tattica che nel gergo viene chiamata "rage baiting", tradotto: esca per la rabbia. In poche parole sfruttare i sentimenti forti per spingere gli utenti a commentare, interagire e di conseguenza pompare i tweet. Una strategia utilizzata soprattutto nel marketing elettorale.
Marsh già in precedenza era stata accusata da altri utenti di essere un bot. L'account ha sempre risposto a tono cercando di aggirare la domanda, ha scritto per esempio "esserlo renderebbe la navigazione su Twitter molto più semplice". Tra gli indizi che poi sono stati recriminati a Marsh c'è la mancanza di informazioni personali e dettagli, sul suo profilo Twitter oltre al curriculum e qualche foto, non c'era nessun dettaglio che riconducesse a una persona reale. Lei si è giustificata dicendo: "Avevo uno stalker terrificante", poi ha aggiunto, "ho imparato dagli errori del passato e ho scelto di non condividere gran parte della mia vita personale". Ha anche minacciato i suoi accusatori di denunciarli per diffamazione dopo che avevano sollevato nuovi dubbi sull'autenticità dell'account.
La scalata di Erica Marsh
Marsh ha aperto l'account a settembre 2022, e da quel momento ogni notizia è diventata un'occasione per fare rumore sul social. Ha funzionato, secodo un'analisi di Social Blade che monitora i dati sui social media, a novembre e dicembre è cresciuta al ritmo di 1.000 follower al giorno. Alcuni tweet sono stati copiati e incollati da account di sinistra ben consolidati, altri invece sembrano una parodia di post esistenti, un'esasperazione delle parti, come dicevamo, per alimentare uno scontro quasi inevitabile. Per esempio: "Un MAGA mi ha appena detto che i miei follower PROUD DEMOCRAT sono bot. Dimostriamogli che si sbaglia… dove sono i miei alleati?". Tra i suoi tweet Marsh gioisce anche per la morte di uno dei rivoltosi di Capitol Hill. Non solo, come spiega il Post, per alcuni mesi sul suo profilo è apparso un link che rimandava a un account Venmo (che non ha risposto a una richiesta di commento) dove inviarle denaro.
Chi potrebbe esserci dietro l'account
Su Twitter sono già emerse diverse teorie per spiegare chi possa nascondersi dietro a Erica Marsh. Per alcuni utenti è "un'agitatrice di destra o un attore straniero", c'è anche chi immagina che sia stata "progettata per raccogliere quanti più dati possibili sugli elettori democratici per Dio sa cosa .” Per altri l'accunt è solo un'esca per le truffe. Il profilo è stato anche analizzato da un'ex dipendente di Twitter (ha lasciato quest'anno l'azienda) che ha preferito non rivelare la sua identità per questioni di sicurezza. Ha spiegato che dopo l'acquisizione di Musk sul social si è verificata un'ondata di nuovi account localizzati nella Macedonia del Nord. Account molto simili a quelli di Marsh, politicamente schierati che mitragliavano il social con tweet provocatori e divisivi.
Non stupisce, negli ultimi anni l'Europa dell'Est si è trasformata in un grande allevamento di troll capaci di attirare denaro e polarizzare il discorso pubblico. Spesso vengono utilizzate foto di giovani donne attraenti con posizioni politiche estreme. Un po' nello stile Marsh. "Puoi fare molta strada con un'identità online unidimensionale ragionevolmente coerente se ha determinate caratteristiche: strategie intelligenti per la pubblicazione di contenuti, un'immagine del profilo attraente, un certo grado di pepe e sfacciataggine", ha aggiunto Scott-Railton. "Il nostro discorso online è profondamente vulnerabile a questi tipi di personaggi".