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Il gran maestro degli scacchi si difende: “Non ho usato le palline anali per vincere”

Tutto è iniziato più di un anno fa, eppure la saga che ha segnato un prima e un dopo nel mondo degli scacchi continua. Hans Niemann durante il programma Piers Morgan Uncensored ha detto al conduttore di non aver barato contro il campione del mondo Magnus Carlsen.
A cura di Elisabetta Rosso
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In nessun gioco la sconfitta è dolorosa come negli scacchi. Soprattutto se a perdere è il campione del mondo. Come succede nelle migliori saghe l'affronto innesca una serie di congiure, tradimenti, fazioni che si scontrano, finiscono in mezzo anche le palline anali. D'altronde, per parafrasare Kasaparov, ci sono poche cose brutali come gli scacchi professionistici. Ma andiamo per gradi. Tutto inizia il 4 settembre 2022 in una città del Missouri, St. Louis, sede della Sinquefield Cup., Magnus Carlsen è seduto davanti a Hans Niemann, entrato qualche mese prima nella top 100 del ranking mondiale. Fa la sua mossa e il campione del mondo si ritira. Ora non è normale, la Sinquefield Cup è una di quelle gare che abbandoni al massimo per un problema di salute. Il mistero però ha vita breve, il giorno dopo Carlsen, infatti, accusa pubblicamente Niemann di aver barato, avrebbe usato una specie di vibratore anale programmato per suggerire le mosse da fare sulla scacchiera. Parte così una caccia alle streghe. E dopo oltre un anno Niemann è ancora impegnato a elargire giustificazioni.

Lunedì sera ha parlato con il giornalista Piers Morgan durante la trasmissione Piers Morgan Uncensored: "È molto scoraggiante essere accusato di aver barato dopo quella vittoria", ha detto. "Queste cose accadono e sono riuscito a imparare molto durante quel periodo", Niemann si riferisce alle partite online dove ha barato quando era ragazzino, "e mi ha dato una lezione molto importante sulla vita e sugli scacchi". A quel punto Morgan ha tirato fuori il sex toy sbandierato come la pistola fumante dagli avversari. "Per essere chiari, riguardo all'accusa che ti hanno mosso: hai mai usato palline anali mentre giocavi a scacchi?". La risposta di Niemann è perentoria: "Beh, la tua curiosità è un po' preoccupante, sai forse tu sei interessato, per quanto mi riguarda no."

Le colpe di Hans Niemann

Come ha ammesso lo stesso Niemann, lui non è un giocatore pulito. Alle sue spalle avrebbe più di 100 partite dove ha barato per vincere. Quindi per i suoi avversari è stato come sparare sul morto. "Ho imbrogliato una volta a 12, l’altra a 16 anni, durante le partite online su Chess.com", aveva confessato al commentatore della Sinquefield Cup dopo le accuse. “Mi vergogno, l’ho fatto per migliorare la classifica e giocare con avversari più forti. Non ho mai barato in un gioco over-the-board”, spiega. “Ho deciso che l'unico modo per rimediare al mio errore era dimostrare che potevo vincere gli eventi del tabellone", ha aggiunto.

Chess.com, che fa parte insieme al gran maestro Hikaru Nakamura dello schieramento fedelissimo di Carlesen, (ha i suoi buoni motivi per farlo come spiegheremo a breve), ha realizzato un rapporto di 72 pagine. Un’analisi di tutte le partite di Niemann sul sito, che smentisce le dichiarazioni dello scacchista. "Nel complesso, abbiamo scoperto che Hans ha probabilmente barato in più di 100 partite di scacchi online, inclusi diversi eventi con premi in denaro".

Cosa c'entrano le palline anali

Quindi Niemann ha imbrogliato in passato, sì, ma solo online, e tutte le strane teorie che sono emerse dopo sono figlie di una scomoda verità: barare a scacchi dal vivo è quasi impossibile. Quindi, se non si vuole accettare la vittoria di Niemann per quel che è, serve una buona dose si fantasia. Dai dispositivi di vibrazione nelle suole delle scarpe connessi a un motore di scacchi digitale, alle palline anali che trasmetterebbero suggerimenti attraverso codice morse. Anche Elon Musk ha voluto esprimersi sul caso citando su Twitter il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer: “Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire, il genio colpisce un bersaglio che nessun altro può vedere (perché è nel tuo sedere)".

La congiura del mondo degli scacchi

Prima dicevamo che Chess.com aveva i suoi interessi a scrivere quel rapporto di 72 pagine per affossare Niemann. E infatti la piattaforma è in trattativa per 80 milioni di euro, con Play Magnus, l’app del campione del mondo dedicata agli scacchi. Hikaru Nakamura, che non ha caso ha subito alzato la voce contro lo scacchista lavora invece da tempo con la piattaforma. Un’alleanza sospetta dove tutti hanno interessi economici a schiacciare Niemann pur di non far crollare la credibilità del campione del mondo.

Per questo Niemann ha deciso di fare causa a Magnus Carlsen, Hikaru Nakamura, e Danny Rensch, il dirigente di Chess.com, chiedendo 100 milioni di dollari come risarcimento: il prezzo della congiura. E infatti gli avvocati hanno scritto: "Infuriato dal fatto che il giovane Niemann, di 12 anni più giovane di lui, abbia vinto e temendo che il giovane prodigio avrebbe rovinato il suo marchio multimilionario battendolo di nuovo, Carlsen si è vendicato con cattiveria e malvagità contro Niemann. Dopo aver consolidato la sua posizione di Re degli scacchi, crede che quando ci si muove nel mondo del gioco, può fare quello che vuole e farla franca", hanno aggiunto. Il Gran Maestro Nakamura, partner di streaming di Chess.com, è anche accusato di aver pubblicato "ore di contenuti video che amplificano e tentano di rafforzare le false accuse di frode di Carlsen".

La decisione del giudice

La sentenza arriva il 27 giugno. Il giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, Audrey Fleissig ha spiegato che il legame tra le presunte violazioni della legge antitrust che disciplina la concorrenza leale e il "presunto danno” alla reputazione di Niemann non c’è. "Niemann sembra sostenere che la fusione è anticoncorrenziale perché elimina la concorrenza tra le piattaforme di scacchi ricreativi online. Che sia vero o no, il presunto obiettivo di una tale fusione anticoncorrenziale sarebbero altre piattaforme di scacchi ricreativi online, non il giocatore”.  Nonostante la sentenza abbia messo un punto alla saga, continuano a esserci rigurgiti mediatici, e sembra che il mito delle palline anali perseguiterà ancora per un po' Hans Niemann.

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