Il giovedì nero di Zuckerberg: Meta crolla in Borsa e ora vale (quasi) come nel 2015
Nel 2016 Facebook valeva 350 miliardi di dollari. Nel 2021 arrivava a un triliardo. Nel 2022 vale ancora 350 miliardi di dollari. L’account Twitter World of Statistics ha pubblicato questa successione di dati per chiarire la portata delle perdite subite da Facebook nelle ultime 24 ore. Certo, ci sono delle semplificazioni. Il termine “valore” si dovrebbe sostituire con “capitalizzazione in Borsa” e ora Facebook si chiama Meta. Ma anche cambiando questi addendi il risultato non cambia. È stata una batosta.
L’effetto domino è cominciato con il risultati dell’ultimo trimestre. Il fatturato è calato del 4%, arrivando a 27,72 miliardi e i profitti netti sono scesi del 52% arrivando a 4,4 miliardi di dollari. Ovvio. Con queste cifre siamo lontani dalla bancarotta. Eppure sono segnali che bocciano le ultime decisioni prese dal fondatore, Mark Zuckerberg.
Il crollo nei mercati finanziari
L’effetto sui mercati ha completato l’opera: Meta ha perso il 25% in apertura di mercato e le sue azioni sono pericolosamente vicine alla soglia critica dei 100 dollari. È da novembre del 2015 che il prezzo di scambio non era così basso. Poco più di un anno fa, il 3 settembre 2021, Meta aveva raggiunto il suo picco, con azioni che avevano accumulato un valore che ha sfiorato i 380 dollari.
Il Metaverso sta diventando un problema
Tutti gli investitori stanno puntando il loro fucile verso lo stesso punto: il Metaverso. Le perdite della divisione Reality Labs, dedicata al nuovo universo digitale di Zuckerberg, sono aumentate a 3,67 miliardi di dollari tra luglio e settembre. L’anno precedente erano a 2,63 miliardi di dollari. La paura degli analisti per questo settore ormai è chiarissima.
Paolo Pescatore, analista di PP Foresight, ha spiegato a Fanpage.it che al momento il Metaverso sembra una scommessa ancora troppo grande: “È una scommessa enorme e richiede un investimento significativo. E il successo non è garantito”. Pescatore spiega che i nuovi dispositivi dell’azienda non hanno convinto tutti. Anzi. Il Quest Pro costa 1.500 dollari e nessuno sta facendo la fila per prenderlo: “Le persone non si precipitano fuori dalle loro case per acquistare un visore VR o per guardare video a 360 gradi”.
La preoccupazione degli investitori riguarda anche le difficoltà che potrebbe incontrare la raccolta pubblicitaria nel Metaverso. Teoricamente infatti la prima fonte di guadagno dovrebbe restare la pubblicità: “Sembra che la pubblicità sarà una fonte chiave di entrate. Non è chiaro però quanto tempo ci vorrà per recuperare tutto l’investimento necessario per lo sviluppo”.