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Il Ceo di TikTok continua a difendere la piattaforma: “È un angolo soleggiato e sicuro di Internet”

Shou Zi Chew ha deciso di parlare alla conferenza Possibility a Vancouver il 20 aprile e ha spiegato a tutti perché TikTok è un luogo sicuro per gli utenti. Durante l’intervista ha preferito non parlare del ban e dei divieti che sta affrontando la piattaforma.
A cura di Elisabetta Rosso
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Era rimasto in silenzio fino a ieri. Dopo un interrogatorio di cinque ore di fronte al Congresso degli Stati Uniti, il Ceo di TikTok Shou Zi Chew, non ha più parlato. Poi, giovedì 20 aprile durante la conferenza "Possibility" TED 2023 a Vancouver, in Canada ha deciso di dare la sua versione. Ha preferito glissare sul ban e concentrarsi sugli sviluppi del social, difendendo TikTok e respingendo ogni accusa di spionaggio. Ha citato il progetto Texas per conservare i dati in terra statunitense e sottolineato come la piattaforma si sia trasformata in un’opportunità di lavoro anche per i creator americani. "Penso che sia molto liberatorio avere una piattaforma in cui, finché hai talento, sarai ascoltato e avrai la possibilità di avere successo."

Il commento di Chew a Vancouver

Chew ha parlato di intelligenza artificiale, imprenditorialità, social media, e ha descritto TikTok come un "angolo soleggiato e sicuro di Internet" utilizzato da circa 150 milioni di americani , quasi la metà del Paese, ha sottolineato. “Quello che abbiamo fatto è basato sui nostri algoritmi di apprendimento automatico per mostrare alle persone ciò che vogliono. E ciò che intendiamo è che stiamo offrendo alla persona comune una piattaforma da scoprire", ha detto, contrapponendo TikTok ad altre app come Facebook e Instagram.

Aveva già dichiarato di fronte al Congresso che TikTok non è uno strumento di sorveglianza del governo cinese, lo ha sottolineato anche all'incontro e ha aggiunto che l'app è anche amata dagli americani  che la usano come piattaforma di intrattenimento ma anche per promuovere i propri prodotti e raggiungere un pubblico più ampio. Tra i cavalli di battaglia di Chew c’è infatti la questione del lavoro. Molti influencer e creator sono riusciti a emergere grazie a TikTok, eliminarlo vorrebbe dire anche mettere a rischio chi ha costruito una carriera grazie al social. Per questo la società ha esortato gli utenti a manifestare proprio di fronte al Congresso durante l’audizione del 23 marzo.

Come proteggere i dati degli utenti

Sul palco di Vancouver Chew ha anche parlato del progetto Texas, un piano per ospitare i dati degli utenti americani su server negli Stati Uniti: "Quello che abbiamo fatto è stato costruire un progetto senza precedenti in cui localizziamo i dati americani, che devono essere archiviati sul suolo americano, da una società americana, supervisionata da personale americano", ha detto Chew. “Quindi questo tipo di protezione per i dati americani va oltre ciò che qualsiasi altra azienda del nostro settore abbia mai fatto.”

Non solo la conservazione dei dati, il governo americano teme anche che TikTok promuova o censuri i contenuti in modo strumentale per Pechino. Chew ha detto la sua anche su questo tema: “Il modo in cui stiamo cercando di affrontare questa preoccupazione è una quantità di trasparenza senza precedenti. Cosa voglio dire con questo? In realtà stiamo consentendo a revisori di terze parti di entrare e rivedere il codice sorgente. Non conosco nessun'altra azienda che lo faccia", ha detto Chew.

Il blocco totale negli Stati Uniti

Probabilmente le parole di Chew non saranno sufficienti, negli Stati Uniti non solo si rafforza il divieto su dispositivi governativi ma anche l’idea di allargare il ban a tutti i cittadini. Il Montana potrebbe essere il banco di prova per la guerra tra Stati Uniti e TikTok. Il 14 aprile infatti i legislatori hanno approvato con la maggioranza (60 voti, contro 39 contrari) la seconda lettura della proposta di legge per vietare l’app di ByteDance. Il disegno di legge prevede anche multe da 10.000 dollari al giorno per qualsiasi piattaforma, che permetterà di accedere e scaricare TikTok.

L’iniziativa del Montana potrebbe essere solo il primo tassello per innescare un effetto domino anche negli altri Stati. Nonostante le critiche da parte dei gruppi per le libertà civili, che si sono opposti con forza, definendo il ban un duro colpo contro la libera espressione, i vertici statunitensi sembrano decisi a portare avanti la battaglia. Non solo, un recente sondaggio del Washington Post  ha mostrato che il 41% degli adulti statunitensi è favorevole al divieto federale dell'app. Secondo invece una ricerca SocialSphereha segnalato che il 49% di adulti vorrebbe bloccare TikTok. Ad ogni modo Chew durante il convegno a Vancouver ha preferito non parlare del ban concentrandosi piuttosto sulle potenzialità del social.

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