Il caso Ashley Madison, l’app creata per tradire il partner: “In Italia quasi 800.000 iscritti”
Se hai scaricato Ashley Madison molto probabilmente stai per tradire il tuo partner. Nel mondo delle app ormai c'è l'imbarazzo della scelta. Chi cerca una relazione romantica scarica eHarmony, per i nuovi amici Tablo, una conoscenza con qualche margine di prospettiva si può trovare su Tinder, Bumble o Hinge. Ma se vuoi un rapporto extraconiugale apri Ashley Madison. D'altronde il suo slogan "Life is short. Have an affaire", lascia poco spazio all'immaginazione.
L'app viene fondata nel 2002 ed è un successo. Nel 2015 l'azienda arriva in 40 Paesi e raccoglie più di 37 milioni di utenti. Nello stesso anno un hacker chiamato "The Impact Team" entra nei database di Ashley Madison e dopo poche settimane pubblica i dati personali di oltre 30 milioni di utenti: nomi, indirizzi, preferenze e fantasie sessuali, messaggi e informazioni sulle carte di credito. Il caso è enorme. Saltano matrimoni, diversi personaggi pubblici finiscono al centro dello scandalo, tre clienti si sono suicidano dopo la pubblicazione dati.
Ashley Madison non aveva mai cancellato nessuna informazione, nonostante facesse pagare agli utenti soldi extra per una "cancellazione completa" del loro profilo. Sul caso è stato anche realizzato un documentario Netflix che è uscito quest'anno. "Quel data breach ha cambiato tutto", ha raccontato a Fanpage.it Christoph Kraemer, Managing Director di Ashley Madison per l’Europa. Siamo partiti da lì per ricostruire l'ascesa, la caduta e la rinascita di Ashley Madison.
Partiamo dalle basi. Come funziona Ashley Madison?
Siamo un’app di dating che è stata fondata 22 anni fa. Iscriversi è molto semplice, basta aggiungere una mail, ma visto che siamo una piattaforma per rapporti extraconiugali, per esempio la foto profilo può essere nascosta o blurata. Si cerca in base alla localizzazione e si possono anche aggiungere alcuni filtri.
Ma è solo per persone fidanzate o sposate?
Allora, sono soprattutto persone che hanno già un partner e che cercano un’avventura, ma è aperto a tutti, anche i single. Sull'app sono il 10/20% .
Ma per i single qual è la differenza rispetto a Tinder, Bumble o altre app di incontri?
Scelgono l’app perché non stanno cercando una relazione seria. Diciamo che cercano un’avventura, e vogliono mettere subito in chiaro le loro intenzioni.
Prima dell’attacco hacker nel 2015 l'azienda era stata lanciata in 40 paesi e aveva più di 37 milioni di utenti. Come sono i dati quasi dieci anni dopo, nel 2024?
Ora siamo a 85 milioni in 46 Paesi. Siamo cresciuti tantissimo.
Nonostante il data breach?
Sì, nonostante l'attacco hacker non c’è mai stato un momento di down.
In Italia quanti iscritti ci sono?
Questo è un dato molto interessante. È il nostro terzo mercato europeo, in totale ci sono sono 800.000 iscritti. Ed è un mercato in crescita,
Tantissimo, e secondo te come mai?
Credo che sia una società divisa, da un lato esiste una parte molto legata alla tradizione, e si sa, più ci sono le regole più si ha voglia di romperle, dall'altra c’è una società più aperta diciamo. In questo contrasto trova spazio Ashley Madison.
Chi è il profilo tipo di chi usa Ashley Madison?
Storicamente il nostro utente medio era di 35 anni circa. Negli ultimi anni in realtà l’età media si è abbassata moltissimi clienti sono della generazione Z, circa il 40%. Il 20% ha invece tra i 29 e i 39 anni. Tre quarti quella nostra comunità ha meno di 40 anni.
Più uomini o più donne?
Quasi uguale, in Italia per esempio il rapporto è uno a uno.
Ma come mai allora usavate i bot che simulavano le donne per incoraggiare gli uomini a iscriversi e pagare abbonamenti?
Era così, è vero. Prima del 2015 c’era questo programma di bot, poi è stato chiuso.
E adesso non esiste più.
No assolutamente.
Quindi ora ci sono più donne sull’app?
Si è stato un cambiamento abbastanza radicale. Non solo ci sono più donne, ma cercano anche altro. Non tanto il tradimento o l’incontro discreto, vogliono più sperimentare le coppie aperte o il poliamore. Preferiscono la trasparenza.
Questo è un tema. Da quando è nato Ashley Madison è cambiato molto il modo di concepire le relazioni. Voi quando vi siete accorti che stava cambiando il vostro mercato?
Ti direi un po’ prima della pandemia, poi il Covid ha accelerato le cose. Abbiamo notato che sempre più persone stavano cercando relazioni non monogame, c’è anche chi crea un profilo di coppia perché magari sta cercando un terzo partner. Poi ovviamente il tradimento rimane una parte importante.
Abbiamo dei numeri?
Secondo i nostri sondaggi anonimi 1,5 milioni di italiani hanno già tradito, l’Italia ha tra le più alte percentuali di tradimenti. Il 26% sono uomini, il 19% sono donne. Ci ha sorpreso però scoprire qual è il Paese con il più alto tasso di tradimenti. Non lo indovineresti mai.
Sentiamo.
La Svizzera. Strano no? Il sondaggio è parziale, l’abbiamo condotto negli Usa, Spagna, Italia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Australia, Messico, Canada e Brasile. Quando abbiamo scoperto che proprio la Svizzera era in testa alla classifica ci siamo stupiti.
Torniamo al 2015, al data breach. Cosa è successo?
Il 2015 pensa che era il nostro anno migliore per le iscrizioni. Poi gli hacker sono riusciti ad accedere ai dati della piattaforma e hanno ricattato l’azienda. Se non avesse pagato avrebbero pubblicato le informazioni rubate entro una certa data.
E l'azienda ha deciso di correre il rischio o pensava che fosse un bluff?
Non lo so, penso che non volessero assecondare le richieste degli hacker. E così sono stati pubblicati i dati, ancora oggi non si sa chi ci sia stato dietro al data breach. Anzi una cosa divertente è che io avevo al tempo lasciato l’azienda, mi sembra tre settimane prima dell’attacco e per questo ero uno dei principali sospettati.
Sul data breach di Ashley Madison è stato girato anche un documentario Netflix. L’hai visto?
Sì.
E qual è il tuo parere?
Mi ha sorpreso, è stato abbastanza obiettivo. Nel passato la privacy non era una priorità nell’azienda, quindi capisco le lamentele e le critiche ma abbiamo imparato la lezione.
Cosa è cambiato dopo l’attacco hacker?
Quel data breach ha cambiato tutto. La squadra esecutiva è stata sostituita e la filosofia dell’azienda è cambiata. Quando mi hanno contattato per ritornare a lavorare da Ashley Madison ho proprio chiesto questo, perché non volevo lavorare in un’azienda che non gestisce in modo etico i dati dei suoi clienti.
Sono state implementate nuove misure per la sicurezza?
Sì. Il focus è proprio la sicurezza e la privacy della comunità.
Quindi se adesso, nel 2024, quasi dieci anni dopo, un gruppo di hacker provasse ad attaccare Ashley Madison, non ci sarebbero problemi.
Speriamo di no, in Italia dite tocco ferro no? Mai dire mai, certo che ogni giorno stiamo lavorando per migliorare la nostra struttura di sicurezza, dell'autenticazione a due fattori, a strumenti di intelligenza artificiale per certificare i profili.
A proposito di intelligenza artificiale, è sempre più semplice creare profili falsi che sembrano veri. Come affrontate questi casi?
È l’incubo delle app di dating, noi lavoriamo sia con l’intelligenza artificiale, ma anche con il nostro team di moderazione, i clienti poi possono inviarci segnalazioni. E vogliamo integrare nuove misure, spero che arrivino già entro l’anno.
Tu l’hai mai usata Ashley Madison?
No, in parte perché ci lavoro, e poi io sono gay, e Ashley Madison funziona più con gli etero. La percentuale di lesbiche e gay presenti è piuttosto bassa. Ci sono app specializzate.
Abbiamo parlato di poliamore, coppie non monogame. Ecco da un lato è una nuova fetta di mercato per l’app, dall’altro viene a mancare l’elemento fondante, il tradimento, la segretezza. Mi viene da chiederti, perché una persona dovrebbe scegliere Ashley Madison al posto di una qualsiasi altra app di incontri?
Questa è una bella domanda. Allora ti direi che la nostra vera differenza rispetto a tutti gli altri è la trasparenza, molto apprezzata dai nostri utenti. Mi spiego, tu sai cosa incontrerai, non come altre app dove c’è un’incognita, oppure dicono che si trova l’amore eterno. Ashley Madison non lascia spazio a dubbi. Qui si cerca e si trova un’avventura.