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Intelligenza artificiale (IA)

I video fake dell’attacco iraniano contro Israele: sui social ci sono immagini manipolate con l’IA

Nelle prime sette ore dal lancio dei missili iraniani contro Israele 34 immagini e video fake, fuorvianti o generati dall’IA sono diventate virali, con oltre 37 milioni di visualizzazioni su X. Alcuni di questi contenuti ingannevoli sono stati diffusi anche dalla tv statale iraniana.
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IRIBNEWS | Screen del video fake mandato in onda dalla tv statale iraniana
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L'opinione pubblica è una delle armi più potenti in tempi di guerra. Lo è sempre stata ma oggi nell'era dei social e dell'Intelligenza artificiale (IA) manipolarla è incredibilmente facile. Basta un video o una foto fake messi online a influenzare il pensiero di milioni di persone. Quello che è successo sui social, soprattutto su X (fu Twitter), subito dopo l'attacco iraniano di droni e missili contro Israele del 13 aprile 2024 né è la prova evidente.

A poche ore dal lancio, centinaia di account su X hanno pubblicato o ricondiviso video che in teoria mostravano i missili iraniani in cielo oppure scene di incendi e distruzione spacciati come immagini reali delle conseguenze degli attacchi. In realtà alcuni di questi contenuti non erano verificati, e molti erano del tutto falsi. Gli esperti dell'Institute for Strategic Dialogue (Isa), un centro di ricerca senza scopi di lucro, hanno spiegato che solo nelle prime sette ore dal lancio 34 immagini e video fake, fuorvianti o generati dall'IA sono diventate virali, con oltre 37 milioni di visualizzazioni solo su X.

Le immagini fake dell'attacco iraniano

Il fenomeno non è nuovo. L'Isd spiega che quello di diffondere e ricondividere immagini fuorvianti o inventate da zero, spacciandole per scene di conflitti in corso è una tendenza presente sui social ormai da sei anni: contenuti simili sono stati diffusi anche durante l'invasione della Russia in Ucraina e già nelle prime fasi della guerra tra Israele e Hamas.

Il lancio di missili e droni partito dall'Iran contro Israele in risposta all'attacco subito presso l'ambasciata di Damasco dell'1 aprile 2024 ha fornito l'occasione perfetta di una nuova ondata di contenuti fake. Molti di questi anche accompagnati da messaggi allarmistici, pensati per suscitare panico, come spiegano gli esperti. Ad esempio alcuni dei video spacciati per immagini reali dei missili iraniani in cielo erano accompagnati dagli alert "WW3 WARNING", ovvero "Pericolo terza guerra mondiale".

Il problema dei profili verificati

Come dimostrano questi video e le milioni di visualizzazioni che hanno ricevuto, a renderli così pericolosi è soprattutto il loro potere di "andare virali" molto facilmente. In questo meccanismo c'entrano anche i meccanismi che regolano l'algoritmo dei social.

Molti dei video fake – hanno spiegato gli esperti di Isd – sono stati ricondivisi da profili verificati di influencer, politici e account che si spacciano per giornalisti esperti di intelligence open source (Osint). In quanto verificati, si tratta di account premium, quindi premiati in termini di visibilità da X. Secondo l'analisi di Isa, la maggior parte degli account che hanno diffuso i 34 contenuti falsi sono utenti a pagamento. In questo modo, i loro contenuti finiscono per riempire il vuoto lasciato da fonti ufficiali che spesso faticano a reperire immagini di momenti di crisi in tempo reale. Questo contribuisce alla confusione tra contenuti reali e quelli fuorvianti.

Il video fake trasmessi dalla tv statale iraniana

Non solo, anche i media iraniani hanno contributi a diffondere questi video fake, trasmettendoli anche sui canali della tv di Stato: uno di questi è un video degli incedi che si sono verificati in Cile all'inizio del 2024, che invece il governo iraniano ha diffuso come prova dei propri successi militari, descrivendoli come le conseguenze del proprio attacco in Iran.

Ma non è l'unico contenuto di questo tipo. Sempre la tv statale iraniana ha diffuso un video che in teoria mostrava gruppi di israeliani in preda al panico, a causa dell'attacco iraniano. Invece, il video in questione risale a un contesto completamente estraneo al conflitto tra Israele e Hamas e mostra in realtà un gruppo di fan di Louis Tomlinson, l'ex One Direction, davanti a un hotel a Buenos Aires, in Argentina.

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