I lavoratori Amazon organizzano il primo sciopero nel Regno Unito: “I robot sono trattati meglio”
Per la prima volta i lavoratori di Amazon del Regno Unito dicono di no alle 60 ore consecutive, agli aumenti salariali contati in centesimi, o alle pause in bagno monitorate. E così nel bel mezzo della notte, intorno a un falò improvvisato e seduti su sedie da campeggio, tra bandiere e cartelloni hanno dato inizio alla prima azione sindacale.
Lo sciopero è scattato mercoledì 25 gennaio, un minuto dopo la mezzanotte, e dovrebbe durare tutto il giorno. A rappresentare i lavoratori è il sindacato GMB. Stuart Richards, organizzatore senior, ha sottolineato che "oggi i lavoratori di Amazon stanno sfidando una delle più grandi aziende del mondo per lottare per un tenore di vita dignitoso. Dovrebbero essere giustamente orgogliosi di loro stessi”.
Alle 6 del mattino, i lavoratori sono stati fotografati fuori dall’azienda a Coverty, vicino all’aeroporto di Birmingham. In mano tengono le bandiere dei sindacati e dietro di loro c’è un cartellone “Lotta per 15 sterline”. Il sindacato GMB ha anche spiegato che, “ci aspettiamo 300 dipendenti su un totale di 1.000 nello stabilimento si presentino allo sciopero”.
Cosa chiedono i lavoratori?
I dipendenti hanno deciso di scioperare da un lato per aumentare il salario, dall’altro per migliorare le condizioni di lavoro. Nell’estate 2022 Amazon aveva deciso di introdurre una maggiorazione allo stipendio base, 60 centesimi in più. I magazzinieri hanno però spiegato che la cifra è irrisoria e non riescono a far fronte all’aumento del costo della vista. Per questo chiedono che l'azienda paghi i lavoratori almeno 15 sterline l’ora. Come scrivono sul cartellone. I lavoratori di Amazon hanno espresso preoccupazione per i lunghi orari, gli alti tassi di infortuni, il ritmo del lavoro, e per il monitoraggio aggressivo dell’azienda.
Il primo sciopero di Amazon nel Regno Unito
Richards ha anche aggiunto: "I lavoratori di Amazon a Coventry faranno la storia, diventando i primi lavoratori di Amazon nel Regno Unito a scioperare. Dopo sei mesi in cui hanno ignorato tutte le richieste di ascoltare le preoccupazioni dei lavoratori, GMB esorta i capi di Amazon UK a fare la cosa giusta e a dare ai lavoratori un aumento di stipendio adeguato".
Darren Westwood, uno dei magazzinieri di Amazon che ha preso parte agli scioperi, ha detto alla CNBC che è stata una lunga strada. “Abbiamo visto tutti i profitti che stanno realizzando durante la pandemia: questo è ciò che ha fatto arrabbiare di più le persone”, ha spiegato. “Ci aspettavamo un aumento migliore di quello che hanno deciso”.
Westwood ha anche aggiunto che lui si trova in una posizione finanziaria ragionevole per ora, ma è preoccupato per gli altri dipendenti, ha spiegato infatti che alcuni sono costretti a lavorare 60 ore a settimana per fronteggiare le spese. “Qualcuno l’altro giorno ha detto che siamo trattati come robot. No, i robot sono trattati meglio”, ha detto Westwood.
I licenziamenti dell'azienda
Lo sciopero si inserisce in un panorama difficile. L’azienda infatti ha iniziato un piano di licenziamento globale, la più grande riduzione della forza lavoro della sua storia. Una settimana fa Amazon ha lasciato a casa 18.000 lavoratori per prepararsi a una possibile recessione nel 2023. "Amazon ha resistito a economie incerte e difficili in passato, e continueremo a farlo”, ha scritto l'amministratore delegato Andy Jassy. “Questi cambiamenti ci aiuteranno a perseguire le nostre opportunità a lungo termine con una struttura dei costi più forte, tuttavia, sono anche ottimista sul fatto che saremo creativi, intraprendenti e frammentari in questo momento in cui non stiamo assumendo in modo espansivo ed eliminando alcuni ruoli”. L’azienda si è anche consultata per chiudere tre dei suoi siti nel Regno Unito, dove lavorano 1.200 persone.
I problemi di Amazon con la gestione dei dipendenti
Per Amazon non è una novità, da tempo viene criticata per la carenza di manodopera, e condizioni di lavoro precarie. Ad aprile, il personale del magazzino di Staten Island a New York ha fatto la storia. È diventato il primo gruppo negli Stati Uniti a votare a favore della sindacalizzazione in una struttura statunitense gestita dalla più grande società di e-commerce del paese. “Siamo solidali con i lavoratori di Amazon di Coventry che lottano per salari e benefici più elevati”, ha detto alla CNBC Chris Smalls dell’Amazon Labour Union, il sindacato statunitense. “È ora che Amazon, il quale afferma di essere la migliore azienda della Terra, si metta al tavolo e contratti in buona fede con i suoi sindacati”.
“Mi aspetto ora che ci sia questa prima vittoria da parte di un sindacato che Amazon dovrà rivalutare la sua strategia di relazioni sindacali e iniziare a negoziare in buona fede per raggiungere un accordo”, ha detto Tom Kochan, professore presso la Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology, e esperto di politiche del lavoro. “Alimenteranno il fuoco se continueranno a fare ostruzionismo nei negoziati, perché hanno resistito decisamente bene nella fase organizzativa”.