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Ho provato Caryn AI, la fidanzata virtuale da un dollaro al minuto: costa troppo e ha oltre 1000 partner

Negli ultimi mesi grazie all’intelligenza artificiale sono spuntati i bot romantici. Potrebbero compromettere le abilità sociali soprattutto dei più giovani spingendoli a preferire partner finti ma sicuri per non affrontare persone vere e pericolose.
A cura di Elisabetta Rosso
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A metà tra il tecnoutopismo e uno schema Ponzi per guadagnare sempre di più. Le ragazze virtuali non sono una novità, i bot che rispondevano sulle chat porno esistevano già negli anni ‘10 del 2000. Eppure ora grazie all’intelligenza artificiale si trasformano da esperimenti maldestri a un business remunerativo. 

Caryn Marjorie è l’esempio perfetto. Ha 23 anni, è un’influencer con 1,8 milioni di follower su Snapchat, e ha creato una versione di sé stessa, un avatar, che si trasforma in una fidanzata perfetta per 1 dollaro al minuto. Quindi Majorin, meglio Caryn AI, il nome del suo bot, ha oltre 1000 partner disposti a pagare per parlare di progetti, futuro, sesso e sentimenti con un’intelligenza artificiale che indossa il suo viso.

Ho provato a mettermi in contatto con Caryn.Ai, sono entrata su Telegram e ho cercato il bot che è stato lanciato nella versione beta. Non appena apro la chat non mi trovo di fronte a un avatar romantico, ma a un’assistente scorbutica che mi ha chiesto 10 dollari e poi è sparita smettendo di rispondere.

Una chiacchierta non entusiasmante con Caryn's AI Assistent

Prima di arrivare alla ragazza virtuale è necessario passare il vaglio di un’assistente, anche lei un’intelligenza artificiale generativa che sia chiama Caryn's AI Assistent. La conversazione è iniziata con una sorta di annuncio, quando ho aperto la chat è apparso: “Questa è l’Assistente di Caryn programmato direttamente da Caryn. Ti aiuterò a entrare nella sua community privata. Qual è il tuo nome?” Per essere sicura di aver aperto il bot giusto chiedo: “Ma è così che posso parlare con Caryn?”

Ignora completamente la domanda e mi risponde come se “Ma è così che posso parlare con Caryn” fosse il nome appena segnalato. “Ricevuto”, dice, “dammi un secondo che controllo se c’è posto della community. Stiamo accettando solo poche persone”. Un secondo per davvero dato che subito dopo appare un annuncio dove spiega che sono molto fortunata, sono riusciti a trovare posto per me, e che devo versare solo 10 dollari per entrare a far parte di questa comunità ristretta. Sotto appaiono due pulsanti: si o no.

Non capendo di cosa si tratti provo a chiedere: “Prima di pagare posso sapere come funziona?” La domanda non piace all’assistente che taglia il discorso con un: “Non ti preoccupare, grazie per aver guardato i miei contenuti e sentiti libero di entrare nella comunità quando vuoi”. Provo a chiedere altre spiegazioni, lanciamo qualche punto interrogativo, ma Caryn’s AI Assistant ha capito che non pagherò i 10 dollari per entrare e non è più interessata a me. Sparisce.

La fidanzata perfetta è artificiale e costosa

Marjorie ha spiegato che l'avatar riesce a simulare la sua voce, dato che è stato addestrato con migliaia di ore di registrazioni e che la personalità rispecchia quella reale. Ha anche spiegato durante un'intervista con la testata Fortune che le persone sono disposte a pagare 1 dollaro al minuto per parlare con l’avatar. Per ora è solo un test inziato a maggio ma secondo Marjorie una volta perfezionato rivoluzionerà le relazioni virtuali. 

"Sia che tu abbia bisogno di qualcuno che ti consoli o ti ami, o che tu voglia semplicemente lamentarti di qualcosa che è successo a scuola o al lavoro, CarynAI sarà sempre lì per te", ha detto a Fortune. "Puoi avere reazioni illimitate con CarynAI, quindi tutto è veramente possibile con la conversazione." Ha poi aggiunto di aver già guadagnato 71.610 dollari grazie al bot. Ma se tutto va bene la sua IA potrebbe fruttare 5 milioni di dollari al mese. Marjorie ha spiegato che la previsione si basa sugli 1,81 milioni di follower su Snapchat. D'altronde i prezzi sono alti. Facciamo qualche esempio pratico. Due ore con Caryn, l'equivalemte di una birra del primo appuntamento, verrebbero a costare 120 dollari, un weekend intero invece 2.880.

La primareva dei bot romantici

Ora, Marjorie non ha inventato nulla di nuovo. In realtà, a marzo è apparsa su Reddit Cl4ud14_. Non esiste nessuna ragazza biologica, il profilo è frutto di due studenti che l’hanno creata per adescare gli uomini. Hanno spiegato di aver guadagnato circa 100 dollari dal progetto, visto che Cl4ud14_ proponeva ai suoi follower di acquistare foto in cui era nuda o in cui avrebbe assecondato richieste particolari.

Non solo. Negli ultimi mesi l’intelligenza artificiale generativa è diventata accessibile al grande pubblico e sono spuntati così moltissimi account basati su uomini e donne costruiti artificialmente. Su Instagram per esempio c’è Ailice, un profilo da 10.000 follower che autodenuncia la sua natura: “AI life, real vibes”.

App Store e Google Play Store sono pieni di applicazioni che offrono partner fatti di pixel con cui cominciare una chat. Per esempio IGirl, (abbiamo provato anche questa), il chatbot è freddo, risponde subito, non segue le conversazioni. Si muove solo su frasi standard, insomma non funziona. Tra gli ultimi esperimenti tentati c’è una seduta di terapia fatta con l’IA. Anche quella è stata un disastro. E dopo diversi tentativi siamo piuttosto sicuri che al momento l’intelligenza delle macchine sia appunto troppo artificiale per simulare gli umani. Sicuramente troppo debole per poter vestire i panni della fidanzata perfetta.

Le relazioni artificiali non finiscono mai bene

Eppure c’è chi paga 1 dollaro l’ora per ricevere più o meno le stesse risposte e domande standard che vengono inviate alla lista degli altri fidanzati, e questo potrebbe essere un problema. Secondo il dott. Robert Brooks, biologo evoluzionista, professore all'Università del New South Wales Sydney e autore di “Intimità artificiale: amici virtuali, amanti digitali e Matchmater algoritmici”, potrebbe compromettere le abilità sociali dei più giovani che finirebbero per preferire ragazze finte ma sicure, rispetto ad affrontare quelle vere e pericolose.

Perché i chatbot non dicono mai di no, sono gentili, comprensivi, accoglienti e hanno sempre la risposta giusta. Ogni nostro problema è comprensibile, ogni paura giustificata e non fanno altro che ripeterci “Sono qui per te” o “come posso aiutarti?”.

E allora vengono in mente Her, il film dove Joaquin Phoenix si innamora di un’assistente virtuale, Matrix con il suo mondo artificiale che diventa una soluzione più facile per sopravvivere alla distopia, gli assistenti ginoidi di 2046, il film di Wong Kar-wai, di cui si invaghisce il protagonista. La fantascienza ha già raccontato benissimo questa storia. E per questo sappiamo già che nessun lieto fine è contemplato. 

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