Google offre aumenti milionari ai top manager ma li nega ai dipendenti minacciati dall’inflazione
Mentre ai lavoratori di Google è stata negata la richiesta di ritoccare al rialzo gli stipendi per fare fronte all'inflazione, i quadri dell'azienda si sono visti quasi raddoppiare il compenso fino alla cifra di un milione di dollari. È quello che emerge dagli ultimi documenti finanziari che la casa di Mountain View deve mettere periodicamente a disposizione di investitori e azionisti – una differenza di trattamento che è destinata a far discutere soprattutto in un periodo come quello della pandemia, che sta rendendo i ricchi sempre più ricchi a scapito di tutti gli altri.
Aumenti milionari ai top manager
A beneficiare dell'aumento saranno il responsabile finanziario Ruth Porat, quello del motore di ricerca Prabhakar Raghavan, quello del ramo legale Kent Walker e quello delle vendite Philipp Schindler: il compenso dei quattro è aumentato da 650.000 dollari a un milione tondo, oltre a ulteriori compensazioni sotto forma di azioni. Ciscuno avrà in più la possibilità di riscuotere dall'azienda un massimo di altri 2 milioni come bonus una tantum legati agli obbiettivi aziendali e ambientali fissati da Google per il 2022. Mentre però il quartetto festeggia, i dipendenti in fondo all'organigramma si chiedono come mai la stessa misura non sia stata adottata – con le relative proporzioni – anche per loro.
Misure anti-inflazione negate agli impiegati
La notizia che i dipendenti di Google non avrebbero ricevuto aumenti era infatti giunta già a dicembre, destando già allora un certo scalpore. Da una parte l'azienda usciva dal suo quinto trimestre di fila di profitti record – un periodo d'oro cominciato proprio dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus; dall'altra, il tasso di inflazione più alto degli ultimi quattro decenni aveva spinto gli impiegati a chiedere al gruppo un aiuto concreto per far fronte alle maggiori spese che si prospettavano loro davanti. In quell'occasione l'azienda ha però semplicemente risposto di non avere piani per alcun tipo di aumento generalizzato, ma di voler piuttosto premiare i lavoratori più produttivi con correttivi mirati.