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Google chiede ai suoi ingegneri di lavorare 12 ore al giorno: “L’unico modo per vincere la gara dell’IA”

Le aziende della Silicon Valley vogliono che i dipendenti aumentino il ritmo di lavoro per stare al passo con gli sviluppi dell’intelligenza artificiale. Più che modalità hardcore però, le richieste delle aziende high tech sembrano la ricetta perfetta per un burnout collettivo.
A cura di Elisabetta Rosso
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Novembre 2022, OpenAI lancia ChatGPT. Parte da qui una corsa frenetica per l‘intelligenza artificiale. La Silicon Valley ha una nuova gallina dalle uova d'oro e le aziende devono essere disposte a tutto per rimanere competitive sul mercato. Da questa prospettiva la lettera scritta da Sergey Brin ha perfettamente senso. Se si legge attentamente però emerge il lato oscuro di una gara che si gioca sulle spalle della forza lavoro della Silicon Valley.

Brin, infatti, nella nota scrive: "Consiglio di essere in ufficio almeno ogni giorno feriale. Penso che 60 ore a settimana rappresentino il punto ottimale di produttività". Chiede quindi agli ingegneri di Gemini di lavorare 12 ore al giorno. "La competizione ha accelerato i tempi e in questo momento stiamo facendo la corsa finale per l'AGI", ovvero un agente intelligente in grado di simulare un essere umano. "Penso che abbiamo tutti gli ingredienti per vincere questa gara, ma dovremo potenziare i nostri sforzi", ha spiegato Brin.

Il piano di Sergey Brin

Brin, co fondatore di Google, è tornato in azienda dopo il lancio di ChatGPT con l'obiettivo di aiutare gli ingegneri a recuperare terreno in un momento difficile. L'azienda infatti è rimasta indietro e negli ultimi anni ha lavorato a ritmo serrato per stare al passo con i nuovi modelli IA. Brin ha trascorso molto tempo con gli esperti di intelligenza artificiale dell'azienda nella divisione Google DeepMind che si occupano dello sviluppo dell'intelligenza artificiale. Ha cercato di vincere la gara contro OpenAI, Microsoft, Meta con aggiornamenti a ritmo serrato e lanciando nuovi modelli di Gemini.

La competizione è diventata ancora più serrata ora che sul mercato è stata lanciata anche Deepseek, l'intelligenza artificiale cinese che ha fatto tremare la Silicon Valley. D'altronde con soli 6 milioni di dollari, la Cina ha creato un modello di intelligenza artificiale in grado di sfidare le principali aziende tech statunitensi come OpenAi, Microsoft e Google.

La lettera ai dipendenti di Google

Nella nota, Brin non si limita a chiedere più ore di lavoro in presenza, punta anche il dito contro chi, secondo lui, non sta contribuendo allo sviluppo dell'intelligenza artificiale. "Un certo numero di persone lavora meno di 60 ore e un piccolo numero fa il minimo indispensabile per sopravvivere", ha scritto Brin. "Quest'ultimo gruppo non solo è improduttivo, ma può anche essere altamente demoralizzante per tutti gli altri".

Brin non è l'unico. Tutta la Silicon Valley sta cercando di spremere i suoi lavoratori. Meta ha recentemente licenziato circa 4.000 dipendenti, circa il 5% della sua forza lavoro, dopo aver individuato all'interno dei team di sviluppo dei “lavoratori poco performanti”. Mark Zuckerberg ha anche comunicato ai dipendenti di Meta che si aspetta un "anno intenso". Più che modalità hardcore per reggere il ritmo della competizione, le richieste delle aziende high tech sembrano la ricetta perfetta per un burnout collettivo.

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