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Gli Stati Uniti ora sono preoccupati che l’intelligenza artificiale controlli le armi nucleari

L’IA è già una minaccia reale per i diritti umani e il benessere delle persone, ma, nonostante le pressioni globali per coordinare la regolamentazione sull’intelligenza artificiale, le possibili applicazioni militari non sono ancora state al centro del dibattito.
A cura di Elisabetta Rosso
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Abbiamo già immaginato cosa potrebbe succedere se l‘intelligenza artificiale venisse applicata alle armi atomiche. Basta pensare a Skynet che prende coscienza e avvia un massiccio attacco globale, a WarGames e al suo sistema IA WOPR, o al film Colossus: The Forbin Project dove due supercomputer in modo indipendente lanciano testate nucleari. La fantascienza apocalittica va a tentoni, spesso però riesce a cogliere qualcosa del futuro. E infatti ora gli Usa stanno cercando di definire una strategia globale per impedire che l'IA venga applicata alle armi nucleari.

Paul Dean, funzionario del Dipartimento di Stato per il controllo degli armamenti ha dichiarato: "Washington ha preso un impegno forte affinché gli esseri umani abbiano il controllo totale sulle armi nucleari", Francia e Gran Bretagna seguiranno la stessa linea. "Saremmo lieti di ricevere una dichiarazione simile da parte della Cina e della Federazione Russa".

Ha poi aggiunto: "Pensiamo che sia una norma estremamente importante di comportamento responsabile e pensiamo che sia qualcosa che sarebbe molto gradito in un contesto P5″, ovvero i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

La posizione della Cina e della Russia

A gennaio i funzionari statunitensi e cinesi hanno ripreso le discussioni sulle armi nucleari, ma i negoziati formali sul controllo degli armamenti  richiederanno tempi più lunghi. La Cina negli ultimi anni ha ampliato il suo arsenale nucleare, anche se ha dichiarato che sosterrà una politica di “no first strike”. A febbraio infatti ha chiesto alle maggiori potenze nucleari di negoziare tra loro un trattato di non primo utilizzo.

C'è poi il Cremlino (possiede il maggior numero di armi nucleari confermate), che ha ripetutamente minacciato di usare le sue testate in Ucraina e contro i suoi nemici. La Russia l'anno scorso ha anche sospeso la sua partecipazione al trattato New START, l’ultimo accordo di controllo degli armamenti nucleari ancora in vigore tra Russia e Stati Uniti. Il trattato limita a 1.550 le testate nucleari che ciascuno dei due paesi può schierare e consente ispezioni reciproche e incontri regolari.

I rischi legati alle armi nucleari guidate dall'IA

Secondo gli esperti del settore l'IA è già una minaccia reale per i diritti umani e il benessere delle persone. Anche i Ceo delle Big Tech hanno lanciato avvertimenti sui rischi di un "cattivo utilizzo" della tecnologia. Nonostante le pressioni globali per coordinare la regolamentazione sull’intelligenza artificiale, le possibili applicazioni militari non sono ancora state al centro del dibattito. 

"La preoccupazione per l’IA non dovrebbe precludere il suo utilizzo per rafforzare la deterrenza nucleare", ha spiegato la Nato in una nota. "Né l’intelligenza artificiale dovrebbe essere implementata in tali sistemi semplicemente per il gusto di implementarla. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale dovrebbe servire a un obiettivo strategico. Trovare il giusto equilibrio sarà difficile perché la scienza è ancora agli inizi."

Chi possiede le armi nucleari?

Secondo la Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari, oltre ai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti) ci sarebbero altri quattro Paesi dotati di testate nucleari, secondo l’ICANW sono Israele, India, Pakistan e Corea del Nord.

La Russia possiede il maggior numero di armi confermate, con 5.997 testate nucleari. Seguono gli Stati Uniti con 5.428 armi nucleari. Il totale delle testate nucleari degli Usa e della Russia rappresenta il 90% delle armi nucleari nel mondo.

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