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Gli scienziati vogliono inviare un’arca di Noè sulla Luna per salvare le specie a rischio

Il biorepository lunare sarà al sicuro da guerre, disastri naturali e cambiamento climatico. Non solo, l’ambiente lunare è estremamente funzionale, i campioni infatti rimarrebbero congelati, e quindi conservati, tutto l’anno, senza aver bisogno di un raffreddamento artificiale.
A cura di Elisabetta Rosso
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Credit: Liquifer Systems Group
Credit: Liquifer Systems Group

Noè, secondo il racconto biblico, costruì un'enorme arca di legno per salvare le specie animali dal diluvio universale. Ora un gruppo di ricercatori vuole realizzare qualcosa di simile. Il piano è radicale, gli scienziati infatti vogliono raccogliere campioni di Dna e inviarli sulla Luna. L'obiettivo è proteggere le specie a rischio.

"La biodiversità della Terra è sempre più minacciata. Proponiamo un biodeposito lunare passivo per la conservazione a lungo termine di campioni crioconservati vivi per salvaguardare le specie della Terra, supportare la futura esplorazione spaziale e la terraformazione del pianeta", si legge nell'articolo pubblicato su BioScience

Secondo il team di ricercatori il biorepository  "si concretizzerà, anche se forse non nel corso della nostra vita. Sappiamo come farlo, possiamo farlo e lo faremo, ma potrebbero volerci decenni per riuscirci finalmente". I prossimi passi cruciali saranno lo sviluppo di un imballaggio per i campioni crioconservati in grado di resistere alle condizioni dello spazio e al trasporto dei campioni sulla Luna.

Perché i biodepositi sulla Terra non sono sufficienti

L'idea non è nuova. Le isole Svalbard, Norvegia, situate nel Circolo Polare Artico, sono diventate un deposito globale di semi. Grazie alle temperature basse è infatti possibile conservare le colture alimentari che sono state messe a rischio da inondazioni e temperature elevate. Recenti studi hanno però mostrato che anche le Svalbard non sono al sicuro dagli effetti del cambiamento climatico.

"Per esempio le inondazioni avrebbero potuto danneggiare il biodeposito", ha spiegato Mary Hagedorn dello Smithsonian's national zoo and conservation biology institute che fa parte del progetto deposito lunare. Non solo il cambiamento climatico, anche la guerra è una minaccia per i biodepositi sulla Terra. Basti pensare alla banca di semi ucraina che è stata distrutta nel 2022. "Tutto sommato, l'idea di avere un biodeposito veramente sicuro e passivo per salvaguardare la biodiversità della Terra sembra davvero una buona idea".

Come funzionerà il biorepository lunare

Il biorepository lunare sarà al sicuro da guerre, disastri naturali e cambiamento climatico. Non solo, l'ambiente lunare è estremamente funzionale, i campioni infatti rimarrebbero congelati, e quindi conservati, tutto l'anno, senza aver bisogno di un raffreddamento artificiale. La Luna è uno dei pochi luoghi in grado di fornire la temperatura ultra-bassa di -196 °C necessaria per preservare i campioni per la futura clonazione.

"Affinché la clonazione sia un'opzione, servono cellule vive", ha spiegato Beth Shapiro, professoressa di ecologia e biologia evolutiva presso l'UC Santa Cruz e responsabile scientifico della società di de-estinzione Colossal Biosciences.

Il team di Hagedorn ha già utilizzato la crioconservazione, una tecnica in cui le cellule vengono conservate a temperature molto basse per arrestare ogni attività biologica. Come spiega il team di scienziati "siamo ancora nel regno della fantascienza, ma speriamo che il nostro articolo possa generare entusiasmo, nuove idee e partner internazionali per proteggere la biodiversità sulla Terra".

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